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Bici in Città contributo di Fulco Pratesi e Gianfranco Di Pretoro PDF Stampa E-mail
Lunedì 16 Novembre 2009 20:33

Bici in città

25 ottobre 2009 - Categoria: Ecomportamento

Il fatto che il Comune voglia ancor più intensificare la politica favorevole alla bicicletta non può che confortare chi da anni si muove con questo veicolo in città.
Quando, nel 1973, con la prima grande crisi petrolifera, decisi di muovermi per Roma solo in bicicletta, le cose non furono affatto facili.
A quel tempo, l’agile ed elegante “cavallo di ferro” era considerato un veicolo da poveracci affannati e sudaticci. Molti androni e cortili esponevano il cartello di divieto alle biciclette, dal finestrino delle auto venivano grida di scherno e la maggior parte delle persone invitate da me a provare (anche per ragioni ecologiche) la bici, adduceva come scusa le troppe salite di Roma, il non voler arrivare sudati in ufficio, la pericolosità del traffico.Ancora oggi vedere ciclisti per le strade di Roma è difficile.
A me piace moltissimo pedalare: non si fa rumore, non s inquina, si può vedere il cielo, il volo degli uccelli e le facciate dei monumenti che dai finestrini delle auto è difficile.
Certo, gli inconvenienti per un ciclista urbano non sono pochi, come insegna la mia ultratrentennale esperienza. Mi sono stati rubati ben sette velocipedi, una caduta mi ha causato la rottura di un incisivo e lo smog non perdona. Anni fa, mia moglie, che era andata a ritirare una radiografia del mio apparato respiratorio, si sentì dire dal radiologo “Signora, suo marito fuma troppo! Gli dica di smettere”.
Per incentivare ancora una già promettente evoluzione occorrerebbero alcune altre iniziative.
Accanto alle ancora rare piste ciclabili  bisognerebbe creare, come in molte città estere, dei “marciapiedi promiscui” in cui, accanto a un settore dedicato ai pedoni, ve ne sia un altro per il passaggio delle biciclette.
Penso ad esempio a uno di questi che potrebbe andare dal Cimitero del Verano al Villaggio Olimpico, passando per i viali Regina Margherita, Liegi, Parioli, Pildsusky. Oppure ai viali Mazzini, Delle Milizie e Giulio Cesare, tutti con marciapiedi facilmente attrezzabili.
Ma, prima di tutto, sarebbe necessario far opera di convinzione tra i cittadini, lanciando appelli,  facilitando il trasporto della bici sui mezzi pubblici e sui treni (oggi ancora molto problematico) rendendo più diffusi i meccanici abilitati alle riparazioni.
Senza illudersi però: le salite dei Sette Colli fanno ancora paura e i romani sono pigri.

One Response to “Bici in città”

  1.  gianfranco di pretoro scrive:

    Egregio sign.Fulco Pratesi
    la conosco perchè ogni tanto ci salutiamo in bicicletta o ci troviamo in qualche convegno
    ambientalista.In qualità di vice coordinatore di Roma Ciclabile la ringrazio per le continue
    sottolineature sulla mobilità di questo straordinario mezzo.
    Ne è di esempio l’accenno nel suo ultimo reportage riguardante la Scozia(la Repubblica del 4/11 u.s.)nel quale sottolinea la separazione del transito pedonale e ciclistico su gran parte
    dei marciapiedi.
    Il nostro impegno è costante,prima con Progetto Bici e poi con Roma Ciclabile,perchè
    crediamo che almeno il 3% dei cittadini romani si spostino in bicicletta quotidianamente
    invece degli attuali 0,7%.Aspettiamo un’amministrazione più sensibile e responsabile ma
    soprattutto la rivoluzione silenziosa dei giovani,veri assenti della ciclabilita’.
    Saluti con affetto Gianfranco Di Pretoro ,socio ordinario del wwf