Bike Sharing a Roma, Milano, Parigi e non solo di A.D.P. |
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Domenica 26 Luglio 2009 06:38 |
La mobilità privata a Roma è del 56%: unica in Europa (e non solo). Per agevolarla si costruiscono opere colossali ad essa riservate (esempio: la Galleria Giovanni XXIII) ed anche piccole, ma dispendiose ed insignificanti (esempio: spostamento del tram su via Flaminia per liberare al traffico privato "da fluidificare" via Gianturco e collegarla, così, al muro torto). La sicurezza stradale a Roma è una chimera: alto numero di incidenti, morti, feriti, inquinamento, malattie da stress, perdita di ore e ore nel traffico, violenza violenza violenza. Tragica situazione coperta dal ferreo SILENZIO dei media (copertura simile a quella eseguita sul reattore incidentato di Cernobyl). Il Trasporto Pubblico al 18,2 % della mobilità (Trenitalia, Atac, Cotral, Metro), con i mezzi dell'ATAC privi di certezze ed ampiamente giustificati dalle frequenze ufficiali di 60 minuti (oltre 80% dei mezzi), che aggravano lo stato di tensione, di stress e di violenza violenza violenza. Anche i taxi collaborano attivamente a questa violenza sulla strada: un esempio proviene dal caso unico al mondo: quando si chiama telefonicamente un taxi è già assurdo ed immorale che si paghi l'attesa; non basta: PIU' IL TAXI RITARDA E PIU' SI PAGA PRIMA DI TOCCARE LA LAMIERA DI QUEL "prezioso" TAXI. (A Roma questa è la violenta violenta violenta norma ufficiale.) Resta quel 25,8 % di "mobilità dolce", di "mobilità sostenibile": pedonale e ciclistica. Anche questo settore è intriso di violenza violenza violenza: marciapiedi illegalmente occupati dai mezzi, assenza di strisce pedonali o malridotte e maltenute, fermate bus perennemente occupate illegalmente, carenza (eufemismo) della segnaletica orizzontale e verticale, semafori "intelligenti" per ammazzare i pedoni, assenza di una rete ciclabile e ciclisti costretti a muoversi in assenza di sicurezza stradale, ecc. In questa rappresentazione manca la figura del portatore di handicap, dell'anziano, della donna in stato interessante o con figli piccoli, ecc.  la cui mobilità è facile da immaginare. Chi amministra Roma pensa di attuare quel "Bike Sharing" che è attivo, da anni, in Europa. Avendo uno scopo opposto a quello perseguito dai Bike Sharing esteri (fare cassa invece di far trasferire mobilità da quella inquinante, rumorosa, insicura e costosa a quella dolce, sostenibile e salutare) non può copiare i sistemi esistenti, collaudati dai risultati conseguiti (e da conseguire). In allegato trovate la situazione delle città gemelle (dal 1957), Parigi e Roma alle quali abbiamo aggiunto Milano (quest'ultima è partita il 28 novembre 2008 ed ha intrapreso un buon cammino). Meditate gente. ROMA:  In 19 stazioni 09.11.2007 - ANNUNCIO. 15 gen. 2008: si attiva fase sperimentale x 6 mesi. 22 postazioni, 250 bici.                                             Entro il 2008 attivare 20.000 bici. Attivazione effettiva: giugno 2008 con 19 stazioni e 130 biciclette. Obiettivo:  ………….. fare cassa /    Strumento: SI PAGA.    MILANO: Attivazione: 28 novembre 2008 con 65 rastrelliere e 800 biciclette.  Obiettivo: incrementare la mobilità dolce / Strumento: GRATIS primi 30 minuti. Aumentata la mobilità ciclistica: dal 6 % nella città fino al 20% nel centro storico.   PARIGI Attivazione fase sperimentale: luglio 2007 con 750 postazioni e 10.000 biciclette  Obiettivo: raggiungere con la bici il 40% della mobilità cittadina.Strumento: servizio efficiente ed efficace per qualità e quantità e Gratuità                      entra i 30 minuti. Se entro i 30 minuti scambi la Bici, al momento dello                      scambio scattano i nuovi 30 minuti gratuiti. Così per n  volte, sempre.                      Superati i primi 30 minuti: SI PAGA.         I dati su Roma, Milano e Parigi si riferiscono alla situazione al 27 giugno 2009 rilevata dall’ADP – Associazione Diritti dei Pedoni   Vito Nicola De Russis Associazione Diritti dei Pedoni di Roma e del Lazio
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Ultimo aggiornamento Domenica 26 Luglio 2009 06:42 |