Home Notizie sulla Ciclabilità Proposta Piste Ciclabili anche mezzi ecologici. CHE NE PENSATE?
Proposta Piste Ciclabili anche mezzi ecologici. CHE NE PENSATE? PDF Stampa E-mail
Lunedì 27 Luglio 2009 16:34

 

Salve, avevo girato la proposta agli amici del gruppo ciclistico romano di
Legambiente che ci leggono in copia. Mi sembra opportuno chiedere a loro
un'opinione, li sollecito volentieri. A me un po' spaventa l'idea di far
circolare bici e motorini, per quanto elettrici, sulla stessa sede. Ma
sentiamo che cosa ci dicono persone più ferrate di me...
Ci sentiamo
Marco

Abbiamo inviato ad alcuni ciclisti e associazioni per sondare la Loro opinione, che inseriamo di seguito:

 Caro Maurizio,
l'opportunità di rendere possibile la promiscuità tra biciclette e motocicli
elettrici sulle piste ciclabili, va - a mio parere - valutata su:
compatibilità ambientali totalmente differenti (la compatibilità dei veicoli
a trazione umana o con assistenza elettrica è evidentemente di molto
superiore per ovvi motivi),
Inoltre porrei molta attenzione alla tematica considerando che i parametri
progettuali delle piste ciclabili (pendenze trasversali, rugosità dei manti,
caratteristiche geometriche delle curve etc, sono dimensionati e studiati
per biciclette e/o veicoli limitati nella velocità massima raggiungibile).

Cordiali saluti
Marco Contadini

____________________________________________________________________________

Ing. Marco Contadini
Servizio Biciclette e Ciclabilità - Head of Ciclyng office

Dipartimento X Politiche Ambientali e Agricole - Department X Environmental
Policies

00183 Roma - P.le di Porta Metronia, 2
Tel.: (+39) 06-671071239, Mobile (+39) 348-1541190, Fax (+39) 06-67109535
e-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 Noi siamo per l'innovazione ed il progresso. Non conosciamo minimamente il
P.I.V.E. ma, pensiamo, sia uno dei frutti del terzo millennio: ci permetterà
di buttare alle ortiche la mobilità naturale (umana, del pedone) per
aiutarci ad andare più veloce e con poca (o niente) fatica.
Ci piace pensare a tutti gli sforzi che fanno gli scienziati per trovare
medicine sempre più efficaci per la cura delle malattie respiratorie che,
sempre più, colpiscono le nuove generazioni. PUNTO
Fate figli. Fateli crescere, come pacchi postali trasportati dai vostri
mezzi privati, nell'inquinamento dell'aria e del rumore. Consegnateli nelle
mani dei dottori per avere il responso che il loro apparato respiratorio è
compromesso. Per tutta la loro vita (che, attualmente, si prevede
centenaria). E' il traffico. E' questa "frenesia" della velocità. E' questa
disumanizzazione nella quale viene compresa la violenza, l'odio,
l'intolleranza e, non ultimo, il disprezzo della Vita.
Eleggete a Roma un sindaco che, inquinando la consolidata cultura sui
marciapiedi ("spazio" predisposto per i pedoni, art. 190 CdS) nel PGTU, a
pag. 107, legalizza il parcheggio delle moto (motorini) sui marciapiedi
lasciando al conduttore del mezzo il giudizio sullo restante spazio
disponibile per il transito dei pedoni (donne con carozzella, anziani,
adulti con bambini, ecc.). Da qui si parte per considerare il marciapiede
come una appendice "privilegiata" della carreggiata (si può percorre con la
bici nei due sensi).
Già si verifica la trasformazione di marciapiedi in pista ciclabile:
condominio pedoni ciclisti. Disattesa totalmente la legge regionale Lazio
del 1990 che obbliga la costruzione delle piste ciclabili durante la
costruzione di nuove strade o in presenza di manutenzione straordinaria
della strada: ZERO, in 20anni.
Come giustamente sostiene il direttore de "La Nuova Ecologia", "spaventa
l'idea di far circolare bici e motorini, per quanto elettrici, sulla stessa
sede".
Perchè continuare su questo "progresso" che crea problemi invece di ridurre
i problemi?
Noi dell'ADP abbiamo già aperto, in Italia, il discorso sulla istituzione
della "Spazio condiviso": disponibili a parlarne ovunque.

Cordialmente,

Vito Nicola De Russis
Presidente Associazione Diritti Pedoni

I motorini elettrici saranno anche "ecologici" (questione molto
opinabile su cui preferisco glissare), ma la velocità alla quale si
spostano ed il relativo momento inerziale li rendono assolutamente
inadeguati ad una circolazione promiscua su sedi (le piste ciclabili
romane) inadeguate già del loro. Proposta bocciata.

Ciao

--
Marco Pierfranceschi
Dipende. Non so quale sia la VELOCITA' dei motorini elettrici. Mi sembra una proposta interessante comunque per far decollare le piste ancora scarse rispetto alle altre città europee.
Ciao
Luisa

Ciao,
sono Dino Pesce del circolo di S. Lorenzo.
Quali sarebbero questi mezzi altrettanto ecologici rispetto alle bici?
Direi le nostre gambe e poi?
Se si intendono i motorini elettrici direi di no.

Secondo me una rete 'adeguata' di piste ciclabili dovrebbe essere riservata esclusivamente alle bici (anche quelle con pedalata assistita) ed escuderei anche i pedoni, in quanto rallenterebbero il traffico.
Per non essere frainteso dico che ai pedoni va data assoluta priorità e dunque una buona amministrazione deve dare innanzitutto ai pedoni spazi adeguati per muoversi.


Un saluto
Dino Pesce

-----Messaggio originale-----
Da: giotergg [mailto: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ]
Inviato: martedì 8 settembre 2009 21.58
A: direttore
Oggetto: Presentazione del prototipo P.I.V.E


All'attenzione di Marco Fratoddi

Ciao Marco, per essere sincero pensavo che La nuova ecologia del mese di
settembre riportasse almeno due righe per quanto riguarda la mia proposta,
"aprire le piste ciclabili a tanti altri veicoli altrettanto ecologici", non
importa, evidentemente ci saranno state tutte le buone ragioni per non
farlo.Visto che dal 16 settembre al 22 sarà la settimana europea per la
mobilità sostenibile, se vuoi scrivere qual cosa nel prossimo numero te ne
sarei grato.
Con stima
         Giovanni Francola


Giovanni Francola
Loc. Gricciano snc
01034 Fabrica di Roma (VT)
cell:  360-506017
mail:  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
e, la sua proposta in prima battuta mi ha lasciato perplesso, nel senso
che è già molto difficile trovare spazi di rispetto per i ciclisti. Però
chissà, magari la sua intuizione è giusta... Ci legge Maurizio Santoni, che
è impegnato in Legambiente (e non solo) nella promozione della mobilità
ciclistica, mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa (sperando che possa
risponderci).

Cordialmente

Marco Fratoddi
 
Direttore responsabile
La Nuova Ecologia
il mensile di Legambiente
0686203691
3357417705
www.lanuovaecologia.it


Gent.mo Marco, desidero illustrarti una mia idea progettuale.
Sarebbe per me, di grande aiuto conoscere il tuo parere.
Perchè nel prossimo numero  La nuova ecologia non pubblichi questa mia
proposta, per vedere anche come risponde il semplice cittadino difronte a
queste tematiche?
------------------------------------------------

Perché non aprire le piste ciclabili ad altri veicoli ecologici?

Attualmente il Codice della strada prevede che le piste ciclabili possono
essere transitate esclusivamente da velocipedi o da biciclette a pedalata
assistita.
Perché non si realizza una rete capillare di piste ciclabili o meglio
"percorsi ecologici"su tutto il territorio nazionale e dare la possibilità
ad altri veicoli altrettanto ecologici ad esempio: monopattini elettrici,
biciclette elettriche e microcicli elettrici di transitare liberamente su
tali percorsi?
Chiaramente adottando  tutte le dovute regole comportamentali.
 Iniziando così una intermodalità sostenibile con treni, metro e pullman di
linea, si potrebbero ottenere duplici benefici: una mobilità sostenibile
diversificata e condivisa, riduzione di ingorghi e inquinamento e ulteriori
opportunità in termini occupazionali.

Caro Giovanni,
non sono dott. ma professor (scherzo naturalmente), ho detto al Direttore di Nuova Ecologia che a prescindere che le piste sono ciclopedonali, promiscue,etc. sono favorevole per un motivo che ritengo importante: frequentando le piste sono più sicure e più vivibili.
Questo è il motivo che ritengo utile il tuo progetto.
Maurizio Santoni

> All'attenzione del Dott.Maurizio Santoni
>
> Gent.mo Maurizio, prima di pubblicare la mia idea
> progettuale sulle piste ciclabili,per capire se e
> condivisa o no, desidero mandarLe per intero il progetto.
> Così potrà farsi un idea più completa.
> --------------------------------------------
>  Fabrica di Roma (VT) Progetto P.I.V.E
>
> Una sintesi di questa mia proposta è stata pubblicata dal
> Corriere della Sera il 6/7/09
>                                                          
>                            Oggetto: Realizzazione di una
> rete capillare di piste ciclabili e aprirle a tanti altri
> tipi di veicoli ecologici.
>
> Cosa è il progetto P.I.V.E?
>
> P.I.V.E sta a significare “Percorsi Italiani Veicoli
> Ecologici”.
>
> IL PROGETTO PROPONE DI:
>
> Rivedere e modificare il Codice della strada che definisce
> la pista ciclabile come parte della strada riservata
> esclusivamente alla circolazione dei Velocipedi.
>
> Rivedere e modificare la Direttiva 2002/24/CE
>
> Rivedere e modificare il D. M. 31 Gennaio 2003 di
> recepimento della Direttiva 2002/24/CE i veicoli a motore
> a due o tre ruote aventi una velocità massima - per
> costruzione – superiore a 6 km/h e che non siano
> velocipedi a pedalata assistita, ne costruiti per uso di
> bambini o invalidi, sono da ricomprendersi a seconda delle
> prestazioni e delle caratteristiche costruttive tra
> ciclomotori o tra i motocicli.
>
> Al fine di dare la possibilità a tanti altri veicoli es.
> monopattini elettrici, biciclette elettriche e microcicli
> elettrici ecc. di  poter circolare su “percorsi totalmente
> segregati” paralleli  a strade aperte al traffico ma
> separati da guard-rail, cordoli e marciapiedi,  o per
> “Percorsi logicamente segregati” essendo porzioni di
> carreggiata riservata indicata da segnaletica.
>
> Attualmente il Codice della strada prevede che tali piste
> possono essere transitate esclusivamente da velocipedi o
> da biciclette a pedalata assistita.
>
> Infine poter estendere il progetto“dopo una prima fase
> sperimentale regionale o nazionale”, su scala Europea o
> Mondiale.
>
> Il fine del progetto non è nel fatto di sminuire le virtù
> della bicicletta, bensì di rilanciare veicoli altrettanto
> ecologici, dando così prova che è possibile una viabilità
> diversificata e condivisa.
>
>                                                          
>  Criticità Trovare una giusta fluidità e condivisione da
> parte di tutti i veicoli in sosta che in transito su tali
> percorsi.
>
> Necessità di ampliamento di carreggiata di alcune piste
> ciclabili, la dove si dovesse registrare un flusso di
> circolazione più intenso.
>
> Ulteriore intensificazione di controlli e segnaletica
> specifica.
>                                                          
>  Costi Dal momento che in Italia i chilometri in piste
> ciclabili previsti sono circa di un totale di 12.000, ma
> realizzati solo il 10%, i costi di tale operazione
> rientrerebbero decisamente in quelli già pianificati.
>
> Costi accettabili aggiuntivi per l’ampliamento di
> carreggiate e per l’istallazione di ulteriore segnaletica
> orizzontale e verticale.
>                                                          
>  Benefici
>
> Ottenere una mobilità più sostenibile, fluida e
> diversificata all’interno di tali percorsi.
>
> Ottenere una intermodalità sostenibile tra questi
> ulteriori veicoli con: Treno- Metro- Pullman e Taxi
>
> Opportunità in termini di posti occupazionali in
> riferimento alle continue realizzazioni, manutenzioni e
> controlli di tali piste.
>
> Aumento di operatori nel settore  aziende produttrici di
> veicoli ecologici, non meno di altrettanti  posti di
> lavoro nell’indotto manifatturiero e innovativo
> industriale.
>
> Sperimentazione che vedrebbe L’Italia leader nella
> pianificazione di progetti rivolti alla mobilità
> sostenibile e attenta a problemi ambientali.
>
> Possibili investimenti da parte di società private/miste
> in termini di strutture che andrebbero a sorgere lungo
> tali percorsi ecologici, es. “colonnine di ricarica,
> ristori, officine ecc.”, dando così ulteriori servizi agli
> utenti.
>
> Avendo una viabilità su tali percorsi diversificata e
> condivisa, si presuppone che ci sia una maggiore
> manutenzione e rispetto di questi percorsi ecologici.
>
> Possibile diminuzione di traffico nelle carreggiate
> stradali urbane, la dove si verrebbero a creare capillari
> percorsi ecologici alternativi.
>
> Possibile diminuzione di ingorghi sulle principali arterie
> urbane.
>
> Possibili tempi ridotti di percorrenza di particolari
> strade urbane.
>
> Possibile contributo per risolvere il problema
> “parcheggio”.
>
> Ulteriore beneficio in termini  di qualità dell’aria
> all’interno dei grandi centri urbani, la dove la mobilità
> è altamente congestionata.
>
> Mi auguro di cuore che da questa mia idea progettuale
> possano nascere più opportunità, in termini occupazionali
> “in un periodo particolarmente difficile”. Di un
> cambiamento di pensiero da parte di tanti giovani e non
> solo, che concepiscono la “velocità” come unica regola di
> vita e l’autovettura come “status-symbol”, di poter
> interpretare e vivere il proprio territorio con più
> pluralismo e con una crescente cultura nel rispetto e
> nella salvaguardia dell’ambiente.
>
>
> Ringraziando fin d’ora per l’attenzione che vorrà
> dedicarmi, porgo i più cordiali saluti.
>                                                     
> L’ideatore del progetto P.I.V.E
>                                                          
>        Giovanni Francola
>
>
> Giovanni Francola
> Loc. Gricciano snc
> 01034 Fabrica di Roma (VT)
> cell:   360-506017
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                    Giovanni Francola
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Ultimo aggiornamento Giovedì 10 Settembre 2009 16:43