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Critical Mass, tutti in bici per Roma Ciemmona 2010 PDF Stampa E-mail
Scritto da Santoni Maurizio   
Venerdì 28 Maggio 2010 16:19

 

 Una massa enorme, colorata vivace, sorridente e anche goliardica: tra le invenzioni dei ciclisti romani, un incredibile carro votivo a pedali ha favorito l'apparizione di Santa Graziella Scatenata, protettrice dei ciclisti urbani, che ha volteggiato per tutto il percorso al di sopra della folla pedalante. Dopo il grande compleanno di Critical Mass Roma di ieri la giornata centrale della tre giorni di ciclismo critico ha riscosso un successo al di sopra di ogni aspettativa.  L'imponente partecipazione di diecimila ciclisti dalle più disparate galassie dell'universo fa di questa Ciemmona la più grande di sempre. Roma oggi si è accorta della presenza tangibile dei ciclisti che rivendicano la necessità di avere  aria pulita e strade dove si possa parlare.  Domani sarà la volta della classica pedalata verso il mare, che porterà i ciclisti urbani a godersi un meritato bagno nel mare inquinato, sperando che un giorno si possa tornare a godere del mare di Ostia. L'appuntamento è alle
11:00 al piazzale delle Masse Critiche, già Piazzale Ostiense.  http://www.ciemmona.org http://facebook.com/ciemmona http://www.tmcrew.org/cm
 

Dopo il compleanno di critical mass Roma, il più partecipato di sempre con oltre un migliaio di ciclisti, domani, 29 maggio, alle 16:00 dai giardini di piazza San Giovanni ci sarà la settima ciemmona o critical mass interplanetaria.

Appuntamento che rivendica l'uso delle strade da parte delle biciclette,  mezzi di trasporto leggeri, ecologici, convenienti per chi li usa e per  la collettività, in una parola: rivoluzionari. I numeri parlano di un successo strepitoso, con eventi nati sull'onda del modello romano che avvengono anche a Madrid, Parigi e Napoli e partecipazione sempre crescente.

Ancora oggi l’economia si basa sul presupposto che le risorse naturali e la capacità di assorbire rifiuti della terra siano infinite, anche a un bambino è evidente che non è così. Il riutilizzo, il riciclaggio e ogni comportamento che permette di risparmiare energia andrebbero incentivati invece del consumo. Riempiamo le nostre case di oggetti spesso inutili o superflui erroneamente convinti che il benessere si raggiunga attraverso un illusorio bene-avere; allo stesso modo riversiamo nelle strade automobili e scooter sempre più grandi e rumorosi, che hanno bisogno di sempre più spazio e che consumano sempre più energia coerentemente col modello di sviluppo neoliberista.

Critical Mass non è una manifestazione, è arte vissuta, celebrazione dell’umano, coniugazione positiva tra disobbedienza civile e festa, azione diretta e sovversiva contro i trasporti privati motorizzati, che insanguinano le nostre strade e inquinano la nostra aria e le nostre relazioni sociali. Critical mass rivendica l’uso delle strade da parte delle biciclette come atto rivoluzionario e necessario, come riappropriazione della strada come spazio sociale e come ribellione al neoliberismo.

ecologiae | nerooogle

 

Critical mass, tutti in bici per Roma Ciemmona 2010 (fotogallery)

Posted: 27 May 2010 05:30 AM PDT

critical-mass-roma-2010Roma Ciemmona 2010: dal 28 al 30 maggio Critical mass, il movimento di invasione su due ruote delle strade, si trasforma in pedalata interplanetaria. Ciclisti di tutte le nazionalità ed età unitevi. Gli appuntamenti sono per il 28 maggio alle ore 18:30 a Via dei Fori Imperiali; il 29 maggio alle 16 per la Ciemmona ai Giardini di piazza San Giovanni; il 30 maggio alle 11 a piazzale Ostiense per “tutti ar mar”.

La Ciemmona è nata nel 2004, dalla volontà della Critical Mass Romana di trasformare un evento nazionale in un momento di incontro gioioso tra persone di più nazionalità che condividono gli ideali del Critical Mass. Mettere insieme gli aderenti alle Critical Mass di Paesi diversi per una pedalata internazionale che coinvolgesse le città italiane e non, convergendo verso Roma. Dal 2004 ad oggi l’iniziativa ha visto crescere l’adesione dei partecipanti fino a toccare quota 6000 ciclisti.

Le invasioni delle Critical Mass vogliono dimostrare che un mondo senza auto è possibile, anche e soprattutto nelle grandi città. Pochi ciclisti non possono fare la differenza, ma un grande numero può diventare critical, proprio perché occupando pacificamente le strade destinate al traffico sulle quattro ruote le arterie cittadine solitamente inquinate dai gas di scarico e dallo strombazzare dei clacson si trasformano in pacifici fiumi di biciclette. Ecologiche. Economiche. Salutari. Silenziose. L’obiettivo è riprendersi la strada, dimostrare che lo spostarsi in automobile in città é obsoleto. Qualche curiosità di stampo wikipediano:

La prima critical mass si svolse a San Francisco, con 48 ciclisti; iniziò alle 6 del pomeriggio, il 25 settembre del 1992, anche se l’evento incominciò ad essere chiamato Critical Mass solo dal secondo incontro, Venerdì 30 ottobre (con 85 ciclisti). Il suo nome incominciò ad essere utilizzato per simili ma indipendenti eventi, che iniziarono a crearsi nel mondo intero più o meno nello stesso periodo. Il termine Critical Mass fu utilizzato da George Bliss mentre visitava la Cina. Bliss notò che in Cina, sia i ciclisti che i motociclisti, si fermavano agli incroci delle strade, fino a che il numero della massa non raggiungesse una quantità “critica”, al che la massa si sarebbe mossa attraverso l’incrocio.

Boom di eco-hotel sulle Alpi

Posted: 27 May 2010 04:02 AM PDT

eco-hotel alpi

L’architetto italiano Matteo Thun, la cui azienda con sede a Milano è nota per una serie di eleganti opere architettoniche, interni affascinanti ed eleganti, e design dei prodotti flessibili, ha messo a punto un modo meravigliosamente discreto per soggiornare in modo eco-friendly nel bel mezzo delle Alpi: un hotel nella montagna. L’albergo, sfruttando i principi cardine della bioarchitettura, è parzialmente immerso sottoterra, utilizza materiali di provenienza locale e i principi di progettazione passiva per riscaldare e raffreddare i suoi interni.

L’hotel è stato edificato come riprogettazione eco-consapevole di un albergo già esistente chiamato Bella Vista di Trafoi Ortler, situato nella provincia di Bolzano, in Alto Adige. Costruito sul lato di un pendio di una montagna nel Parco Nazionale dello Stelvio, le undici unità individuali si siedono come dossi di terra “low-profile” esposti a Sud, ognuno dei quali sormontato con una sporgenza generosa ed un tetto verde che aiuta a regolare la temperatura interna tutto l’anno, in aggiunta alle finestre con triplo vetro, che sono anche utili per il controllo del rumore.

Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento, il calore viene convogliato tramite una pompa geotermica la quale utilizza la temperatura costante di una sorgente locale per fornire del riscaldamento a basso consumo energetico, e all’occorrenza anche il raffreddamento. Il complesso ricorda una raccolta di case di hobbit, i quali vivono in perfetta simbiosi con la natura, come dimostrerebbero le enormi vetrate che servono per sfruttare la vista mozzafiato ininterrotta sulle montagne che danno una visuale degna di una cartolina. Il nuovo eco-hotel, uno dei tanti che stanno sorgendo negli ultimi anni nella zona alpina, è stato recentemente designato come “Klimahotel“, un riconoscimento internazionale per quelle strutture che

aiutano il turista a seguire la strada della sostenibilità in tutte le diverse fasi di sviluppo del progetto.

La fase dell’ideazione è ormai completata e i lavori avviati, e se tutto dovesse andar bene, la struttura sarà completata nel 2011.

Fonte: [Treehugger]

Marea nera: “top kill” potrebbe essere la soluzione finale

Posted: 27 May 2010 03:37 AM PDT

responsabile bp

In questo periodo di tentativi, anche dei più strambi, per chiudere la falla nel Golfo del Messico, la BP ha proposto l’operazione denominata “top kill” come quella che potrebbe essere la soluzione finale. L’idea riprende un po’ quella iniziale dell’ormai famoso “siringone“, il tubo posto a 1.500 metri di profondità, il quale convogliava il petrolio fuoriuscito dalla falla in una petroliera. Il mega-sifone verrebbe usato, in questa operazione, in modo contrario, e cioè anziché aspirare, spingerebbe tonnellate di cemento e fango per tappare il buco.

L’idea sembra buona, e secondo i vertici societari dovrebbe avere il 60-70% di probabilità di riuscita. Il problema ora è un altro. Infatti, se l’operazione dovesse fallire, c’è il rischio che il getto di fango potrebbe danneggiare ulteriormente la falla, allargandola e facendo aumentare la quantità di petrolio che verrebbe disperso in mare.

Ma ormai non c’è più tempo, Obama ha urlato “tappate quel maledetto buco”, e la situazione ormai sta rasentando il ridicolo. Le soluzioni allo studio sono molteplici, dicono dalla BP, ma questa pare essere la più efficace. Sarà operata come al solito dai robot, i quali convoglieranno 22 tonnellate di fango e liquidi ultradensi nella falla. Senza ulteriori intoppi, questi dovrebbero cominciare a ridurre il flusso, ed in questo caso verrebbe iniettato del cemento che fungerebbe da tappo per bloccare definitivamente la fuoriuscita. Tempo dell’operazione: 10 ore circa.

Le incognite sono tante però, prima fra tutte l’unicità dell’operazione, visto che non era mai stata effettuata alla profondità di 1.500 metri, e così la reazione della pressione del mare diventa imprevedibile. E mentre si cerca di arginare questo disastro, un altro è stato appena sventato. Lungo le coste dell’Alaska infatti c’è stata una perdita di alcune migliaia di barili di petrolio a causa di un problema tecnico su una piattaforma a 160 km dalla terraferma. L’incidente però è stato molto meno grave rispetto a quello del Golfo del Messico, ed in poche ore è stato risolto.

Fonte: [Repubblica]



 

Ultimo aggiornamento Domenica 30 Maggio 2010 07:52