Home
Eventi


Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne. PDF Stampa E-mail

 

voci di donne - foto di Luigi Burroni del diario di Luisa T.

Archivio dei diari / 18 novembre 2020
newsletter n. 418

Voci di donne

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Nel dicembre del 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha sollecitato governi, istituzioni nazionali ed internazionali, associazioni, a promuovere attività finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica in merito. 

In questi ultimi mesi, con l'emergenza pandemica del Covid-19, i dati si sono fatti più allarmanti: altre donne hanno subito violenza o sono state uccise.

In questo difficile quadro, l’Archivio diaristico nazionale, impegnato nella custodia delle memorie, nella ricerca e nella divulgazione scientifica, propone un seminario con il fine di avviare un approfondimento e una comune riflessione culturale sul tema della violenza sulle donne.

Consapevole che le memorie possono offrire significativi materiali di studio e riflessione sul tema della violenza sessuale, l’Archivio diaristico ha chiesto ad alcune studiose di leggere e riflettere insieme sulle scritture donate da diariste vittime di violenze di genere. Siete pertanto tutti invitati a partecipare all'incontro La violenza di genere. I racconti delle diariste dell'Archivio di Pieve Santo Stefano che si terrà giovedì 25 novembre a partire dalle ore 17:30 sulle nostre piattaforme digitali.
Introduce e coordina Patrizia Gabrielli, Università di Siena.
Intervengono: Maria Laura Branciforte, Universidad Carlos III Madrid Getafe; Natalia Cangi, direttrice dell'Archivio dei diari; Melania G. Mazzucco scrittrice; Barbara Poggio, Università di Trento. Letture di Donatella Allegro.Sarà possibile seguire la diretta streaming collegandosi ai canali dell'Archivio:
pagina Facebook: https://www.facebook.com/archiviodiari
canale YouTube: https://www.youtube.com/archiviodiari

 

la tua donazione fa rivivere la memoria per sempre 

 
 
Concorso DiMMi 2021

DiMMi 2021: parte oggi la 6ª edizione del concorso 
DiMMi - Diari Multimediali Migranti lancia la 6ª edizione del concorso nazionale rivolto a persone di origine o provenienza straniera che vivono o hanno vissuto in Italia o nella Repubblica di San Marino.
I vincitori saranno annunciati in occasione del 37º Premio Pieve Saverio Tutino nel mese di settembre 2021, e le loro storie saranno raccolte in un volume pubblicato dall’editore Terre di mezzo entro l’anno successivo. Tutte le opere inviate - vincitrici e non - rimarranno custodite presso l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano.
Potranno partecipare al concorso le prime 100 proposte che arriveranno nella sede di una delle organizzazioni aderenti entro il 30 aprile 2021 ma saranno ammessi solo racconti autobiografici inediti, presentati in forma scritta ma anche attraverso fotografie, immagini, e-mail, lettere e disegni, cartoline, video o musica. I racconti potranno essere redatti in italiano o in lingua straniera; non dovranno essere concepiti necessariamente in forma di “diario”, ovvero con una scansione temporale giornaliera, ma il requisito vincolante è che siano narrazioni di sé.
Il Comitato scientifico riterrà di particolare interesse i racconti che trattano della cultura di origine, dell’esperienza di migrazione e/o del vissuto dell’autore nel paese di arrivo o di transito.


Per partecipare è necessario scaricare il modulo di partecipazione, compilarlo in ogni sua parte e firmarlo, per poi inviarlo insieme alla storia presso una delle sedi indicate nel sito DIMMI di Storie Migranti. Per tutti i dettagli sulle modalità di partecipazione, è necessario scaricare e leggere il regolamento del concorso al seguente link:
https://www.dimmidistoriemigranti.it/concorso

 
 
Diario 2020 su Radio 3 - foto di Luigi Burroni del diario di Linda Baldin

Diario 2000-2020: i diari dell'Archivio su Radio 3

La pandemia di Covid-19 ha apposto un sigillo sul tempo. Il 2020 sarà raccontato come un anno spartiacque, ovunque nel mondo e così anche in Italia. Eppure, così come ci sarà un “dopo”, è esistito un “prima”. E per comprendere il Paese che a partire dal 9 marzo si è ritrovato chiuso dentro casa, non possiamo trascurare quello che è successo nel recente passato. I fatti del G8 di Genova, con la morte di Carlo Giuliani il 20 luglio del 2001. La terra che trema in Abruzzo e rade al suolo L’Aquila, nella notte del 6 aprile 2009. Il 3 ottobre 2013, quando al largo di Lampedusa un barcone pieno di migranti si rovescia e 368 anime sprofondano nel mare. Prima del coronavirus, la storia delle nostre vite è stata scandita da questi fatti e da queste date: cosa è accaduto in Italia a partire dal 2000 fino a oggi, vent’anni dopo quell’anno in cui, tra attese messianiche e spauracchi catastrofici, sembrava che tutto dovesse cambiare? I racconti degli italiani rispondono alla domanda: dai diari che l’Archivio di Pieve Santo Stefano continua a raccogliere, ancora oggi, affiorano fatti e date emblematiche dell’ultimo ventennio, ma anche tendenze e abitudini sociali, “cose” che sono entrate a far parte della nostra vita in maniera palese o seminascosta e che ci hanno reso quello che siamo, o eravamo, prima della pandemia. Una selezione di queste storie italiane tra le migliaia custodite a Pieve Santo Stefano andrà in onda su Rai Radio 3: la cultura o le pratiche della globalizzazione, i nuovi equilibri familiari e i cambiamenti della genitorialità, l’ambientalismo, il precariato lavorativo, il volontariato…
Vi aspettiamo a partire dal 23 novembre su Radio 3, dal lunedì al venerdì, dopo il cartellone musicale, intorno alle 22:15 circa: https://www.raiplayradio.it/programmi/idiaridipievesantostefano

 
 
Partecipa al Premio Pieve Saverio Tutino

La vostra memoria passerà alla storia

Avete un diario nel cassetto? Non lasciate che vada in pasto ai topi del Duemila. Garantito contro usi impropri, con diritto a partecipare ogni anno a un premio di due milioni e al concorso per la pubblicazione, la memoria personale o l'epistolario familiare che sarà consegnato all'Archivio di Pieve Santo Stefano (AR) passerà alla storia. Sarà una delle mille pietre di una costruzione nuova per gli studiosi di domani: la banca dei diari. Speditelo dunque all'Archivio Diari, Pieve Santo Stefano (Arezzo).

Era il 22 novembre 1984 e su la Repubblica usciva questo trafiletto scritto da Saverio Tutino, che proprio in quei giorni dava vita all'Archivio dei diari.

Oggi, a distanza di ben 36 anni da quel primo annuncio, vogliamo rinnovare l'appello di Saverio, rivolgendo quelle stesse parole a tutti voi che ci state leggendo chiedendovi di condividerle con quante più persone possibile... così che idealmente quel messaggio scritto 36 anni fa continui ad attraversare l'Italia, nella speranza che possa far arrivare a Pieve Santo Stefano nuovi Rabito, nuove Clelia, nuove storie preziose e uniche come quelle che conserviamo e custodiamo qui nella Città del diario da così lungo tempo. Questa nostra casa è la vostra casa, perché queste storie sono un patrimonio collettivo, che appartiene a tutti noi.

Avete un diario nel cassetto?
Beh, oggi sapete cosa dovete fare.Scoprite come inviare diari, memorie ed epistolari e partecipate al Premio Pieve: http://archiviodiari.org/index.php/come-partecipare.html

 
 
Fa' la cosa giusta! 2020

L'Archivio dei diari a Fa' la cosa giusta! 

Quest’anno non è possibile tenere Fa’ la cosa giusta! nella sua forma tradizionale: la grave situazione di emergenza sanitaria impedisce questo tipo di eventi. Ma gli amici di Terre di mezzo Editore hanno trasformato gli eventi in presenza in eventi online e noi siamo felici di essere presenti con un appuntamento dedicato alla rilettura del fenomeno dell’immigrazione alla luce proprio del Covid-19.

L’Italia è infatti da tempo al centro di un movimento costante: c’è chi va e chi viene, ora come nel passato. In questo tempo di estrema chiusura vengono quindi alla luce grandi fragilità, dell’uomo e del sistema, e ulteriori difficoltà che persone di tutto il mondo stanno vivendo una volta arrivati in Italia.
Una sola parola come filo rosso e come possibile risposta: accoglienza.

Intervengono: Natalia Cangi, direttrice organizzativa dell'Archivio dei diari, Alessandro Triulzi, ordinario di Storia dell’Africa Subsahariana dal 1985, Nicola Maranesi, autore de L’abisso non ci separa, Monica Massari, docente di Sociologa presso l’Università di Milano Statale ed Elona Aliko, finalista e vincitrice dell'ultima edizione del concorso DiMMi.

Sarà possibile seguire l'evento venerdì 20 novembre alle ore 16:30 in diretta streaming dalla pagina facebook, dal canale YouTube e dal sito di Fa' la cosa giusta!

Qui i dettagli: https://www.falacosagiusta.org/programma-culturale/accoglienza-una-risposta-alla-chiusura

 
Tutto Van Gogh online. Musei olandesi lanciano il più grande database dell'artista PDF Stampa E-mail
Finestre sull'Arte
Iscriviti alla newsletter!
 
 
Il primato dell'opera. GAM Torino. Il nuovo allestimento della collezione del Novecento storico
  1. Home 
  2. Musei 
  3. Tutto Van Gogh online. Musei olandesi lanciano il più grande database dell'artista

Tutto Van Gogh online. Musei olandesi lanciano il più grande database

dell'artista

 
di Redazione , scritto il 10/11/2020, 13:05:00
Categorie: Musei

 Lanciato in Olanda il progetto Van Gogh Worldwide, il più grande database digitale dell’artista: 1.000 opere censite con dettagliate informazioni e in alta risoluzione.

Tutto Van Gogh online: i due musei che detengono i due più importanti nuclei di opere di Vincent van Gogh (Zundert, 1853 - Auvers-sur-Oise, 1890), ovvero il Van Gogh Museum di Amsterdam e il Kröller Müller Museum di Otterlo, fanno squadra assieme all’RKD (l’Istituto Olandese di Storia dell’Arte) e lanciano il progetto Van Gogh Worldwide, una piattaforma di alto profilo scientifico e accademico che unisce informazioni di carattere storico-artistico, informazioni tecniche e immagini ad altissima qualità delle opere di Van Gogh.

Van Gogh Worldwide è un grande database realizzato grazie anche al contributo di partner pubblici e privati, oltre che istituti di ricerca, e porta in rete oltre mille opere di Van Gogh conservate in Olanda, tra dipinti e disegni. Per ogni opera vengono forniti molti dettagli (provenienza, storia espositiva, riferimenti nelle lettere dell’artista e nella letteratura scientifica, informazioni di carattere tecnico). Una delle principali particolarità sta proprio nei collegamenti con le lettere di Van Gogh, essenziali per comprendere la sua arte. Inoltre ogni immagine è stata acquisita in alta risoluzione e può quindi essere analizzata in tutti i singoli dettagli. E per alcune opere sono addirittura disponibili le immagini del retro della tela e le fotografie a luce radente, per apprezzare al meglio la pennellata materica di Van Gogh. Il sito web al momento è in inglese e in olandese, e fornisce anche un motore di ricerca indicizzato anche con i numeri del catalogo ragionato del pittore. La ricerca inoltre si può condurre per categoria, per soggetto, per materiale, per data.

Il database è stato costruito secondo le linee guida del Netwerk Digitaal Erfgoed (il Network olandese del patrimonio digitale): questo significa che ogni informazione in arrivo da diverse fonti è pubblicata sotto forma di link, il che facilita l’aggiornamento dei dati e garantisce agli utenti di avere sempre un prodotto aggiornato e affidabile. I promotori del progetto sottolineano inoltre che Van Gogh Worldwide è la prima piattaforma del settore museale e culturale a pubblicare i dati secondo il modello Linked Art, un modello di open data creato appositamente per descrivere oggetti artistici.

Il progetto non finisce qui: l’obiettivo è quello di inserire nel database tutte le opere di Van Gogh. La seconda fase, che riguarderà l’inserimento delle opere presenti nelle collezioni fuori dall’Olanda, comincerà nel 2021. Al momento si conoscono circa duemila opere prodotte da Van Gogh e Van Gogh Worldwide (anche per... tener fede al titolo del progetto) intende mapparle tutte.

Per chiunque volesse navigare tra le opere di Van Gogh, il sito da visitare è vangoghworldwide.org.

Immagine: Vincent van Gogh (ottobre 1888; olio su tela, 72,4 x 91,3 cm; Amsterdam, Van Gogh Museum)

Tutto Van Gogh online. Musei olandesi lanciano il più grande database dell'artista
Tutto Van Gogh online. Musei olandesi lanciano il più grande database dell'artista
 
La Milpa: l’orto collettivo “senza regole” dove si apprende coltivando insieme PDF Stampa E-mail

La Milpa: l’orto collettivo “senza regole” dove si apprende coltivando insieme – Io faccio così #303

Scritto da: LORENA DI MARIA
Intervista di: DANIEL TAROZZI
 
 
Montaggio di: PAOLO CIGNINI
 
 
 

Si dice che l’orto del vicino è sempre più verde. Ma se non ci fossero vicini? E se non ci fossero neanche orari da rispettare e regole da seguire… si potrebbe far funzionare un progetto? Oggi vi portiamo a Piasco, nella splendida cornice della Val Varaita, proprio sotto il Monviso. Qui sorge la Milpa, un orto collettivo che ci dimostra che tutto questo è possibile e che il lavoro della terra, se condiviso, può portare splendidi frutti.

Condividi:

Potremmo definirlo un progetto agricolo ma anche un laboratorio sociale dove sperimentare il lavoro condiviso e dove le ricchezze che la terra offre vengono divise tra tutti. Si chiama La Milpa ed è un orto collettivo che sorge a Piasco, un piccolo paese nella provincia di Cuneo. La sua peculiarità? È quella di essere senza regole! Qui si lavora assieme senza divisione di spazi, non ci sono orari prefissati e si apprende dall’esperienza collettiva. E ciò che è coltivato viene diviso non secondo il lavoro impiegato ma secondo le necessità di ognuno. Può sembrare incredibile, ma questo è il vero segreto del suo successo.

Milpa, in n?huatl, lingua originaria della popolazione azteca, significa “il posto dove si coltiva”. Ed è proprio dalla tradizione azteca che nasce il suo senso più profondo: «sei un tutt’uno con la natura, con la Madre Terra e prendendoti cura di lei stai pensando non solo a te stesso ma a chi verrà dopo di te». Sono queste le parole di Walter Vassallo, membro del progetto, che incontriamo all’interno dell’orto, tra le piante di mais in attesa di essere raccolte e le voci allegre di chi, accanto a noi, si prende cura degli ortaggi.

Vuoi cambiare la situazione
dell'agricoltura in italia?

ATTIVATI

 

«Ci sono due cose che bisogna abbandonare se vieni a far parte del nostro orto collettivo: il possesso di un pezzo di terra e l’idea che se coltivo più di te ho il diritto a raccogliere più di te». Queste non-regole rispondono a un principio di equità e condivisione, per non lasciare indietro nessuno: alla Milpa non c’è chi dà ordini e chi li riceve, non ci sono ruoli da seguire, turni e orari prestabiliti… tutto funziona secondo un equilibrio perfetto e, come ci racconta Walter, non c’è stato un singolo giorno in cui l’orto sia stato abbandonato. È chiaro infatti che tante regole non assicurano necessariamente la buona riuscita di un progetto e che anche dal caos, se c’è rispetto per il prossimo, il risultato è assicurato.

«Qui ognuno è libero di venire e lavorare quando riesce». Proprio come nel caso della raccolta dei pomodori, di cui l’associazione coltiva circa un centinaio di tipologie. «Quando abbiamo un surplus di pomodori, decidiamo di fare la passata, grazie all’aiuto delle persone che quel preciso giorno hanno tempo a disposizione. Accendiamo i fuochi, cuociamo insieme, imbottigliamo». E l’aspetto più bello è che chi non si è potuto unire alla raccolta troverà comunque delle bottiglie di salsa ad aspettarlo. Perché, come ci racconta Walter, «la passata è per tutti» e proprio per questo il risultato di un lavoro si divide, senza esclusioni.

«Per noi non esiste una vera suddivisione dei nostri prodotti, ognuno ne prende il quantitativo di cui pensa di averne bisogno e la cosa più bella è che in tutti questi anni non abbiamo mai trovato qualcuno che ne ha approfittato. C’è tra noi un grande rispetto».

Il valore aggiunto è poi dato da una “inesperienza” iniziale che si trasforma passo dopo passo in una crescita collettiva. «Penso che molti gruppi e associazioni abbiano al loro interno delle persone che si sentono leader ma alla Milpa questo non succede. Quasi nessuno di noi è contadino o agricoltore e non essendoci “esperti”, ci sentiamo tutti allo stesso livello, condividiamo risultati personali per apprendere gli uni dagli altri».

Alla Milpa il tempo scorre all’insegna delle stagioni e del movimento giornaliero del sole. Durante la giornata giungono persone che hanno piacere a condividere un momento in compagnia, c’è chi arriva per rilassarsi e trascorrere del tempo nella solitudine della natura, o ancora, chi sceglie questo posto per staccare da una lunga e stressante giornata di lavoro. «Qui zappiamo insieme e coltiviamo insieme, poi creiamo momenti di socialità, facciamo una gita, produciamo la marmellata, chiacchieriamo, raccogliamo le erbe spontanee o organizziamo una festa insieme». Alla Milpa non ci si annoia mai perché l’entusiasmo è di casa.

Agli esordi il gruppo contava sei componenti, sul suo percorso si sono poi uniti diversi compagni di avventura e attualmente raggiunge una trentina di volenterosi tra i quali maestre, psicologi, elettricisti, idraulici, fuochisti. Una varietà di diverse professionalità pronte a scambiare saperi e momenti di convivialità. «In questi anni abbiamo fondato un’associazione che è iscritta al welfare e alla fragilità sociale, che si chiama “Spazio Vitale”. Quando c’è stato il lockdown, il surplus dell’orto lo abbiamo sempre dato alle persone che non arrivavano a fine mese».

Di certo gli ampi spazi aiutano a realizzare questo sogno. «Il terreno che occupiamo è di 2500 mq. In alcuni momenti dell’anno c’è un surplus di produzione molto grande, probabilmente per trenta persone si potrebbe coltivare in molto meno spazio ma per noi più spazio significa che nel tempo possa unirsi molta più gente. E molti dei volontari attualmente presenti hanno scelto la Milpa proprio perché non c’era gusto a coltivare da soli se si può coltivare in compagnia.

Insomma, quella della Milpa è una grande famiglia dove le uniche regole sono quelle della solidarietà, del buonsenso, della condivisione. Si tratta di orto collettivo ma al suo interno c’è molto di più. Si possono trovare un bar, un palco, servizi con compost toilet, una doccia solare, un tendone per lo svolgimento di attività collettive, dove condividere momenti di socialità alternandoli al lavoro di coltivazione e raccolta.

Tra i momenti più belli dell’anno ci vengono raccontate le feste de “La Milpa Sonora”, dove si organizzano concerti o la “Festa del Mais” durante la quale, dopo la raccolta, segue un momento di ringraziamento e di buoni propositi per l’anno nuovo, per poi trovarsi tutti insieme a cantare e ballare, celebrando la natura e la condivisione. Non c’è occasione migliore per coinvolgere persone che giungono da ovunque per prendere parte a questo momento di felicità condivisa e che, da quattro anni, celebra tutta la bellezza della vita alla Milpa.

Guarda l’intervista integrale

 
SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE DAL 16 AL 22 SETTEMBRE. PDF Stampa E-mail

 
RACCOLTA FONDI PER DARE UNA CASA IN CEMENTO IN BURKINA FASO, MAMMA DI 5 FIGLI VEDOVA, CASA SCIOLTA PDF Stampa E-mail

STIAMO RACCOGLIENDO FONDI PER 1 MAMMA DI 5 FIGLI, VEDOVA, CHE PER LE FORTI PIOGGIE , IN BURKINA FASO, SI E' SCIOLTA LA CASA DI FANGO E PAGLIA.

LA CASA IN CEMENTO COSTA 1.200 EURO, AL MOMENTO NE ABBIAMO 390.

VOLETE CONTRIBUIRE? ANCHE 20 EURO. INFO MAURIZIO SANTONI 3385708628

REFERENTE ASSOCIAZIONE OASIS ENZO MISSONI ONLUS

CENTRE A KOUDOUGOU IN BURKINA FASO.

 
<< Inizio < Prec. 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Succ. > Fine >>

Pagina 11 di 252