IL GIRO D'ITALIA PER LA VITA. Stampa

IL GIRO PER LA VITA

Oggi il Giro ciclistico d’Italia riposa ma il silenzio è quello del “Deserto dei Tartari”:lo sguardo atterrito che andava a cercare il cattivo oltre l’orizzonte.Al Giro quel malvagio si chiama “Fatica”.Giorno dopo giorno s’impossessa del vigore atletico,si allea con i trabocchetti  della strada,la tensione della volata,il disagio del dopo corsa,sempre, nell’intento di far disperdere al ciclista, la strada verso Milano.

In effetti,come si fa’ a pedalare ogni giorno,con salite e discese per cinque,sei,sette ore,senza cadere nella brace della fatica?

Ma i ciclisti non sono semplici atleti,sanno come trattare la fatica,bande speciali,insomma sono dei “SUPERMAN”veri,non quelli taroccati delle Harley.Certamente non mancano di nutrirsi abbondantemente,di prendere gli integratori,di farsi massaggiare ogni giorno,ma questo non basta se non si  è dotati di un fisico particolarmente dotato ,sviluppato e mantenuto attraverso uno stile di vita’ adeguato  all’impegno richiesto dalle gare ciclistiche.Nonostante la battaglia agonistica, nei ciclisti,c’è la gioia spontanea della solidarieta’ con il collega in difficolta’,c’è l’umilta’ di chi ha capito il senso della vita,di chi  vuole  abbracciare tutto il mondo attraverso un  saluto veloce a chi e’ sul ciglio della strada.Ieri,Alberto Contador,la maglia rosa, ha lasciato le operazioni del dopo premiazione per fare un’autografo alla bambina dietro le transenne,Giuseppe Martinelli,Team Manager dell’Astana,pochi minuti prima della partezza,è sceso dal caravan per stringere la mano ai tifosi,Dario Cataldo,nonostante sia un’atleta portato per le  corse a tappe,ha tirato come non mai controvento per far risparmiare energie a Fabio Aru.Il clima di serena cordialita’ è diffuso nella  carovana,dalla Polizia Stradale(impegnata,tra l’altro, ad educare i giovani),ai comprensivi  giudici,al prezioso  servizio  della RAI  con Francesco Pancani ,Alessandra  De Stefano ed i suoi competenti collaboratori .Non posso che concludere ancora una volta con “Grazie Giro”,acqua nel deserto della superficialita’ umana.

  1. Di Pretoro                

Roma,18 5 2014