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50 Biciclette rubate agli stalli Bike Sharing. Mettiamo Videosorveglianze PDF Stampa E-mail
 
 
Strappate dalle rastrelliere, non reinserite nel meccani­smo elettronico a fine turno con un trucco, portate via se­gando nella notte i perni che le bloccavano: sono già 50, su 200, le biciclette del bike sha­ring rubate dal 1 giugno, gior­no in cui il servizio ha ripreso a funzionare. E all’Atac c’è chi pensa ad un boicottaggio. Il danno economico per l’azienda si aggira sui 13.500 euro, anche se le bici sono co­perte da assicurazione. «Sia­mo dispiaciuti, ma andiamo avanti - assicura il presidente dell’Atac Massimo Tabacchie­ra - I vandali e i ladri hanno danneggiato soprattutto gli utenti e la comunità, più che noi. Abbiamo ordinato altre 100 bici, arriveranno fra bre­ve. E tra il potenziamento dei controlli e le soluzioni tecni­che che troveremo, siamo cer­ti di ridurre al minimo in bre­ve tempo questi comporta­menti illeciti».

E’ vero che secondo l’Atac anche a Parigi hanno gli stessi problemi, con 8 mila bici spa­rite e 16 mila danneggiate in due anni. Ma Luca Avarello, re­sponsabile della direzione Tra­sporto pubblico e del servizio ipotizza qualcosa di più del vandalismo e del desiderio di portarsi a casa una bici fiam­mante: «E’ strano che in soli 23 giorni si siano verificate tutte queste sparizioni. Forse c’è qualcuno cui dà fastidio che il bike sharing funzioni co­sì bene». Perchè i dati per l’azienda sono confortanti: i nuovi iscritti sono 550, che con i vecchi portano il totale degli utenti a 3200. «Fra l’al­tro - puntualizza Tabacchiera - a chi ci accusa di aver voluto danneggiare gli utenti facen­do pagare 50 centesimi anche la prima mezz’ora di utilizzo, finora gratuita, ricordo che l’80% degli utenti si ferma pro­prio ai 30 minuti. Solo il 2,5% arriva a 4 ore di utilizzo».

Dal 1 giugno sono state 3402 le ore di impiego delle bi­ci, con un’entrata per l’azien­da di 4.300 euro. «Una cifra che certo non incide molto sul nostro bilancio - aggiunge il presidente - ma ci teniamo a offrire alla città un servizio uti­le ed ecologico. Però serve tempo per metterlo a punto». Si sta studiando per esem­pio la possibilità di estendere l’uso del servizio anche ai mi­norenni: per ora per affittare una bici ci vogliono 18 anni, ma non più una cauzione, co­me prima. Si pensa anche a au­mentare la sorveglianza, po­tenziando le risorse dedicate ai controlli presso i 19 par­cheggi del bike sharing, con verifiche anche notturne e an­cora più frequenti. «Il servizio andrà avanti - conclude Tabac­chiera - tanto più che i prini risultati sono stati molto inco­raggianti. Non ci faremo certo fermare dall'inciviltà e prose­guiremo, secondo le indicazio­ni del Campidoglio, a aumen­tare posteggi e bici».

Ester Palma