Bocciato il Bike Sharing anche dai Turisti a Roma. |
MOBILITA' SOSTENIBILE«Bike sharing a Roma: rebus assurdo»
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Bici parking a largo Argentina (Jpeg) |
UN BOLOGNESE A ROMA – Il lettore ha postato il medesimo messaggio sul sito internet del bike sharing romano. Ponendo quesiti legittimi: «Come può il geniale ideatore pensare che un turista perda ore del suo soggiorno per attivare una procedura che io, comunque, ho testardamente tentato di percorrere? – aggiunge il lettore – Come può pensare di far firmare a ciascun utilizzatore un contratto? Come può inibire l’uso non ai bambini, ma addirittura ai minorenni!?». Ma andiamo con ordine.
La colonnina per la tessera del bike sharing a Roma
Nella Capitale, prima di prelevare una bici da una delle 27 postazioni di condivisione, occorre iscriversi in una delle 10 biglietterie Atac autorizzate, dislocate presso altrettante stazioni della metro A e B: qui, si possono acquistare con 10 euro (5 per la tessera e 5 come prima ricarica) le smartcard che servono per operare con il sistema. Le successive ricariche, effettuabili sempre in una delle dieci biglietterie Atac, sono di libero importo. I 10 punti – Termini, Lepanto, piazza di Spagna, Anagnina, Ottaviano, Cornelia, Battistini, Ponte Mammolo, Eur Fermi, Laurentina – sono operativi nei feriali dalle 7 alle 20, nei festivi tra le 8 e le 20.
MEGLIO LA CREDIT CARD – Per un turista che ha poca dimestichezza con la città , può essere complesso l’avvicinamento al servizio. Così com’è successo al nostro lettore bolognese. «Il senso di sgomento che attanaglia chi, come me, crede di vivere in un Paese progredito è forte – conclude il lettore –. Sarebbe meglio verificare cosa si fa in città europee che hanno iniziative simili (ad esempio condizionando l’uso della bicicletta all'inserimento in un apposito lettore della propria carta di credito) prima di intraprendere iniziative come questa destinate al fallimento certo!». Una delle possibili soluzioni, forse, è proprio lì: utilizzare la carta di credito. Perché? Ecco cosa succede nelle altri capitali europee.
La stazione del bike sharing al Pantheon
PARIGI E LONDRA – Partiamo da Parigi con il suo Vélib, «vélo en libre». Oltralpe, chi ha l’abbonamento annuale (effettuabile anche on-line), deve semplicemente recarsi in una delle 750 stazioni e prelevare la bici dopo il riconoscimento della tessera. E chi preferisce fare una pedalata per una sola ora, o solo un giorno, deve solo introdurre la carta di credito nella colonnina (al costo di un euro per un giorno, 5 euro per una settimana): purché sia verificata una disponibilità di 150 euro sulla carta di credito (a titolo precauzionale).
Addetti al bike sharing londinese in Trafalgar square (foto Zanini)
Stessa regola per il più recente servizio di bike-sharing londinese: nelle 400 stazioni sparse per la capitale britannica basta inserire la carta di credito nel totem per accedere al servizio (1 sterlina per una giornata, 5 sterline per la settimana, con la prima mezz’ora gratuita). Proprio il sindaco di Londra, Boris Johnson, in vacanza lo scorso novembre nella Città Eterna, aveva bacchettato il Campidoglio per lo scarso potenziamento del servizio di bike sharing: «Roma deve aumentare le bici in centro», disse Johnson. Più bici e, soprattutto, meno inciampi burocratici.
QUI MILANO – Altra soluzione la suggerisce il bike sharing milanese: per usufruire del servizio «Bikemi» offerto dal Comune di Milano, oltre alla sottoscrizione dell’abbonamento annuale, è possibile effettuare quello giornaliero, a 2.50 euro, prenotabile preventivamente, on-line sul sito www.bikemi.com. Una volta completata la procedura, si ottiene un codice che si può digitare in qualsiasi colonnina per avere la bici, senza ulteriori spostamenti in cerca di biglietterie e tessere. Provare per credere.
Bike sharing a Milano (Fotogramma)
Simona De Santis
07 aprile 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
A Roma abbiamo la "fortuna" di avere un'amministrazione che pensa a tutto tranne che alla città da amministrare e ai suoi cittadini. Quì si fanno annunci di Formula 1, Olimpiadi, Auto Elettriche, differenziata al 30%. La realtà ? Venite e vedete, siamo allos fascio.
Il buon turista bolognese direi che e' stato sin troppo magnanimo: direi che e' piu' corretto dire che nelle nostre misere 27 stazioni (Parigi ne ha piu' di 750) e' una gran fortuna trovare una bicicletta, e quando la trovi o ha le ruote sgonfie, o non frena, o ecc. Mi ero iscritto quando il servizio parti', vi ricordate le biciclette rosse? E devo dire che allora si che funzionava: le stazioni erano 24 (mi sembra - e da allora ne abbiamo aggiunte solo 3?) e biciclette erano ben tenute. Ora sto seriamente pensando di riconsegnare la tessera. B.G.
Qualsiasi amministrazione veramente interessata a questo servizio sarebbe intervenuta tempestivamente per risolvere questi problemi, tra l'altro evidenti fin dall'inizio. E invece si continua ad ignorare il disastro: il vostro articolo "Cronaca di un fallimento annunciato" è del luglio 2010 e da allora nulla è stato fatto. E' una vergogna. Comunque questo comportamento indegno delle istituzioni cittadine preposte alla mobilità è perfettamente in linea con le politiche capitoline che privilegiano in tutto e dovunque gli spostamenti in auto e tollerano la sosta abusiva e le prepotenze quotidiane degli automobilisti.