Martedì 04 Maggio 2010 13:16 |
Mascherina ecologica protegge i polmoni e assorbe CO2
Posted: 02 May 2010 02:00 AM PDT
Le abbiamo viste tutti, quando l’isteria dovuta all’influenza suina era al suo picco, nel mondo hanno cominciato a circolare strane e stravaganti maschere, di ogni tipo e colore, dalla classica bianca da chirurgo a quelle tutte colorate e con i disegni. Ora l’allarme A H1N1 non c’è più, ma non è detto che le mascherine passino di moda, specie se sono ecologiche.
La mascherina verde realizzata dal designer Robert Ortega è una maschera anti-batterica e riutilizzabile che “assorbe la CO2 con ogni espirazione“. Realizzata in pasta di legno e integrata con semi che germogliano veramente, la maschera da porre sul viso si pensa che non solo aiuterà a mantenere i polmoni in sicurezza, evitando di inalare agenti inquinanti, ma potrà tenere anche il mondo al sicuro dalle emissioni di biossido di carbonio proveniente dai polmoni con la respirazione.
Secondo Inhabitat, la maschera è realizzata in pasta di legno proveniente da spore fungine e filtra i batteri nell’aria ad ogni respiro. Considerando che il nostro respiro non contribuisce al riscaldamento globale, la parte dell’assorbimento di CO2 di questa maschera è l’aspetto meno interessante. Quello c’è di veramente strano è l’idea che possa germogliare piante reali. A quel punto probabilmente è meglio che non si indossi più la maschera dato che potrebbe portare ad alcuni problemi reali per la salute. Ma il fatto che si può semplicemente gettare la maschera nella tua pila per il compost quando sarà pronta per la produzione di piante è molto meglio del gettare le vecchie mascherine di plastica inquinanti.
Questo prodotto “vegetale” è entrato in concorso, arrivando fino in finale, al “Progetto Greenway” che si è tenuto lo scorso anno e organizzato dalla Columbia University Graduate School of Architecture per scoprire le migliori idee ecologiche, applicabili alla vita quotidiana. Chissà che, se il prossimo inverno dovesse riscoppiare la pandemia, un oggetto simile possa diventare di moda.
Fonte: [Treehugger]
|
Muschio di torba per assorbire perdite di petrolio
Posted: 02 May 2010 01:00 AM PDT
Kallak Torvstrøfabrikk in Trøgstad nella parte orientale della Norvegia ha messo a punto una miscela di muschio di torba con una qualità assorbente straordinariamente alta. Il materiale potrebbe essere uno strumento utile per limitare gli spargimenti di idrocarburi dopo incidenti di minore entità o gravi calamità .
L’azienda di Torvstrøfabrikk che conta tre soli uomini si occupa da anni della vendita di torba come componente per la terra per piante da vaso e come mezzo di crescita e fertilizzazione. Ma rendendosi conto che la torba ha anche uno straordinario potere assorbente, hanno cominciato a provare altri potenziali usi.
Leif Estensen della SINTEF ha stretto un sodalizio con l’impresa di Torvstrøfabrikk, con l’obiettivo di testare diversi tipi di torba e documentarne le proprietà .
Le conclusioni tratte dal programma di test sono state abbastanza chiare: la torba ha un ottimo potenziale, in quanto la sua capacità di assorbire il petrolio in alcuni casi era anche molto meglio di altri prodotti già disponibili sul mercato.
Nell’estate del 2009, la “Full City” si è arenata al largo di Langesund sulla costa sud-est della Norvegia, provocando una grave contaminazione da petrolio lungo gran parte della costa. Questo incidente ha permesso a Kallak Torvstrøfabrikk di dimostrare l’efficacia del suo nuovo prodotto direttamente sul campo, ottenendo ottimi risultati.
Kallak Torvstrøfabrikk ha recentemente sviluppato una serie di altri prodotti basati sul muschio di torba assorbente, come secchi di torba e cordoni lunghi fino a tre metri di torba, che i vigili del fuoco e gli operatori di macchinari pesanti possono utilizzare in caso di sversamenti di olio, gasolio o altri liquidi pericolosi per l’ambiente.
Nel 2008, la piccola compagnia ha vinto un contratto di ricerca industriale e sviluppo con la Veolia Miljø per lo sviluppo e la commercializzazione del prodotto, ed è ora alla ricerca di potenziali mercati di vendita nel resto d’Europa.
[Fonte: SINTEF (2010, April 29). Peat moss could be new tool for oil-spill clean-ups. ScienceDaily. Retrieved April 30, 2010, from http://www.sciencedaily.com /releases/2010/04/100427111453.htm]
|
Greggio non più necessario per produzione plastica
Posted: 02 May 2010 12:00 AM PDT
Ogni anno, il mondo produce circa 130 milioni di chili di etilene, la più importante materia prima per la plastica. Questa gigantesca industria è attualmente dipendente dal petrolio greggio, che si sta esaurendo.
Il ricercatore olandese Tymen Tiemersma potrebbe avere trovato una soluzione a questo problema. Ha ideato infatti un nuovo reattore che riesce a produrre etilene dal gas naturale e che in futuro potrebbe produrne anche a partire dal biogas.
Tiemersma ha trovato una soluzione apparentemente molto semplice per uno dei più grandi problemi nella produzione di etilene da gas naturale. Se si vuole produrre plastica dal gas naturale allora prima di tutto bisogna convertire il gas naturale in etene. Che attualmente può essere fatto, ma con un problema finora irrisolto: il processo genera una incredibile quantità di calore, troppo per una facile rimozione. Di conseguenza la conversione del gas naturale è troppo costosa e consuma molta energia.
Eppure, il gas naturale non è utilizzato solo per la produzione di etilene. E’ anche la materia prima per syngas (il gas di sintesi), una miscela di monossido di carbonio e idrogeno. E la produzione di syngas richiede anch’essa un sacco di calore. Così Tymen Tiemersma ha pensato bene che sarebbe più logico unire i due processi, riscaldamento e raffreddamento allo stesso tempo, sviluppando un metodo per produrre entrambe le sostanze dal gas naturale.
Con un solo catalizzatore, una particella che permette di convertire una sostanza in un’altra, ha unito i due processi di produzione. La produzione di etilene genera il calore necessario per la produzione di gas di sintesi – che deve avvenire a temperature di circa 800 gradi Celsius – e il gas di sintesi assorbe il calore dalla produzione di etilene, evitando così la necessità che tale processo sia raffreddato sprecando altra energia.
Utilizzando il nuovo catalizzatore, l’etilene per la produzione di materie plastiche potrà essere ottenuto dal gas naturale.
Il gas naturale è uno dei tre principali combustibili fossili ed è ancora presente in grandi quantità . L’obiettivo futuro di Tiemersma è produrre bioplastiche e biofertilizzanti.
[Fonte: NWO (Netherlands Organization for Scientific Research) (2010, April 29). Crude oil no longer needed for production of plastics. ScienceDaily. Retrieved April 30, 2010, from http://www.sciencedaily.com /releases/2010/04/100429102920.htm]
|
|