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IDEE e SICUREZZA PER RILANCIARE IL CICLISMO SU STRADA PDF Stampa E-mail

IDEE e SICUREZZA PER RILANCIARE IL CICLISMO SU STRADA

Oramai ho messo da parte le proposte del 2010 e 2016(per chi ha pazienza li troverete allegati n. 2 e 3)per un ciclismo in sintonia con i tempi che cambiano.

Quello non che accettero’ mai è che i corridori si rassegnino ai pericoli insiti nel ciclismo su strada.C’è tanto da fare ed i ciclisti sono i primi interessati.

E’ vero che il ciclista è un temerario che sfida l’impossibile “senza rete”ma prima di tutto è un essere umano che va’ rispettato .E questo non sempre si verifica,in particolare,nelle categorie giovanili.

Da organizzatore di eventi nazionali e regionali,da direttore di corsa(nonche’ giudice di gara) comprendo le difficolta’ di proporre una competizione ciclistica a traffico aperto,trovare gli sponsor ed i collaboratori per gestirla al meglio.Ai nostri giorni ,pero’,non basta piu’ far sopravvivere una manifestazione decennale,è il momento di chiedersi a chi puo’ interessare,quale spettacolo si vuole realizzare per coinvolgere il pubblico.Ho visto alcune gare con la presenza dei soli addetti ai lavori e questo danneggia l’intero movimento.La televisione ed il computer ci ha abituati ad un ritmo piu’ incalzante ed uno sviluppo meno scontato della competizione.E’ insopportabile seguire per ore la solita fuga mentre affascina l’ora del ciclocross e l’eliminazione in pista.Si tratta di  rinnovare il ciclismo agonistico su strada sulla base delle mutate esigenze sociali  sempre nel rispetto della sicurezza dei concorrenti.

Di seguito le mie proposte :

1 RIDUZIONE DEI KM DI GARA

Meno chilometri di gara,piu’ controllo del percorso,meno incidenti gravi.L’UCI sbaglia aumentando la distanza a seconda dell’importanza dell’evento(Olimpiadi,mondiali e classiche monumento UWT da 250 a 290 km.).Nel calcio,dalla Promozione regionale al Mondiale, la durata dell’evento,è sempre di 90 minuti,quello che cambia è la qualita’ del gioco.Ai giorni nostri non paga piu’ la resistenza del protagonista ma la sua tattica imprevedibile,la sua personalita’,i suoi attacchi.Senza dubbio, la lunghezza di 140/160 km o 4 ore di corsa,sono sufficienti per far esprimere ogni corridore.

La mia corsa perfetta per i professionisti?Partenza ed arrivo nella stessa citta’,un lungo giro di 100 km. per far conoscere il territorio circostante  lottando in 3 traguardi volanti o GPM,infine,l’arrivo in un circuito misto di 8 km. da ripetere 5 volte per un totale di 40 km.Lunghezza della gara totale km 140.In attesa dell’entrata nel circuito dei corridori,ci sara’ tanta musica e le gare tipo pista riservate ai giovani.La zona dell’arrivo semplicemente come lo stadio!

2 IL CIRCUITO

Solo il circuito chiuso al traffico motorizzato permette di curare al massimo la sicurezza dei corridori.Ogni albero,ogni spigolo di abitazione,sara’ protetta con materiale adeguato.Meno spese,meno mezzi e tanta visibilita’ della corsa.Ad un patto pero’:non proporre circuiti lunghi 12-  20 km come al mondiale.Ho visto e fotografato gli spettatori che dormivano mentre altri si curavano della gara attraverso il televisore del ristorante.Mi spiace,ma tutto questo è sconcertante! Come si fa’ a non capire che il corridore staccato di 12’ preferisce il box alla prosecuzione della gara.

Il mio circuito valido anche per i professionisti dev’essere lungo da 5 ad 8 km,meglio se non piatto.I piloti di F1 lottano a 300kmh in circuiti di circa 5 km(Monza km.5,793,Monaco km.3,780) e l’UCI insiste nel proporre anche per il 2023 a Glasgow un circuito di 14,4 km. per un totale di 277 km.Altro che rombo,con quella buona birra,ci sara’ chi russa almeno per 6 ore!

SAFETY MANAGER-RESPONSABILE PER LA SICUREZZA

Non finiro’ mai di chiederlo nelle gare minori,quelle regionali in particolare.Si vedono organizzazioni di gare pressapochiste con il direttore di corsa che non conosce la situazione attuale del percorso ma lo vive nel ricordo dell’anno precedente.

Il safety manager,il supervisore federale per la sicurezza,è la figura indispensabile per far dialogare l’organizzatore della gara con i partecipanti e realizzare quella festa sportiva che tutti si aspettano.E’ decisivo che questo dirigente sia stato un corridore per capire fino in fondo i pericoli che corrono i ragazzi.Una imbottitura qua,la gommapiuma la’,il vigile a curare quell’incrocio,l’asfalto in quel tratto,pulire la curva dal brecciolino ecc.Tutto deve concludersi una settimana prima della gara con un rapporto scritto all’organizzatore dell’evento.

LE TRANSENNE ALL’ARRIVO

Le transenne sono indispensabili nei punti sensibili della gara per evitare che la folla invada la strada.C’è molto da discutere sul materiale ferroso con cui sono costruite ma intanto,quanti metri ci vogliono di transenne nella zona arrivo?La FCI si basa sull’importanza della gara:

calendario regionale transenne mt.100 prima dell’arrivo e 50 dopo.Calendario nazionale, almeno 200 mt prima e 100 dopo.Calendario internazionale,300 mt di transenne verso l’arrivo e 100 dopo.

Il sottoscritto,invece,ritiene che a decidere sia la velocita’ prevista del corridore verso il traguardo.Quando l’arrivo è in pianura ci vogliono almeno 400 mt. di transenne lineari anche se trattasi di esordienti(possono raggiungere i 50 kmh).Al contrario,negli arrivi in salita,la lunghezza lineare della transenna puo’ notevolmente diminuire.Penso che questo sia un discorso facilmente comprensibile anche dai non addetti ai lavori.

Cari Organizzatori,gli arrivi in discesa dovrebbero essere vietati,quelli in pianura sconsigliati,se possibile,preferite l’ultimo km in salita per togliervi di mezzo tanti problemi.

LA TECNOLOGIA AVANZA,FACCIAMOCI AIUTARE

Almeno sul fronte della sicurezza ciclistica in corsa,ci stiamo avviando verso una svolta epocale.A meno km di gara,piu’ circuiti ben controllati e la presenza del safety manager,si aggiungono le  buone notizie sul fronte delle nuove  transenne,dei caschi piu’ avvolgenti,dell’abbigliamento rafforzato nelle parti del corpo piu’ esposte(gia’ usato dalla Sunweb) e delle imbottiture .

SICUREZZA CICLISTICA NELLE STRADE APERTE AL TRAFFICO

La sicurezza ciclistica sulla strada aperta al traffico va’ a farsi benedire perche’ i controlli sono scarsi,le menti impazzite sono tante ed il rispetto per le utenze deboli è illusorio.Poi,fuori citta’,la velocita’ si fa’ piu’ elevata e gli incidenti piu’ gravi.Penso sempre ai ciclisti agonisti che sono obbligati a convivere con questi guerrafondai.Cosa fare?

Rispettare le leggi del Codice della strada e scegliere strade con meno traffico al limite ideandosi un circuito allenante da ripetere piu’ volte.Da qualche anno,si sta’ diffondendo la proposta di  sorpassare il ciclista a debita distanza.La trovo utile e sensata ma di difficile applicazione vista la ristrettezza delle strade provinciali da sempre preferite da chi va’ in bicicletta.

Solo le ciclovie separate dalla viabilita’ ordinarie sono quasi sicure ed utili agli agonisti per il lavoro lungo ed il loro defaticamento(Foto 9).Per l’agillazione,il potenziamento,dietro motori ed in salita ecc. non rimane che trovarsi il luogo preferito piu’ vicino.

In Olanda e nei paesi nordici è molto diffusa nelle strade strette la corsia disegnata a terra.Finalmente si assegna al ciclista il suo spazio senza ombra di dubbio.Naturalmente,vista la dimensione limitata della carreggiata,l’automobilista puo’ invaderla ma solo in assenza del ciclista.Questa corsia che chiamo di rispetto,andrebbe inserita nel codice della strada come in Olanda.Con l’aggiunta esternamente della banda rumorosa migliorerebbe la sicurezza del ciclista oggi pari a zero.

Il ciclismo,per la sua pericolosita’ e forse anche il suo costo di esercizio,stenta a decollare fra i giovani.Eppure,ha tutte le caratteristiche che a loro piace come la velocita’,l’esibizionismo e l’avventura.Diciamola tutta,è la famiglia che giustamente frena!Per rassicurarla dobbiamo partire dai CICLODROMI,spazi chiusi al traffico sotto casa.A Roma si dedicano ettari ed ettari per i soliti sport della palla o per i cani,al ciclismo solo parole,parole.Eppure,sono convinto che per la crescita dei giovani è piu’ utile l’abilita’ ciclistica che dare un calcio al pallone.Vero?

  1. Di Pretoro

Giornalista di ciclismo

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Allegati n.13