to l’operaio, si sa semplicemente
che è caduto sbattendo la fronte
ma ad un primo esame la ferita
riportata non sembra essere stata
letale, si pensa più ad una morte
causata da una fuga di azoto
dato che Montaldi era un tecnico
addetto all’impianto di congelamento.
Mentre la Scientifica pone
sotto sequestro il pozzo, la Filca-
Cisl, per bocca del segretario
generale romano Andrea Cuccello,
chiede che «una delle stazioni
della metro B1, in particolare la
stazione di Piazza Annibaliano,
venga dedicata a Montaldi», per
far sì che ci si ricordi di lui e che
«venga onorato un uomo morto
sul posto di lavoro». Lo stesso
sindacato rende noto un dato
che dimostra che «questo è
il 53° incidente mortale a Roma
dal 1 Gennaio 2003», che dall’inizio
di quest’anno «sono morti 2
operai e che il dato è in crescita,
purtroppo, perché nei primi cinque
mesi dell’anno scorso non si
erano verificati incidenti nei cantieri
». Secondo l’Anmil - associazione
nazionale mutilati e invalidi
del lavoro - i morti sul posto
di lavoro sono oltre 200 e gli incidenti
mortali nelle regioni italiane
sono stati 201, tra gli incidenti
di cui si ha notizia. Cordoglio
e vicinanza alla famiglia di Montaldi
è stata espressa da molti
esponenti politici di Roma e del
Lazio come il consigliere regionale
Pd Astorre che ritiene questo
fatto una «tragedia» perché
avvenuto «in un cantiere impegnato
nella realizzazione della
metropolitana, ovvero in un luogo
che dovrebbe essere tutelato
al 110%». Alle parole di Astorre
si affiancano quelle di Marco
Severa dei Giovani Verdi del Lazio
che afferma come sia «paradossale
e drammatico che nel
2011 ci siano ancora morti sul
lavoro. è ora che questo ennesimo
decesso non passi inosservato
». Parallelamente alla notizia
della morte dell’operaio avvenuta
in un cantiere della metro B1,
sono scoppiate le proteste degli
operai del “Consorzio Stabile Roma
2000” impegnati nella realizzazione
della futura linea C della
Metro romana, che lunedì mattina
hanno occupato il cantiere di
piazza San Felice da Cantalice a
Centocelle. «Nessuno è venuto
a darci questa notizia di persona
», tuonano gli operai, «ci ha telefonato
il responsabile di produzione
e ci ha detto che non lavoravamo
più»; la protesta è partita
dal mancato rinnovo del contratto
di lavoro poiché il “Consorzio
Stabile 2000”, dopo tre anni
di sodalizio con l’azienda Metro
C, viene di fatto estromesso
dai lavori di cantiere che saranno
eseguiti da ora in avanti da
un’altra azienda. Di quante morti
e di quante proteste si dovrà avere
ancora notizia per vedere realizzate
due linee della metropolitana
di Roma?
bilità esclusivamente affidata ad
auto, motocicli e tir, penalizzando
i trasporti su ferro e quelli di servizio
ai pendolari. La prima proposta
è quella di mettere uno stop al
consumo di suolo e a pratiche come
la finanza di progetto che altro
non è che l’affidamento dell’opera
da compiersi a privati imprenditori
concedendo l’aumento delle
cubature edificabili e delle speculazioni
della rendita fondiaria.
L’attenzione deve essere concencollettivo.
Si deve aprire una fase
nuova, che dia impulso alla partecipazione
popolare nella definizione
delle scelte che riguardano
la vita quotidiana. Infatti, alcune
delle cose accennate possono farsi
subito, come riorientare i servizi
pubblici e adeguarli alle aspettative
delle persone. Ma ciò è possibile
se le persone sono ascoltate
e si abbandonano i grandi eventi,
prima la Formula 1 all’Eur, come
pretesto per presentare programmi
inconsistenti quali il pomposo
“piano strategico della mobilità ”
di cui si è persa ogni traccia, ma
che ha il concreto intento di svendere
altri spazi comuni. La giunta
Alemanno pasticcia in modo irresponsabile,
prima con le linee blu,
poi con il piano parcheggi, ora con
i bus turistici che stanno invadendo
Roma. I punti strategici proposti
da Calma sono due. Primo,
la costituzione di un tavolo unico
tra Regione, Comune di Roma e
Provincia in cui far confluire tutti
i mezzi finanziari e in cui decidere
le priorità . Il dibattito è aperto
sulla forma del tavolo, se Agenzia
o altro, l’importante è che le istituzioni
comincino a muoversi in
questa direzione. Secondo, un appello
delle città italiane perché la
lotta all’inquinamento - che ferisce
e uccide le persone e distrugge
paesaggio e beni culturali – diventi
oggetto di una grande politica
europea e italiana.