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Mobilità Sostenibile: è ora di dare la precedenza a Pedoni e Ciclisti PDF Stampa E-mail
Giovedì 24 Settembre 2009 20:43
Mobilità sostenibile: è ora di dare la precedenza a pedoni e ciclisti PDF Stampa E-mail
Scritto da Guido Petrangeli   
martedì 22 settembre 2009
Dal 16 al 22 settembre nelle strade europee c’è stato molto più spazio per pedoni e ciclisti. L’appuntamento è stato quello con la settimana europea della mobilità, un’iniziativa nata nel 2002 in seno alla Commissione Europea per rilanciare un'idea di mobilità urbana più a misura d’uomo. Andiamo a scoprire da vicino cos’è questa mobilità sostenibile e come vivono pedoni e ciclisti nelle nostre città con Vito De Russis, presidente Associazione Diritti dei Pedoni di Roma e Lazio.

Presidente cosa vuol dire mobilità sostenibile e che significato ha questa settimana  europea della mobilità?

“Tra i diritti universalmente riconosciuti alla persona umana vi è il diritto di libertà di movimento. Questo diritto si esercita sul suolo ad suo pubblico, destinato alla mobilità dei pedoni, dei veicoli e degli animali. Sulla strada vige il rispetto al diritto alla dignità della persona umana: ne consegue la parità dei diritti e dei doveri di ogni persona che usufruisce di tale suolo. Negli anni, la differenza della velocità di movimento tra i vari soggetti e l’uso di veicoli hanno disarmonizzato l’equilibrio esistente e creato incidenti stradali, danni economici, danni ambientali e danni sociali come l’imbarbarimento della convivenza. Con Mobilità sostenibile si usa indicare la ricerca di un nuovo equilibrio basato sul rispetto delle regole stabilite. La settimana europea della mobilità, nata dall’ iniziativa francese della giornata senza auto (22 settembre di ogni anno, ndr), vuole richiamare tutti i cittadini della Comunità europea ad un uso più equilibrato ed armonioso del suolo pubblico, dato che il tributo di sangue umano versato sull’asfalto è intollerabile. Per questo la UE , nel 2001, stabilì il termine del 2010 per ridurre del 50% il numero dei morti riscontrati nel 2001”.

La sua associazione ha sede a Roma, di conseguenza la vostra esperienza vi porta a lavorare a stretto contatto con i problemi urbani di questa città. Qual’é la situazione della mobilità nella capitale?
“L’Associazione per i Diritti dei Pedoni è per la realizzazione, anche sulle strade italiane, della convivenza civile. Ma situazione è ardua perché Roma ha 952 veicoli per mille abitanti e presenta un’ irrisoria percentuale di mobilità pubblica, parliamo di circa il 18%. La presenza del 56% di mobilità privata crea traffico, ingorghi e paralisi con circa un morto e settanta feriti al giorno per incidentalità stradale. Senza considerare i rilevanti danni per inquinamento da vari materie, principalmente quelle provocate da Pm10 e suoi sottogruppi. Quindi, a Roma, i pedoni vivono un'esistenza infernale e disumana”.

A cosa vanno incontro, tutti i giorni, i pedoni e i ciclisti romani?
“I Pedoni e ciclisti romani pagano pesantemente questa tragica situazione e la paura per la loro incolumità aumenta sempre più. A Roma manca una rete di piste ciclabili e il mitico ciclista Fulco Pratesi ha recentemente sostenuto, su un quotidiano, l’uso dei marciapiedi promiscui, cioè il transito delle biciclette sui marciapiedi. Questo è l’opposto della mobilità sostenibile: dare più spazio e libertà ai veicoli, togliere più spazio e impaurire i pedoni. I pedoni, aggrediti sui marciapiedi da auto, moto, tavolini, fioriere, gazebo ed ora anche dai ciclisti, dove dovranno ripararsi?”.

Cosa propone, in merito, la vostra associazione?
“La nostra Associazione ha proposto - interessando l’ottava Commissione del Senato - l’inserimento nel Codice della Strada della normativa sullo spazio condiviso, ovvero l’eliminazione, da certe aree urbane, di ogni segnaletica per rendere lo spazio fruibile da tutti secondo le buone regole della convivenza civile: rispettando il diritto alla dignità della persona umana e il diritto di libertà di movimento per tutti”.

Cosa si può fare per rendere le nostre città più vivibili sotto l’aspetto del trasporto urbano?
“Se c’è volontà politica si possono attuare soluzioni semplici, senza spese ed in tempi rapidi. Sicuramente bisogna rendere efficiente il trasporto pubblico locale, trasformandolo in un vero e proprio servizio e non in semplici mezzi che circolano per le strade. Occorre costruire, nell’arco di un anno, mille km di corsie preferenziali, da capolinea a capolinea, senza alcuna interruzione per bus e taxi di turno. La frequenza del passaggio dei bus deve essere certa e garantita: deve avvenire massimo ogni 15 minuti. Vanno rimessi gli orari dei passaggi alle fermate e va prevista una quota di rimborso, nel caso di gravi ritardi, diretta agli utenti abbonati o possessori di biglietti. Si potrebbe rilasciare una particolare tessera ai minorenni - fino a 14 anni - che permetta il viaggio gratuito ad un familiare adulto che l’accompagna. Inoltre si deve puntare sull’ informazione con uffici preposti a comunicare con il pubblico, così come si conviene ad una convivenza civile”.

Cosa stanno facendo governi centrali e locali per andare incontro ai bisogni dei pedoni?
“Non stanno facendo nulla. Poiché il pedone non è un consumatore di prodotti importanti per le lobby - auto, petrolio e assicurazioni - bisogna colpirlo al fine di educare gli altri pedoni all’uso del mezzo privato. Purtroppo, manca la fase educativa perché vige il ferreo silenzio sulla giornaliera carneficina stradale. Visto che certe morti hanno una settimana di clamore, funerali di Stato e lutto nazionale, l’ignorare la morte sulle strade e quelle sul lavoro enfatizza la violazione dell’articolo 3 della Costituzione italiana (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, ndr). A meno che non si dichiari che si è contro la pena di morte escludendo la morte sulle strade”.
Ultimo aggiornamento Venerdì 25 Settembre 2009 18:28