Home Piste Ciclabili a Roma Ordinanza di inagibilità per le banchine del Tevere richiesta da Francesco Calderini
Ordinanza di inagibilità per le banchine del Tevere richiesta da Francesco Calderini PDF Stampa E-mail
Riceviamo questa denuncia alle autorità e alla stampa

 
Riceviamo questa minaccia che ritengo deleteria, perchè alle nostre
amministrazioni non le pare vero di fare una ordinanza che vieti ai ciclisti
di andare da qualsiasi parte per motivi di sicurezza; ricordate dove ci sono
i binari del tram nella via che da viale trastevere si arriva a ponte
Suplicio.
Togliersi le responsabilità e le potenziali denunce di risarcimenti dei
cittadini romani, è la cosa migliore che riescono a fare; se vogliamo
rinunciare ad usare la banchine del Tevere con la bici, allora va bene, ma
se solleviamo possibili incidenti ai ciclisti, vieteranno alle bici di
andare sulla banchina per motivi di sicurezza.
Maurizio Santoni


Spett.le Prefettura di Roma,
Spett.le Protezione Civile Roma,
Spett.le Comune di Roma,
Spett.le ARDIS,
Spett.li Associazioni,
Spett.li Redazioni,

il sottoscritto è un rappresentante del CYCOM,
un'associazione che conta più di 150 iscritti ed è
particolarmente attiva nel promuovere a Roma l'utilizzo
della bicicletta come forma di mobilità sostenibile. Siamo
anche parte del Coordinamento Roma Ciclabile ed abbiamo
recentemente ricevuto una menzione speciale nell'ambito del
concorso nazionale indetto da Euromobility per il nostro
contributo volontaristico nella promozione della mobilità
ciclabile per gli spostamenti casa-lavoro.

A seguito della piena dello scorso Dicembre 2008 la
situazione delle banchine del fiume, già in stato di semi
abbandono, versano nel degrado più vergognoso, indegno di
una città che si ritiene 'civile'. Una situazione così
grave
che in qualunque altra capitale europea sarebbe stata
affrontata in pochi giorni nell'urgenza più assoluta ma
che
per qualche motivo a Roma si lascia per oltre 3 (tre!) mesi
sotto gli occhi di tutti, delle migliaia di romani che
frequentano e vivono il Tevere ogni giorno per fare sport,
muoversi in bicicletta al riparo del traffico e dei pericoli
o semplicemente passeggiare, ma anche delle centinaia di
migliaia di turisti che in tre mesi hanno immortalato e
riportato nei loro paesi immagini e ricordi di una città
del
terzo mondo.

Forse non tutti sanno che qui corre la dorsale ciclabile
della capitale, una pista ciclabile con tanto di segnaletica
che fa bella mostra sul sito dell'Assessorato all'Ambiente e
che romani e turisti utilizzano quotidianamente. Ebbene
questa pista ciclabile è oggi inesistente, sostituita da
resti di barche, fango, enormi travi di metallo divelte che
rischiano di abbattersi sul primo malcapitato, ferri
arruginiti, voragini in piena carreggiata ciclabile, cavi
d'acciaio ad altezza d'uomo, massi di pietra precipitati e
che rischiano di precipitare da un momento all'altro dai
muraglioni, rami degli alberi del lungotevere non potati che
sovrastano la pista, vetri, siringhe, escrementi, immondizie
, bivacchi di disperati, ... Degrado e abbandono nel pieno
centro di Roma, attorno all'Isola Tiberina, a Castel
S.Angelo, al Circo Massimo. Alberi addobbati come alberi di
natale da buste di plastica e rifiuti vari che coprono la
visuale a chi passeggia.

Degrado e non solo: pericoli seri e documentati per
l'incolumità delle persone. Pericoli che già hanno
provocato
feriti tra i ciclisti che frequentano quella che per il
Comune di Roma è una pista ciclabile, tra coloro che
pensano
di poter muoversi in sicurezza ma che si trovano ad
affrontare un percorso di sopravvivenza. Tra i turisti che
si avventurano giù per le scalinate dei ponti tra le
voragini dei sampietrini.

Con la presente, visto quanto sopra esposto e corredato
dalla allegata documentazione fotografica, chiediamo
formalmente a questa prefettura ed amministrazione comunale,
nonchè a tutti (forse troppi...) gli Enti responsabili, di
intervenire con la massima urgenza perchè si emetta una
formale ordinaza pubblica di inagibilità delle sponde del
Tevere a Roma, in particolare nel tratto compreso tra Ponte
S.Angelo e Ponte Marconi (su entrambe le sponde), in quanto
si rammenta alle istituzioni destinararie della presente che
è loro diretta responsabilità la tutela della sicurezza
e
dell'incolumità dei cittadini.

Si coglie altresì l'occasione per difondere quanto sopra
alle associazioni e redazioni dei giornali destinatari,
affinché diano visibilità ad uno degli scandali più
gravi
che la città ha vissuto negli ultumi anni.

Si sottolinea infine come gli interventi che sarebbero
auspicabili non possano in questa situazione limitarsi ad
una serie di ordinari 'rattoppi' ma debbano prevedere tra
l'altro:

- un completo rifacimento della superficie delle banchine
troppo compromessa, magari utilizzando materiali che non
lascino riaprire voragini il prossimo inverno, - una
potatura degli alberi ormai ridotti a discariche, soffocati
dai rifiuti ed utilizzati dai turisti per scattare ricordi
'originali' di Roma, - una messa in sicurezza e bonifica
generale di entrambe le sponde per restituirle alla
fruibilità dei cittadini

L'associazione CYCOM si riserva il diritto di costituirsi
parte civile nel caso in cui la situazione sopra esposta non
venga affrontata con la massima urgenza e sia ancora causa
d'ora in avanti di incidenti tra i ciclisti che frequentano
la pista ciclabile, ritenendosi direttamente danneggiata nel
suo impegno quotidiano per la diffusione della bicicletta
come mezzo di trasporto sostenibile, nonchè dall'immagine
vergognosa e incivile della città come associazione di
cittadini qui residenti.

Cordialmente,
Francesco Calderini
CYCOM