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La Marea nera non sarà fermata, ma non sappiamo quando (video) PDF Stampa E-mail
Venerdì 14 Maggio 2010 06:33

ecologiae | nerooogle

 

BP: “La marea nera sarà fermata, ma non sappiamo quando” (video)

Posted: 13 May 2010 09:06 AM PDT

Per quanto terribile possa sembrare la situazione della marea nera, il presidente di BP, Tony Hayward, ha dichiarato al The Guardian che

la risolvero. Vi dò la garanzia. L’unico problema è che non sappiamo quando.

A questo punto non sappiamo più se ridere o piangere. Questa dichiarazione accompagna il video che mostra la falla nella piattaforma petrolifera del Golfo del Messico, la quale sta facendo fuoriuscire l’equivalente di circa 5000 barili di petrolio al giorno, tutti dispersi in mare. Un video agghiacciante che fa rimanere ancor più di sasso leggendo la superficialità delle misure intraprese dalla BP prima e dopo il disastro. Ma non finisce qui, perché Hayward ha rincarato la dose.

Nell’articolo sul quotidiano britannico si leggono testuali parole delle dal numero uno della British Petroleum:

L’Apollo 13 [la terza missione sulla Luna nel 1970 che finì in tragedia] non ha fermato la corsa allo spazio. Né l’aereo dell’Air France l’anno scorso scomparso in Brasile [misteriosamente precipitato] ha fermato l’industria aerea mondiale che trasporta persone in tutto il mondo. E’ lo stesso per l’industria petrolifera.

Egli ha sottolineato che il Golfo del Messico, in gran parte composto da acque profonde, rappresenta da solo un terzo della produzione di petrolio e gas di tutti gli Stati Uniti. In pratica una miniera d’oro a cui non si può rinunciare.

Il confronto con i disastri aerei ed aerospaziali sono davvero di cattivo gusto, ma anche fuori luogo, dato che il disastro dell’Apollo 13 ha provocato delle morti e pochi danni economici alla NASA, quello dell’Air France ha provocato molte morti, ma quello della BP, oltre agli 11 decessi, porta con sé una catastrofe ambientale complicata da smaltire e per cui ci vorranno decine di anni per tornare alla normalità. Senza considerare le migliaia di persone che non avranno più un lavoro perché la pesca ed il turismo, le due industrie principali della zona, sono letteralmente morte. Nel frattempo, anziché pensare a fare paragoni assurdi, forse i dirigenti della BP farebbe meglio ad occuparsi di contenere il disastro, pensando per una volta all’ambiente piuttosto che alle loro tasche.

Fonte: [Treehugger]

Tesla domina il mercato delle auto elettriche, ma spunta anche la sconosciuto Wheego

Posted: 13 May 2010 03:19 AM PDT

wheego auto elettrica

Tesla ha battuto tutti i più importanti produttori d’automobili ed è pronta per sbarcare sul mercato mondiale dell’auto elettrica con il primo veicolo elettrico del 2010. Ben oltre 1000 Tesla Roadster sono state costruite e comprate negli anni scorsi, e mentre vi è una certa incertezza sulla prossima auto, il modello S, sempre di Tesla, è diventato sinonimo di veicoli elettrici. Così ora, la corsa per essere il numero due sul mercato è partita. Sarà la volta della Nissan Leaf? La Chevy Volt? Il Ford Transit Connect elettrico? Di certo, dopo il disastro delle migliaia di auto ritirate dal mercato per difetti tecnici, l’ex leader Toyota si è tolta dal mercato.

Ma potrebbe anche non essere nessuna delle precedenti. La società Wheego prevede di costruire la sua prima partita dell’auto elettrica “Whip Life” per questa estate, se tutto andasse per il verso giusto. Ma da dove spunta quest’auto che mai nessuno aveva sentito nominare?

Si tratta di un’azienda con sede ad Atlanta nata apposta per “sfornare” solo veicoli elettrici da città (NEV). Un NEV è un veicolo elettrico con una bassa velocità massima che non deve rispettare severe norme di sicurezza come per gli altri veicoli. Ha anche un’autonomia molto limitata (40 km di reali di guida, secondo Wheego) che rende il veicolo da 20 mila dollari (meno di 16 mila euro) un giocattolo costoso ma che farà risparmiare enormemente sul costo della benzina.

Wheego sembra rendersene conto però, e per questo si è messa al lavoro per migliorare la Whip in modo da attrarre nuovi potenziali acquirenti. La due posti Smart car può presumibilmente raggiungere velocità fino a 110 km/h, ma per essere approvata per la circolazione autostradale, deve passare norme di sicurezza. Il problema è che il metro di paragone è la sicurezza automobilistica cinese, dove cioè l’auto viene prodotta e testata. La vita Whip ha un prezzo più elevato rispetto al suo cugino NEV (circa 33 mila dollari o 26 mila euro), ma perlomeno ha sbaragliato la concorrenza sui tempi. Chissà che anche le altre case più affermate si diano finalmente una mossa.

Fonte: [Matter Network]

Marea nera, Obama propone autotassazione

Posted: 13 May 2010 02:50 AM PDT

animali nel petrolio

A 3 settimane dalla tragedia del Golfo del Messico, con l’esplosione della piattaforma petrolifera della BP e la morte di 11 persone, è arrivata la prima mossa politica. Siccome negli Stati Uniti le regole sulla sicurezza di tali impianti sono molto meno rigide che altrove, Barack Obama ha deciso di cambiare rotta e porre delle regole più ferree.

Il presidente statunitense ha proposto di tassare le compagnie petrolifere che agiscono nell’area degli Stati Uniti con un centesimo a barile estratto. In questo modo la tassa non peserà tanto sulle aziende, visto che ogni barile è poi rivenduto a 70-80 dollari, ma in questo modo si otterrano circa 118 milioni di dollari l’anno da investire nella sicurezza delle piattaforme.

E’ proprio questo il problema alla base del disastro ambientale che ha colpito Louisiana, Florida, Alabama e Messico. La piattaforma Deepwater Horizon, dicono i vertici della British Petroleum, non aveva superato un test sulla sicurezza effettuato proprio la mattina dell’incidente. Ma non si è fatto in tempo a porvi rimedio a causa dell’esplosione. Questa scusa suona molto come le morti bianche che avvengono in Italia sempre nel primo giorno di lavoro, ma intanto una soluzione a questo dramma va trovata.

Nel frattempo l’altro dramma, la marea nera che continua ad inondare le coste americane e messicane, rimane inarrestabile. Un quotidiano russo ha proposto di far esplodere una bomba atomica sottomarina per fare in modo che le rocce vadano a sotterrare la piattaforma, mentre i responsabili della BP sono pronti per ritentare con una nuova cupola, la quale verrà installata nella giornata di domani.

Ma anche l’Italia ha subìto un disastro simile nel 1994. Il pozzo dell’Agip di Trecate, vicino Milano, subì un’esplosione simile per dinamica a quella della BP di questi giorni. All’epoca le prime soluzioni che furono trovate furono le stesse proposte anche in quest’occasione: incendi controllati e l’apertura al massimo degli altri pozzi per far defluire il petrolio. Ma la situazione italiana dell’epoca fu molto più semplice. Il pozzo infatti si trovava a terra, e non nell’oceano a 1.500 metri di profondità, e così, probabilmente per il calore sprigionato, la piattaforma crollò su sé stessa, tappando tutte le falle automaticamente. Una situazione che purtroppo nel Golfo del Messico non è replicabile.

Fonte: [Corriere della Sera]

Matrimonio sostenibile: l’abito da sposa diventa biodegradabile

Posted: 13 May 2010 12:00 AM PDT

abito biodegradabile

Uno degli sprechi maggiori dell’età moderna è l’abito da sposa. Si spendono tanti soldi per qualcosa che si indosserà una volta sola nella vita. Ma in un mondo in cui si diventa sempre più ecologici, uno spreco del genere non poteva essere tollerato.

Giusto in tempo per l’avvicinrsi della stagione dei matrimoni, le spose possono finalmente essere in grado di aggiungere un tocco di verde al loro vestiti bianchi con il vestito ecologico che si dissolve in acqua. Creato da un gruppo di studenti inglesi di moda, questo particolare tipo di abito da sposa offre finalmente un’alternativa eco-friendly a questo capo di abbigliamento classico.

Secondo il Telegraph, il segreto per l’abito da sposa “dissolvibile” è in una sostanza biodegradabile, l’alcool polivinilico, che è utilizzato nella lavorazione del tessuto. Dopo il grande giorno, l’abito può essere messo in acqua dove si scioglierà, e l’eccezionalità è che il materiale che ne deriva potrà essere utilizzato di nuovo se deciderete di risposarvi o per farne il vestito della vostra migliore amica. Il tutto senza danni per l’ambiente.

Per gli studenti provenienti dalla Sheffield Hallam University in Gran Bretagna che hanno disegnato gli abiti, non c’è ragione per cui la moda sostenibile debba fermarsi davanti all’altare. Jane Blohm, docente di moda, spiega al Telegraph:

Gli studenti hanno voluto sfidare l’idea che un abito da sposa debba essere utilizzato solo una volta e l’obiettivo è di esplorare gli atteggiamenti dell’usa e getta nella società moderna per la moda. Il progetto è un connubio tra arte e tecnologia che esplora le possibilità di utilizzare materiali alternativi per il nostro abbigliamento.

Attualmente, cinque abiti da sposa biodegradabili sono stati creati per essere esposti al pubblico in una mostra universitaria sul matrimonio sostenibile che si terrà alla fine di questo mese, anche se gli studenti sperano che la loro idea avrà successo e non si fermerà alla mostra.

Al fine di ridurre l’impatto della moda sull’ambiente, l’industria della moda deve iniziare a sfidare gli atteggiamenti e le pratiche convenzionali

conclude Blohm. Speriamo solo che non piova!

Fonte: [Treehugger]