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SICUREZZA A ROMA INCONTRO. PDF Stampa E-mail
Apri l'allegata foto dell'incidente avvenuto (ore 07,51 dell'11.11.2010) solo poche
ore prima di un incontro con il delegato del Sindaco di Roma "alla sicurezza stradale".
(Ricorda che, dal settembre 2006, a Roma c'è il Commissario alla mobilità nella
persona del Sindaco p.t.)
Medita un minuto. Osserva  che manca il soggetto "pedone".
Manca perchè, questa volta, "la pedona", che attraversava sulle strisce, è riuscita a
 ......... fare la cangura e, per questa sua "scoperta" fisica, le è andata veramente bene.
(Ma quanta paura. Di sicuro le hanno rovinata la giornata e dato un colpo alla sua salute.)
Non dimentichiamo che la Roma Capitale partecipa con il 10% alla massa dei
pedoni uccisi ininterrottamente sulle strade italiane.
Al motociclista sarebbe andata peggio se avesse indossato un casco non di buona qualità.
Osserva la segnaletica orizzontale. In quel punto, secondo il Codice della strada,
vanno tracciate n. 10 strisce bianche parallele.
Ne sono state tracciate n.6 (il 60%). (Costa di meno quella "rinfrescata"?)
L'assenza di n. 4 strisce bianche (2 all'estrema destra e 2 all'estrema sinistra)
"consente" ai conducenti di continuare a parcheggiare i loro veicoli sotto i marciapiedi.
L'attraversamento da sinistra verso destra immette al cancello di una scuola statale
(visibile in basso a destra) e, anche per la presenza della scuola, questo attraversamento
andrebbe reso più visibile tramite una riga gialla a zig zag che precede, nel verso e
lato di marcia dei veicoli, l'attraversamento.
Non c'è il segnale di divieto del limite massimo di velocità.
C'è il segnale di indicazione della scuola.
L'entrata e l'uscita della popolazione scolastica è una preziosa lezione
collettiva di alta scuola di educazione alla "convivenza incivile" per
grandi e piccoli (nonn*, genitor*, figl* e nipot*).
Può essere sicura la mobilità in questo pezzo di "strada, bene comune"?
Eppure, gli amministratori sostengono che lavorano tanto per la sicurezza stradale.
Infatti.
Prima se la presero con i lavavetri.
Poi con i barboni.
Dopo con le prostitute.
Quindi, se la presero con i rom.
Non avevano più le forze per osservare tutta la illegalità diffusa e la violenza che
viene subita dai pedoni sia per muoversi in sicurezza sui marciapiedi (che non ci sono,
o sono illegalmente occupati, o sono maltenuti), sia sugli attraversamenti pedonali
(che non ci sono anche per 500 - 600 metri; o sono invisibili, o sono "rinfrescati"
al 60%; ecc.).
Se c'è l'evento luttuoso, ecco il miracolo: sistemano solo il posto dove si
è registrato l'incidente. E' l'operare in "emergenza". Che significa: aspettare la
prossima vittima (che, guarda caso, quasi certamente, sarà un pedone).
Possibile che non ci sia qualcuno che paghi per questo tipo di gestione della
cosa pubblica?
Possibile che non ci sia uno, solo uno che confessi di provare un poco di
Vergogna quando si sostiene di essere, questo, un paese civile?
o di denominare diversamente questa "convivenza incivile"?
 
Vito De Russis
n.q. presidente Associazione Diritti Pedoni
cell. 3393484370
 
PS. Per i ciclisti romani vale la citata rappresentazione.
Il numero delle vittime ciclisti sta aumentando.
A differenza dei pedoni, il ciclista può ritornare a vivere da pedone.
Di certo, avremmo una stridente controtendenza di Roma rispetto
alle altre città. Esempio. Berlino: 10% mobilità ciclistica privata
che cerca di elevare; Parigi: vuole raggiungere e superare il 30%
mobilità ciclistica tra pubblica (22.250 bici del Bike sharing) e
privata (incentivo all'acquisto).



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