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Partono i Lavori sullo Stretto e i Licenziamenti. PDF Stampa E-mail
Scritto da Santoni Maurizio   
Lunedì 04 Luglio 2011 14:24
 
Inchiesta

Ponte sullo stretto, partono i lavori e anche i licenziamenti

Antonello Mangano

Ventisei milioni di euro per il cantiere numero uno della grande opera di Messina: c’è da spostare un chilometro di binario per far posto al primo pilone. I lavori sono in ritardo, anche perché è stata trovata una discarica abusiva. La mobilità è però arrivata puntuale. La Impregilo si difende: «Non sappiamo se il progetto andrà avanti». Nella stessa zona, nel 2005, una frana trascinò un’Intercity nella scarpata.

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina

VILLA SAN GIOVANNI (Reggio Calabria) – Costa ventisei milioni di euro spostare un chilometro di binario sullo Stretto, mentre a breve distanza una frana incombe da dieci anni sui treni che passano sotto la montagna. Il nuovo tracciato ferroviario descriverà una curva per far posto al pilone calabrese: è il primo cantiere del Ponte di Messina, inaugurato senza grandi cerimonie poco prima di Natale del 2009. Il completamento della “piccola opera”, era previsto proprio in questi giorni, ma la data di consegna è slittata a settembre.

Curiosamente, però, il consorzio Eurolink – composto dalle imprese vincitrici del mega-appalto del Ponte – ha già inviato una lettera al capocantiere, all’addetto alla contabilità e a quello amministrativo. Tutti in mobilità con una comunicazione del 15 aprile indirizzata anche ad altri dodici dipendenti sparsi tra Calabria, Sicilia e Milano. Quindici in tutto, quindi. La società giustifica il provvedimento con l’incertezza relativa all’approvazione del progetto definitivo, ma rimane il paradosso di un cantiere in ritardo collegato a un progetto ancora da approvare, con l’unica certezza delle maestranze già licenziate in via cautelativa.

«La riduzione del personale impegnato nei lavori della variante di Cannitello avverrà soltanto al termine del completamento delle opere civili prevista per l’estate», ci spiegano i responsabili di Impregilo. «Successivamente rimarranno in cantiere tre addetti coordinati dal direttore di cantiere che sovraintenderanno alla fase di realizzazione della parte impiantistica». Se il progetto definitivo sarà approvato, Eurolink si augura di poter riassorbire il personale sulla base di “competenze e know-how” di ognuno. Altrimenti tutti a casa.

A cosa si devono i ritardi? Per prima cosa, al rinvenimento in superficie di “rifiuti urbani misti a materiali da demolizione”. Una discarica abusiva, in parole povere. I materiali sono stati rimossi e smaltiti presso siti autorizzati ed è stato verificato che non avessero inquinato il suolo sottostante. In secondo luogo, è nata la difficoltà di «individuare imprese locali adeguatamente qualificate dal punto di vista tecnico ed organizzativo. Abbiamo selezionato le migliori e in taluni casi le abbiamo supportate”, conclude Impregilo.

Il 18 aprile 2010, poco prima delle 22, fu incendiata una trivella della “Sorige” di Palermo impegnata nei carotaggi. La zona era sempre quella di Cannitello, i lavori sempre quelli preliminari del Ponte. Un atto non da poco, considerando che i vigili del fuoco impiegarono circa quattro ore per spegnere completamente l’incendio. Impregilo, rispetto ai lavori condotti, ci dice invece di «non aver ricevuto intimidazioni né atti vandalici né richieste estorsive».

IL CONSORZIO 

Il 22 giugno il Cda della “Stretto di Messina” ha avviato l’esame del progetto definitivo che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno. Nonostante l’opinione corrente, secondo cui “non lo faranno mai”, l’iter del Ponte procede speditamente, a spese della collettività. L’ultimo atto sottoscritto è l’accordo tra la società committente e gli enti locali coinvolti nelle procedure di esproprio, in particolare i comuni di Messina e Villa San Giovanni.

Il consorzio Eurolink è composto da Impregilo, la maggiore impresa italiana delle costruzioni, da Cmc, colosso del mondo delle cooperative, da Condotte d’Acqua e infine dalla spagnola Sacyr e dalla giapponese Ishikawajima-Harima. Perché cinque multinazionali – tra le maggiori del pianeta nel loro settore – non riescono a mantenere in organico quindici dipendenti per qualche mese?

«In realtà il signor Impregilo non esiste», ci spiega Luigi Sturniolo della Rete No Ponte. «Oggi con basse percentuali azionarie e con un sistema complesso di finanziarie è possibile controllare una delle più importanti aziende italiane». Le decisioni le prendono i manager e sono scelte tecniche. Eurolink ragiona dunque come una “macchina”: si preoccupa di liberarsi in anticipo di eventuali contratti di lavoro superflui e non pensa all’effetto “politico” dei licenziamenti, considerando che erano stati annunciati fino a quattromila lavoratori l’anno impegnati nei cantieri, mentre al momento il “saldo” è a meno 15.

WELCOME TO FAVAZZINA HILL

Intanto proseguono le proteste sul territorio contro un’opera ritenuta inutile. L’ultima manifestazione di Messina è del 14 maggio, ma si annuncia un campeggio di lotta per fine agosto. Il movimento chiede che i soldi per la grande opera vengano utilizzati per la messa in sicurezza del territorio. Per fare un esempio, a meno di dieci chilometri dal cantiere di Cannitello c’è la collina di Favazzina.

Nel 2005 venne giù un blocco di fango che trascinò un vagone dell’Intercity diretto a Milano nella scarpata sottostante. Il bilancio fu di pochi feriti ma fu sfiorata la strage considerando che sul treno viaggiavano 200 persone. Nel 2001, sempre nella stessa zona, la frana colpì l’Espresso diretto a Roma. Solo feriti lievi ma gravi danni al metanodotto. “Welcome to Favazzina Hill”, hanno scritto sul cartello stradale per esorcizzare il pericolo incombente. Da allora nessuna messa in sicurezza strutturale della zona. Semplicemente, i treni rallentano. E proseguono verso il cantiere del Ponte.

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Commenti

Un" opera * fantastica* x storie da * favole* !!!!!!
E x nn saper dove finiranno i nostri soldi !

Il paragone è suggestivo, ma ci sono almeno due differenze:
1) il Ponte non sarà comunque un flop, perché è chiaro - come per il TAV - che gli investimenti privati sono in ultima istanza garantiti dallo Stato

2) Se per produrre un film si spende 100, per mantenere in organico pochi lavoratori per qualche mese (fino all'approvazione del progetto) si spenderebbe in proporzione meno di 1.

@"Perch̩ cinque multinazionali Рtra le maggiori del pianeta nel loro settore Рnon riescono a mantenere in organico quindici dipendenti per qualche mese?"

Il mondo del cinema può illuminarci: quando un film è "un colpo sicuro" cerca sempre di aggiudicarselo UNA SOLA CASA PRODUTTRICE per godere di tutti gli utili del BLOCKBUSTER.

Quando il film rischia di essere un FLOP, allora vedrete apparire sui titoli di testa ALMENO DUE O TRE NOMI DI MAJORS cinematrografiche!

Il ponte-prosciutto è molto grosso, succoso saporito, attraente: stimola i succhi gastrici e l'appetito di nugoli di predatori, rapaci, avvoltoi, iene e specie varie. Ho la sensazione che non sia possibile costruirlo in una nazione con il tasso di corruzione percepita tra i più alti al mondo (Cfr: www.transparencyinternational.com). Voi, investitori o risparmiatori normali, investireste uno dei vostri Euro, nel progetto?
Auguri a chi ci crede.

Salvo poi costruire con forti ritardi e molti problemi.

Definire Impregilo un'azianda sana fa ancora più ridere se mi è concesso...
L'impregilo è un caso assai raro di impresa, dal momento che ha più tecnici che operai, più penne stilografiche che mezzi di cantiere, in parole povere Impregilo riesce ad imporsi negli appalti (o a farsi imporre Inceneritore di Acerra docet) attraverso una serie di rapporti di varia natura.

Lei ha ragione, servirebbe un nuovo riformismo siciliano.... come quello di Piersanti Mattarella tanto per intenderci (e sappiamo bene come è finita, mi viene da piangere se solo ci penso).

Personalmente non credo che al momento ci sia una reale volontà politica, in Sicilia e in Italia, di cambiare le cose.

Fa veramente ridere e piangere allo stesso tempo l'affermazione del signor Sturniolo dei no ponte in particolare il passaggio "Oggi con basse percentuali azionarie e con un sistema complesso di finanziarie è possibile controllare una delle più importanti aziende italiane». Le decisioni le prendono i manager e sono scelte tecniche". Evidentemente siamo davvero (purtroppo) talmente abituati alle connivenze e alle possibilità di accordi sottobanco che quando c troviamo di fronte a un azienda sana non influenzabile nelle sue scelte economiche da amicizie e conoscenze ci sentiamo in pericolo...mai sentito parlare di public companies signori miei?

La storia è sempre quella della Salerno- Reggio Calabria: fare partire un cantiere, che sarà eternamente aperto per utilizzarlo come bacino di voti per le elezioni. Avete presente il risiko e lo stato che si tiene per prendete armate? è la stessa cosa. Cosa, fa pensare a cosa nostra che, grazie ai lavori del ponte potrà mantenere il suo controllo costante nel territorio. Perchè altrimenti non sistemare le strade, la linea ferroviaria, e dare un servizio all'utenza che viaggia anche tutti i giorni? Da Catania a Palermo in treno ci vogliono 5 ore, 2 e 40 in autous e due in macchina. Da Catania a Trapani 5 ore e mezza, da Messina a Caltanissetta più o meno 3 ore ecc ecc...Se volete posso continuare. Penso però che la singola protesta da sola non basta. E' necessario avviare un nuovo corso della politica che in Sicilia non sembra arrivare.

Scrivo da figlio di catanesi che conosce bene la Sicilia. Il ponte è un'assurdità, non verrà mai costruito e si tratta solo di un enorme spreco di denari pubblici.

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