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Da Schio all'India in Bici per la Carta dei Diritti delle Persone Disabili. PDF Stampa E-mail
Mercoledì 02 Giugno 2010 12:13

Da Schio all’India

Due occhi per vedere, quattro gambe
per pedalare fino in India

Un viaggio di due amici che non è solo una sfida sportiva. Porteranno con loro la Carta dei diritti delle persone disabili per diffondere un messaggio di pace

Simone Salvagnin MILANO - Più o meno 15mila chilometri in sella a un tandem: da Schio (Vicenza) fino alla fine del mondo attraverso i Balcani, la Turchia, l’Iran, l’ex Repubbliche sovietiche, la Cina, il Pakistan e l’India. Perché in tandem? Perché Simone, 25 anni è cieco, Dino, 32 anni, è la sua guida. Simone Salvagnin e Dino Lanzaretti partono il 3 giugno, ma l’avventura è cominciata otto mesi fa. Simone e Dino si sono conosciuti a una festa di compleanno. Un caso, visto che Dino per sei mesi lavora come operaio e per gli altri sei mesi dell’anno viaggia per il mondo con la sua bicicletta. In fatto di originalità anche Simone non scherza: musicista, suona le percussioni. I due scoprono di avere in comune la passione per i viaggi e per la bici. Un paio di gite tranquille sugli altipiani veneti e la proposta di Dino buttata là fra entusiasmo e sogno. «E io l’ho accettata, senza pensarci troppo - risponde Simone -. Ed eccoci qui in partenza per un viaggio in cui incontreremo luoghi e persone e in cui conosceremo di più noi stessi».

DINO: IL GRANDE VIAGGIATORE - Per Dino, viaggiatore (nel curriculum anche le scalate dell’Anapurna, dell’Everest, dell’Aconcagua), e unico italiano ad avere attraversato il Tibet in solitaria, due sfide: essere in compagnia e per di più di un disabile.«Da solo avevo conquistato molti traguardi, ma mi sentivo molto individualista. Stavo cercando un nuovo modo per viaggiare, per confrontarmi. E ho incontrato Simone e ho capito cosa volevo. Posso già dire che non baratterei questo viaggio con nessun 8mila». «Simone non può guidare il tandem, ma per il resto è assolutamente autonomo -continua Dino-. Non ho un’esperienza specifica con i disabili, metterò in campo la mia esperienza, semplicemente».

SIMONE: NON VEDENTE MA AUTONOMO - Per Simone, non è la prima volta di un viaggio zaino in spalla «Ma mai così lungo, quasi senza meta. Nonostante la retinite pigmentosa ho sempre continuato a fare le cose che mi piacevano: scalare montagne, andare in bici, cucinare e viaggiare. Vivo con mia madre Dina e mio fratello Tommaso, ma sono autonomo. Dopo 15 anni dall’inizio della malattia che oggi mi ha reso non vedente, faccio le stesse cose, è cambiata solo la modalità».

IL TANDEM E L'EQUIPAGGIAMENTO - In questo viaggio i due amici di Schio hanno una dotazione base: un tandem con un carrello per il bagaglio su cui è installato un pannello solare per ricaricare le batterie del personal computer, dei telefoni, della macchina fotografica. «Abbiamo una tenda per la notte e un fornello per cucinare e poi contiamo sull’ospitalità delle persone che è sempre così generosa in cambio solo di qualche racconto di noi che viaggiamo. Questa volta con Simone dimostreremo anche che la disabilità è un limite solo mentale». «Porteremo con noi la Carta dei diritti della persona disabile ed è nostra intenzione farla firmare alle personalità politiche dei Paesi attraversati», aggiunge Simone.
 

IN TUTTO 20 MILA EURO - Quanti soldi avrete in tasca? «La spedizione alla fine costerà attorno ai 20 mila euro, fra i materiali e i visti. In tasca avremo pochissimo denaro. I miei sono sempre stati viaggi low cost: ho attraversato il Tibet in cinque mesi spendendo 380 dollari».

Di cosa si ha paura in un viaggio come questo? «Di tutto. Ma se si ha paura della paura non si vive», rispondono quasi in coro.

Viaggerete per Paesi in cui sono in corso agitazioni politico-sociali «Ci terremo aggiornati con internet. Abbiamo siti e nostre fonti locali che ci terranno al corrente se possiamo entrare in una certa area oppure no». Chi vuole può seguire il viaggio di Simone e di Dino sul sito www.versodovenonso.com

Carmen Morrone
01 giugno 2010(ultima modifica: 02 giugno 2010)