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Sabato 01 marzo 2008
Bike Sharing in Italia situazione ed evoluzione

Finalmente partono i finanziamenti

 
Il Bike Sharing in Italia
NASCE ALL’ESTERO E L’HANNO CHIAMATO BIKE SHARING: SI TRATTA DI UN SERVIZIO DI NOLEGGIO AUTOMATICO CHE PERMETTE AI CITTADINI DI CONDIVIDERE L’USO DI UN PARCO DI BICICLETTE PUBBLICHE, IMMEDIATAMENTE ACCESSIBILI NELLE VIE E NELLE PIAZZE DELLE CITTÀ. E’ STATO TRADOTTO IN ITALIANO CON BICICLETTE PUBBLICHE O CONDIVISE, MA SEMBRA PREVALERE LA DIZIONE ANGLOSASSONE, COMPLICE ANCHE LA NOSTRA ESTEROFILIA.

In Italia sono già presenti da alcuni anni due dei tre sistemi più diffusi in Europa, ma nel complesso il servizio, anche solo dal punto di vista dimen­sionale, è ancora giovane e ha ampio margine di crescita: nei 67 comuni, di cui 26 capoluoghi di provincia, che hanno attivato il servizio il numero to­tale delle bici in condivisione si aggira attorno a 2500, a fronte delle 4000 nel­la sola Lione o delle 1500 di Barcellona (6000 a regime), per non considerare le oltre 14.000 di Parigi (20.000 a regime).
I sistemi di bike sharing si distin­guono per il modo con cui si prele­va la bici: con una chiave meccanica, con una tessera elettronica, o con un codice ricevuto via telefono da una centrale operativa. Il sistema a chiave meccanica è stato il primo sperimenta­to, quello a tessera elettronica sembra essere il favorito ed è stato scelto nelle ultime realizzazioni sia in Europa che in Italia, mentre quello a chiamata è rimasto circoscritto alle città tedesche, oltre a Londra

Il sistema a chiave meccanica, introdotto in Italia a Ravenna nel 2000 da Fulvio Tura, ideatore del servizio “C’entro in bici”, è oggi il più diffu­so: è presente in 54 comuni, di cui 20 capoluoghi di provincia e un capoluogo di regione (Bologna) , con un parco di 1740 bici, utilizzate da 23.380 fruitori dal 2000 al 15/08/2007. In alcune città il servizio è riservato in parte o in Toto a un’utenza specifica: ai dipendenti della Regione 28 delle 60 bici installate a Bologna, a quelli della Provincia le 20 bici installate a Padova, ai pendolari le 86 bici installate a Ferrara, ecc.

L’utente che si iscrive al servizio ri­ceve una chiave meccanica, codificata e non duplicabile, che lascia incastrata nella rastrelliera dopo aver sganciato la bicicletta. La postazione di aggancio (stallo) è quindi riservata fino al ritorno dell’utente: il che lo vincola, impeden­dogli di lasciare la bici in un’altra sta­zione vicino alla meta raggiunta, ma al contempo gli garantisce di trovare lo stallo libero al momento della resti­tuzione. Questo vincolo può indurre a trattenere a lungo la bici, limitando così la movimentazione di ogni sin­golo mezzo. Negli stalli è possibile (a richiesta) inserire un sistema che consente di mo­nitorare il servizio, in particolare il tempo d’uso delle bici. I pregi di questo sistema sono la sua semplicità e il basso costo, che lo rendono adatto ai centri medio-pic­coli, dove infatti è diffuso. Nei comuni che lo hanno adottato, il servizio di noleggio è offerto gratuitamente e, cosa di non poco conto, consente all’utente che si è registrato nella sua città di utilizzare la chiave in quasi tutte le altre città che fanno parte del circuito “c’entro in bici”. L’elenco aggiornato è consultabile nel sito www.centroinbici.it

Il sistema elettronico è stato in­trodotto in Italia nel 2003 da Comuni­care Srl (Rivalta di Torino), con il servi­zio “Bicincittà”, progettato dall’arch. Gianluca Pin. Il servizio è presente in 15 comuni, di cui 6 capoluoghi di provincia e un capoluogo di regio­ne (Bari), con un parco di circa 800 biciclette e 1057 ‘cicloposteggi’ o stalli, e conta più di 10.000 iscritti, di cui oltre 5953 sono utenti attivi. Sono stati ef­fettuati 67.351 prelievi di bici al 12/2/2007.

L’utente avvicina una tesse­ra elettronica, con banda ma­gnetica o microchip, a un let­tore integrato in ogni stallo, viene riconosciuto dal server centrale al quale lo stallo è connesso e preleva la bici fat­ta sganciare dal server che può riconsegnare in qualunque altro stallo in città. E’ quest’ultimo particolare il grande vantag­gio del sistema, che però si ac­compagna al rischio di non trovare uno stallo libero al momento dell’arri­vo a destinazione. Per limitare il rischio è stato previsto sia un numero di stalli superiore a quello delle biciclette, in rapporto di 8:10, sia il monitoraggio costante e in tempo reale dei flussi d’uso – per sapere quando e dove oc­corre ridistribuire il parco bici – si ha in­fine la possibilità di consultare sul sito web www.bicincitta.com la situazione in corso in ogni stallo di ogni città in cui il servizio è attivo. Un tratto distintivo di Bicincittà è poi la disponibilità di pensi­line in cristallo con pannelli fotovoltai­ci integrati, la cui produzione elettrica è cedibile alla rete attraverso il Conto Energia. I pregi del sistema elettronico - poter riagganciare la bici in qualun­que stallo della città, e il control­lo remoto e immediato del parco bici - rendo­no il servizio più flessibile e accessibile, a vantaggio della mag­giore movi­mentazione dei mezzi, e facilitano la manutenzio­ne delle bici bisognose di intervento (quelle ripetutamente rifiutate dagli utenti), ma richiedono una gestione più complessa e onerosa. E’ per lo più chiesto ai cittadini un piccolo contribu­to economico, e le tariffe invitano all’uso frequente e breve delle bici (prima ora o mezz’ora gra­tis). A Parma, dove il Comune ha scelto il sistema elettronico di Bicincittà e avviato il servizio nel 2006 con 50 bici (affidando­ne la gestione a Infomobility), la movimentazione delle bici è aumentata in un anno del 50%.

Le biciclette di Centroinbici e di Bicincittà sono state pro­gettate ad hoc, con telaio, ruo­te e mozzi rinforzati, selle regolabili ma non asportabili, e cestino anterio­re. Le prime hanno la forcella anteriore ammortizzata e ruote da 26”, le secon­de hanno le ruote da 28” e possono essere dotate di cambio. La solidità dei mezzi non è una difesa sufficiente dal vandalismo e dall’usura, né dai furti. E’ la qualità del servizio di manutenzione a decretare il successo o meno dell’in­tera iniziativa.

Una variante estera del sistema elettronico, presente a Lione e Bar­cellona, prevede un unico lettore a forma di totem che comanda tutti gli stalli di una stazione, anziché stalli con singoli lettori integrati. E’ una so­luzione più economica ma comporta il rischio di code. La soluzione ottimale – abbinare totem e stalli con lettore integrato – realizzata recentemente a Parigi, è ovviamente la più costosa in assoluto.

Il Comune di Milano, che insie­me a quello di Roma ha annunciato di voler introdurre il servizio di bike sharing a breve, ha scelto il sistema elettronico e sembra orientato ad adottare la soluzione del totem.