Home Proposte di Roma Ciclabile Appello al Papa Benedetto XVI di Ciclisti e Pedoni.
Appello al Papa Benedetto XVI di Ciclisti e Pedoni. PDF Stampa E-mail

Pedoni e ciclisti si appellano a Benedetto XVI
Scritto da Guido Petrangeli   

Ignorata la “Carta europea dei diritti del pedone” e fallita la riduzione dei morti sulle strade, le associazioni si rivolgono al Papa. Gli effetti delle stragi sulle strade italiane sono superiori a quelli del più aspro conflitto militare combattuto nel mondo.

La denuncia della mattanza che quotidianamente avviene sulle strade italiane, con pedoni e ciclisti uccisi dai pirati della strada, potrebbe arrivare niente meno che da Joseph Ratzinger. L’associazione di pedoni “Federazione Camminacittà” ha lanciato un accorato appello al Papa in occasione di domenica 21 novembre, giornata dedicata all’Angelus, ma anche ricorrenza dell’annuale Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada.
“Gli effetti delle stragi sulle strade italiane − sostiene il presidente dell’Associazione diritti dei Pedoni, Vito Nicola De Russis − sono superiori a quelli del più aspro conflitto militare combattuto nel mondo. Qualcuno deve rompere l’immorale e disumano silenzio. Abbiamo pensato a Benedetto XVI perché negli incidenti stradali le persone sono vittime senza processi ed innocenti”. 
Secondo le associazioni dei pedoni per 22 anni la “Carta europea dei diritti del Pedone” (pubblicata in Gazzetta Ufficiale della CE il 14 nov. 1988) è stata ignorata dall’Italia. Infatti il nostro paese ha fallito, al 31 dicembre 2010, l’obiettivo della riduzione del 50% dei morti registrati nel 2001, sancio dalla Commissione Europea. La media giornaliera dei danni umani – secondo il rapporto sulla strage dei pedoni 2009 - è di 14 persone morte, 860 persone ferite di cui oltre 20 persone riportano invalidità gravi e permanenti. I più colpiti risultano essere i pedoni con circa il 14% di tutti i morti su strada. Nel 2008, in Italia, sono morti ben 648 pedoni e, di questi, ben 155 stava attraversando ad un passaggio pedonale (pari al 24%). Il 10% di quei pedoni morti appartengono a Roma Capitale. Nell’altissimo tributo di sangue versato sulle strade italiane, al secondo posto, si pongono i ciclisti, altro soggetto debole della strada.
“All’Angelus di Domenica prossima, 21 Novembre 2010, guarderemo la finestra del Papa − afferma De Russis − e ci auguriamo di sentire, nelle parole del Papa ci quell’appello per una revisione profonda del modello di mobilità esistente. Il Santo Padre Benedetto XVI certamente rivolgerà parole di conforto per i familiari delle persone vittime della strada e per le persone ferite negli incidenti stradali e non dimenticherà di sottolineare che, come risorsa indispensabile per il futuro, vanno fermati stili di vita insostenibili per poter ridare concretezza al valore della vita ed al rispetto del diritto alla dignità di tutte le persone”.
Alle richieste dei pedoni si legano anche quelle dei ciclisti. Gli attivisti della “ciclo officina popolare” del quartiere Laurentino 38 hanno rilasciato una nota dichiarando che: “Gli ultimi casi di alcuni ciclisti barbaramente uccisi sulla via Cristoforo Colombo sono un sacrificio insopportabile per quanti amano questo mezzo di moblilità. Noi ciclisti, come i pedoni, sulle strade siamo i soggetti deboli. Per questo vogliamo ricordare al Papa le belle parole dello scrittore Herbert George Wells: ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza”.