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in 1 anno mangiamo 100.000 particelle di plastica. PDF Stampa E-mail
Scritto da Santoni Maurizio   
Lunedì 17 Giugno 2019 08:06

 
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In un anno mangiamo o respiriamo fino a 120 mila particelle di microplastica. E chi beve acqua in bottiglia 90 mila in più

Shutterstock

La plastica è diventata invadente. Spiagge, mari, persino le cime dell’Everest sono coperte di rifiuti che non se ne andranno mai. D’altra parte se la popolazione umana compra 1 milione di bottiglie di plastica al minuto e vengono usate 500 miliardi di cannucce ogni giorno, quando solo il 7 per cento viene riciclato, il risultato è sotto agli occhi di tutti. Ma non si tratta solo di qualcosa di brutto da vedere.

 

La plastica infatti, per effetto del sole, della pioggia e del vento, non si degrada ma si spezzetta in microparticelle che si diffondono in ogni ecosistema. Gli effetti non sono ancora noti: si tratta di un problema ancora nuovo e la ricerca si sta muovendo solo ora. Si sa però che potrebbero interferire con il sistema ormonale, che assorbono sostanze tossiche e le possono trasferire al sistema digestivo, che si insediano nel cervello, forse rallentandoci, come fanno con i pesci.

 
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Finora si sapeva che gli animali più colpiti da questo tipo di inquinamento erano quelli marini, ma in aprile è stata pubblicata una ricerca dell’Università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca che dimostra che, a 3mila metri di altezza, sullo Stelvio, sono state trovate tracce di poliammide, polietilene e polipropilene, nell’ordine di 75 particelle per ogni chilogrammo di sedimento.

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Orb Media, una organizzazione di giornalismo indipendente, ha commissionato uno studio alla State University of New York per vedere se l’acqua che esce dal nostro rubinetto è pulita. La risposta è no. L’80 per cento dei campioni analizzati conteneva microplastica. I più alti livelli sono stati trovati negli Usa, in Libano e in India.

 

Orb media è andata poi a vedere se bere in bottiglia ci poteva mettere in salvo. L’ indagine ha permesso di confermare che anche in questo caso non ingeriamo solo acqua. Sono state poste sotto test 259 bottiglie che provenivano da nove Paesi diversi. Il 93 per cento erano positivi. In ogni litro ci sono almeno 10 particelle del diametro uguale o maggiore a quello di un capello umano.

Una nuova ricerca condotta da un team dell’Università di Victoria, Canada, ha però per la prima volta affondato il coltello nella piaga, andando a vedere il nostro livello di contaminazione. Ha scoperto che in media ciascuno di noi mangia da 39 mila a 53 mila particelle di plastica ogni anno. Che arrivano da 74 mila a 120 mila se si considera anche quello che si respira. Chi beve dalle bottiglie ne aggiunge altre 90 mila, chi dal rubinetto solo 4 mila.

Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno analizzato la letteratura scientifica precedente che forniva dati su quello che si poteva trovare nei pesci, nei molluschi, nello zucchero, nel sale, nell’alcool, nell’acqua e nell’aria. Poi hanno considerato la loro presenza nella dieta umana. In pratica ogni adulto consuma 142 particelle al giorno e ne inala altre 170.
Mettersi al riparo non sembra una opzione possibile, almeno fino a quando non avremo smesso di utilizzare e produrre altri oggetti di plastica e verrà trovato il modo di liberarci da quella che c’è.
Uno studio pubblicato su Nature Geoscience ha dimostrato l’ubiquità di questi pezzetti grandi da frazioni di millimetro a pochi micrometri dopo averli ritrovati nei Pirenei francesi, un’area scarsamente abitata. Vengono trasportati dagli agenti atmosferici, ovvero il vento e le precipitazioni acquose e nevose. E sono capaci di viaggiare anche a oltre 100 chilometri di distanza. Studi sull’aria di Parigi e di Dongguan, in Cina, hanno dimostrato che sul suolo delle città ricadono in media circa 36 fibre per metro quadrato al giorno lunghe 100 micron e 28 lunghe 200 micron.
Dei 335 milioni di tonnellate prodotti ogni anno, 60 provengono dall’Europa e il 40 per cento sono confezioni per alimenti. La sua produzione, nonostante sia ormai diffusa un certa sensibilità, non sta diminuendo. Entro il 20150 infatti è previsto che quadruplichi. A meno che i consumatori non inneschino un comportamento completamente differente.

Ultimo aggiornamento Lunedì 17 Giugno 2019 08:09