DOPO LA LIBERAZIONE C'E' L'IMPEGNO Stampa

Liberarsi dalle catene dell’oppressore,dalla distruzione accecata,non puo’ finire a tarallucci e vino.Ogni anno il Piazzale della Piramide romana è sempre piu’ vuota e le autostrade piu’ invase.Se noi  siamo liberi di scegliere come consumare il nostro tempo lo dobbiamo a chi ha lasciato tutto,qualcuno anche la vita,per fermare l’idiozia di menti  sbandate dalla convinzione di onnipotenza.Esercitiamoci ogni giorno a frenare quello che mina il nostro buon senso cominciando dai falsi idoli,torniamo ad apprezzare il valore della semplicita’ per godere ogni attimo di liberta’.Il giorno della Liberazione ho notato che la bicicletta era presente nello sport come nella politica,una sorta di catalizzatore di tanti momenti  significativi .Volti  diversi,ognuno a modo suo per dare un senso alla liberta’ ritrovata:dai ciclisti attenti ad ascoltare l’oratore tra le bandiere rosse,a Francesco,l’ambientalista solitario  sceso dai Monti Lucretili,la serenita’ derivante dalla competenza di Davide Cassani,Massimo Pisani e Mascitti nonostante le responsabilita’ cui  erano chiamati,la concentrazione di Vincenzo Albanese prima di partire verso la vittoria,per non parlare della generosita’ oscura dei meccanici al seguito dei loro atleti.Tutti impegnati per un sorriso ,essenza decisiva dell’impegno  per perpetuare quella liberta’ di cui noi terrestri abbiamo tanto bisogno.

  1. Di Pretoro

FCI LAZIO