CICLISMO AGONISTICO SU STRADA LA RIFORMA COMPLETA Stampa

    

CICLISMO SU STRADA,CORAGGIO,PUOI CRESCERE TANTO! PDF Stampa E-mail Modifica

 

CICLISMO SU STRADA,CORAGGIO,PUOI CRESCERE TANTO!

Cari Dirigenti,corridori,amici di ciclismo

La stagione del Grande Ciclismo 2019 è terminata ed un po’ di riflessione ci sta’ proprio bene prima di ripartire per l’anno successivo.

Facendo seguito ai miei approfondimenti del 2007,2010 e 2017(allegato n. 1),continuo a proporre idee accattivanti per i giovani visto che il ciclismo agonistico su strada  ha proprio tutto quello che cercano:la velocita’,l’acrobazia,il coraggio,l’avventura,il paesaggio sempre diverso.Unica stonatura è pedalare anche oltre le 6 ore!

Frenano di piu’ i pericoli sulla strada ,il costo di esercizio dell’attivita’ o la scarsita’ d’ idee di chi gestisce il Grande

Ciclismo ? Non mi basta che il Ciclismo su Strada sia apprezzato  per il  servizio al paesaggio,ai prodotti  di una zona,desidero soprattutto uno straordinario spettacolo sportivo.Allora partiamo con il piede giusto:

1 E’ necessaria l’armonia fra le varie componenti del grande ciclismo.Il Movimento è in mano ad ASO ed RCS(due societa’ dedite all’organizzazione di eventi sportivi) la cui tentazione è di svincolarsi dall’UCI.Questa situazione inasprisce il rapporto fra tutte le componenti ,ciclisti compresi.E’ in corso l’appello di Velon(Associazione di alcune squadre World Tour) e Lega di ciclismo alla Commissione Europea per comportamento scorretto dell’UCI ,art.101.Mi auguro,come appassionato di ciclismo ,che il dialogo porti alla soluzione dei problemi.

2 L’UCI deve recuperare il suo ruolo di organismo regolatore,federazione delle federazioni,piu’ che quello imprenditoriale.

3 E’ giunto il momento di previleggiare il merito sportivo piu’ di quello economico.Si stabilisce il punteggio da assegnare corsa dopo corsa ed ogni anno tre squadre scendono e tre vanno avanti nel World Tour,Professional e Continental.La mondializzazione sta’ proponendo  nuove gare ,spesso piu’ ricche e ben organizzate di quelle europee.Non voglio anticipare i tempi,ma la stessa dinamica societaria di “merito” potrebbe essere applicata annualmente anche alla scelta delle gare da inserire nel World Tour ed altri due gruppi.La storia di una gara è importante ma non sufficiente visto che le squadre ed i corridori sono sempre piu’ attratti dai rimborsi spese,ingaggi ,cura organizzativa sul fronte della sicurezza e Montepremio.

4 Gli sport piu’ seguiti al mondo fanno capo alla “palla”.Sono facili da capire,economici,totalmente visibili,si fondono con la collettivita’,hanno pause brevi e durano mediamente due ore, come un film.

In poche parole ,hanno un ritmo televisivo perfetto!

Al contrario, il ciclismo, presenta lunghi momenti di  “stanca” che inducono il telespettatore ad un vero torpore.Signori Organizzatori cosa fare?Proviamo a toccare qualche punto focale:

A EVITARE L’ESITO SCONTATO DELLE CORSE.La Parigi-Tours era una gara per velocisti.E’ stato sufficiente inserire 10 km di sterrato e qualche salitella da ridere per aprirla allo spettacolo.Lo stesso dicasi per la Milano-Torino con Superga  o  il Giro dell’Emilia,100 km in linea ed il circuito di San Luca.Da romano auspico il ritorno del Giro del Lazio con nel finale 5-6 giri del Muro di via De Amicis(Monte Mario) ed arrivo vicino allo Stadio Olimpico.

B DIMINUIRE I KM DI CORSA.Quattro ore sono gia’ tante in un mondo sportivo che ne sopporta due.In fondo l’atleta resistente non fa’ piu’ audience  al contrario dello scattante,del creativo fantasioso.Diciamoci la verita’,nel seguire il ciclismo in tv attendiamo l’imprevedibile,l’inseguimento dopo la foratura.Siamo arrivati al punto che la corsa si vive meglio da dietro.

Ultimamente si previlegia 100 km in linea ed una cinquantina in circuito.Il Giro dell’Emilia mi sembra che vada nel verso giusto.Coraggio,UCI,riducete anche  la lunghezza del Campionato Mondiale su strada.Chi l’ha detto che il campione migliore è quello resistente e non l’altro abile.Siamo stanchi di essere presi in giro dalle fughe calcolate per bloccare la corsa.E le Classiche monumento? Saranno un’appuntamento fuori della tendenza generalizzata o dove sara’ possibile,si ridurranno i km anche a loro.Diminuire i km di corsa portera’ ad una maggiore cura del percorso,si ridurranno le spese generali e migliorera’ la dinamica di gara a favore dello spettacolo.    

C DIMINUIRE I KM DEL CIRCUITO.Le gare di F1 e moto GP con velocita’ prossime ai 300 kmh, si svolgono in circuiti di 5 km,quelle ciclistiche ,40 kmh di media con tanto di cip rilevatori in caso di doppiaggio,si svolgono in percorsi esageratamente ampi , dai 12 ai 20 km.Al mondiale,dopo birra e salcicce la pennichella è dobbligo!Qual’e’ il timore?Non ho mai visto in quest’ultima competizione un corridore continuare la gara con oltre  7 minuti di distacco.Statene certi,il pubblico ringraziera’. 

D TRAGUARDI  VOLANTI  e  GRAN PREMIO DELLA MONTAGNA.Sono la chiave di volta per animare la corsa.In pianura,quando la tappa è lunga 160 km,ci vogliono almeno quattro Traguardi Volanti.Cosa mettere a disposizione dei  delle prime posizioni :nelle gare di un giorno soldi solo soldi,in quelle a tappe punti e soprattutto secondi per attivare l’interesse anche di chi fa’ classifica.Il GPM va’ considerato allo stesso modo.

E PREMI MAGGIORATI AI  CICLISTI.Il montepremio degli US Open di tennis è di 38,5 milioni di Euro,Internazionali d’Italia  3,8,il Tour 2,35 ,il Giro d’Italia 1,5 milioni………………….il Trofeo Matteotti 14.477 Euro.Certamente,l’organizzazione ciclistica, necessita di tante uscite in piu’ del tennis ma riceve anche varie entrate per diritti televisivi,sponsor, finanziamenti regionali e comunali.

Tanto per concludere l’argomento “premi”,la vincitrice degli US Open femminile 2015 ha vinto 2,64 milioni di Euro(tutti per lei) giocando 4 partite,il  primo al Tour 2015 solo 450.000,quello del Giro 205.660(da dividere con i compagni) dopo aver rischiato la vita in 21 tappe.Meglio non parlare delle Classiche:al primo 20.000 Euro, da dividere con i compagni!

Non ci sono  dubbi:i ciclisti meritano molto di piu’ per quello che danno. 

F L’ARRIVO COME  LO STADIO.Quelle transenne vuote nell’ultimo chilometro sono di una tristezza indicibile.In fondo hanno ragione gli appassionati nel preferire le riprese televisive in poltrona ad uno spettacolo limitato al solo arrivo.Gli organizzatori,devono capire che la cornice di pubblico sentenzia visibilmente il successo dell’evento.Ci vuol tanto ad organizzare l’intrattenimento di due ore in loco fatto di musica e gare tipo pista con i piu’ giovani?E’ importante che tutto abbia un ritmo coinvolgente non come la presentazione delle squadre partecipanti al Giro 2019……….una noia mortale.Per dare ritmo alla serata si potevano presentare tre squadre insieme intervallandole con l’esibizione di un famoso cantante nazionale.Se lo spettacolo sara’ attraente e l’affluenza notevole ,solo allora si potra’ chiedere il pagamento di un biglietto .

G SICUREZZA IN CORSA ed in allenamento.Quest’anno ,il ciclismo,ha subito terribili  tragedie in corsa ed in allenamento.So’ benissimo che i ciclisti gareggiano e si allenano quasi nudi,in balia di tutti,senza rete, ma questo deve far aumentare ancora di piu’ l’impegno organizzativo per diminuire i pericoli.Ci vuole il controllo maniacale della Commissione Percorso,il contatto costante con i comitati di tappa ( o di gara) e le associazioni ciclistico-sportive-sociali dei comuni attraversati per formare in loco un cordone umano di controllo.

Con il circuito chiuso al traffico,la sicurezza del ciclista è quasi perfetta.Discorso a parte è l’inserimento dei mezzi meccanici in corsa:assolutamente bisogna limitarne il loro numero.

Il ciclista in allenamento scegliera’ sicuramente  le strade con meno traffico facendo attenzione nell’attraversamento dei centri abitati.Ogni “lavoro” richiede un percorso adatto,talvolta un circuito da ripetere piu’ volte potrebbe favorire la sicurezza.Le Federazioni Ciclistiche nazionali si facciano carico presso i Ministeri ed i Comuni, per la diffusione sulle strade della corsia di rispetto ciclistica (Foto 2 ),di ciclovie separate dalla viabilita’ ordinaria come in Olanda e la costruzione dei  Ciclodromi nelle popolose aree urbane(Foto 3)

  1. LE BUONE IDEE.

-La crono- staffetta a squadre mista è stata una novita’ dei mondiali 2019.Mi è piaciuta piu’ delle cronometro individuali ,sempre piuttosto monotone. Al telespettatore si entusiasma quando i ciclisti si raggiungono e sorpassano.

Visto che con le  riprese televisive non si puo’ piu’ stare in scia impunemente,ritengo utile per lo spettacolo,di distanziare tutti i concorrenti non piu’ di un minuto.

-Infine,perche’non tornare alle spettacolari  GARE DIETRO MOTORI…………………naturalmente  dietro bici  elettriche a pedalata assistita” ?

  1. Di Pretoro

 

Giornalista dal 1989

Roma,15 10 2019 

                    

                          CICLISMO  AGONISTICO SU STRADA

                         LA   RIFORMA COMPLETA

A cura di Gianfranco  Di Pretoro                                                           

 

Una cosa è certa:U.C.I.,Organizzatori,Federazioni nazionali,piccole e grandi Societa’ sportive,corridori non sono sulla stessa linea.Tutti pero’ sono in cerca di soldi!

Tamponare di tanto in tanto qualche discrepanza non vuol dire avviare la seria politica per un nuovo ciclismo globale.Ci vogliono idee lungimiranti,anche coraggiose, per inserire il ciclismo su strada nella mutata realta’ della nostra epoca.Si deve partire da un tavolo permanente di lavoro che sappia sviluppare le idee giuste.Il mio documento del 2007 ”Come rinnovare il ciclismo agonistico su strada”non è servito nemmeno ad una pacata riflessione.Questo la dice lunga sulla difficolta’ di armonizzare il movimento.Di seguito,evidenziero’ alcuni argomenti degni di attenzione per la riforma complessiva del ciclismo su strada gia’ dal 2017:

AMBIENTE

La persona che si muove in bicicletta è un benemerito della societa’ perchè,anche quando lo fa’ con spirito agonistico,non emette rumori molesti e non avvelena l’aria.

Tutte le gare professionistiche e non dovranno essere l’occasione per sottolineare l’importanza del rispetto verso la Terra partendo dall’impegno per la mobilita’ ecosostenibile ed il trattamento dei rifiuti.

ASSENZA

Almeno per l’Italia è esageratamente lunga l’assenza del grande ciclismo(quello dell’UCI World Tour) sui media piu’ importanti.In un mondo ricco di eventi non si puo’ andare in vacanza dal 5 Ottobre al  20 Gennaio(la prima gara italiana importante addirittura a Febbraio e quella World Tour in Italia l’11 Marzo).Tanti anni fa’ il vuoto era riempito dalle sei giorni in pista e dal ciclocross.Oggi c’è ben poco di tutto questo!

Visto il successo durante l’anno,consigliero’ la Rai di continuare settimanalmente(senza interruzione)la rubrica”Radiocorsa”.Gli argomenti non mancheranno:la pista,il ciclocross,la tecnologia,la preparazione delle squadre,le gare del presente,del passato e del futuro.Appena iniziera’ la stagione UCI World Tour,tutte le gare,anche se in differita,dovranno essere trasmesse.  

 

Ritengo il ciclista la vittima di un sistema che lo sfrutta esageratamente.Eppure,nei prossimi anni,sara’ sempre piu’ lui il protagonista del movimento in gare altrimenti destinate a cadere nel dimenticatoio della massa.

L’Associazione  dei corridori dovra’ essere piu’ incisiva sul fronte della sicurezza in corsa,del rispetto dei contratti e pretendere premi piu’ elevati dagli organizzatori.

E’ finito il tempo del pressapochismo!Tutte le squadre dovranno essere gestite in modo manageriale nei riguardi dei ciclisti,degli sponsor,dei media e degli appassionati.

Credo sia giunto il momento di avviare l’acquisizione dei ciclisti come nel calcio gestendoli con oculatezza nella seguenza degli impegni. 

BICICLETTE

L’U.C.I. dev’essere meno rigida verso il progresso tecnologico in nome di un’equita’ “risibile”.Nel 1934 cedette alla pressione dei produttori annullando il record  dell’ora di Francis Faure che lo ottenne su una bici reclinata tanto che la gestione dei record  di velocita’ con veicoli a propulzione umana passo’ alla WHPVA.Successivamente pretendeva che si tentasse il record con i mezzi simili a quelli degli anni ’70.Oggi,l’UCI, si è parzialmente convertita al modernismo di Bradley Wiggins(2015-Km 54,526) ma ha declassato il povero Chris Boardman(1996-56,375)solo perche’ aveva le braccia piu’ avanzate e Graeme Obree perche’ le aveva arretrate.Chi lo dice che il giusto modo di pedalare è quello regolamentato dall’UCI?Senza evoluzione non c’è speranza ,vedi il salto in alto o con l’asta in cui il metodo ed il materiale non sono messi in discussione perche’ conta solo la forza individuale “senza additivi”!Ben vengano le biciclette sotto i 6,8 kg o la ruotona di Moser,l’importante è che i mezzi siano efficienti,robusti,sicuri,frutto dell’ingegno umano.

L’U.C.I. dovra’ limitarsi a testare la robustezza dei materiali,frenare,semmai, l’uso di accessori che potrebbero costituire pericolo per tutti  i ciclisti in corsa senza limitare la ricerca umana verso il miglioramento fisico,aereodinamico e tecnico nelle prestazioni.

 

Finalmente si corre in tutti i continenti.Alcune gare rappresentano le pietre miliari della storia ciclistica su strada.Saranno intoccabili almeno per i prossimi 10 anni.Poi,prevarra’ sicuramente il principio della rotazione,della meritocrazia basato sui numeri che terranno conto di variabili chiare come la storicita’,la sicurezza in corsa,l’accoglienza delle squadre,la visibilita’ degli sponsor e soprattutto l’entita’ del montepremio.

 

 

Il Calendario delle Gare  dovra’ essere riscritto annualmente non solo per la data ma anche per l’appartenenza ai vari gruppi di merito  risultanti da “parametri certi”.Ci saranno gare che avanzeranno ed altre che retrocederanno.Oggi, il calendario, compreso quello UCI WorldTour 2015,lascia molto a desiderare.Ad esempio, figurono due corse in linea canadesi( prima edizione è del 2010) e non è presente la Milano-Torino del 1876,la piu’ antica gara ciclistica del mondo!

Ne ho seguiti come giornalista almeno una ventina.In gran parte che barba!Chi dorme qua,chi mangia la’.E’ mai possibile che l’U.C.I. non capisca che la televisione ha imposto a tutti gli eventi sportivi il suo ritmo incalzante.Solo la bravura dei giornalisti  riesce a calamitare l’attenzione  ma qualche pennichella ci casca!A che servono tanti chilometri?Il pubblico del 2017 vuole il campione dell’abilita’,genio dello spettacolo e non lo stocanoista della fatica.La differenza non la fanno i chilometri ma la velocita’,gli scatti,le salite, vedesi il calcio,dove i minuti sono sempre 90 ma cambia l’interpretazione dei protagonisti.Questo dovra’ avvenire anche tra Under 23 e Professionisti.Un’altra assurdita’ sono i circuiti lunghi oltre 12 km con il pubblico a girarsi i pollici.Alle moto GP ne bastano 4 e tutto funziona bene(ci sono i Chip per individuare i doppiati).Infine,un’evento prestigioso come il campionato del mondo,merita la partecipazione dei piu’ forti corridori al mondo.

Questi i consigli per l’U.C.I. :le squadre nazionali dovranno inserire solo i ciclisti compresi nei primi 250 del World Ranking un mese prima dell’evento,la lunghezza della gara dovra’ misurare  160-170 km,una parte in linea e l’altra in circuito lungo circa 5 km a giro.        

CICLODROMI NELLE  CITTA’

Sono lo strumento essenziale per interessare i giovani delle grandi citta’ al ciclismo.E’ mai possibile che esistano campetti di calcio e tennis mentre per il ciclismo niente?Alcuni piccoli comuni li possiedono ma non figurano nelle metropoli.Eppure,possono essere impianti polivalenti,adatti ad accogliere tante specialita’ sportive e costare meno di varie infrastrutture inutili o quasi, vedi la parete artificiale che si è fatto costruire il Sindaco Alemanno a Roma.

Sono anni che chiedo per Roma quattro ciclodromi asfaltati,illuminati,lunghi 2 km,collocati ai margini della citta’, nei punti cardinali per evitare l’attraversamento cittadino dei ciclisti.Attendo che i vertici della FCI, con il Sign. Di Rocco in testa, si diano da fare come il sottoscritto per avviare con la Regione Lazio,il Comune di Roma tutti quei progetti idonei alla costruzione di tali opere.

Prima di raggiungere le strade meno trafficate,i ciclisti ,in particolare i giovani agonisti,rischiano la vita per uscire dalla citta’.In Olanda ho visto gli atleti della Rabobank allenarsi sulle ciclostrade separate dalla viabilita’ ordinaria ,naturalmente,tutte, ben tenute.

A Roma bisognera’ mettere in sicurezza alcune strade in uscita dalla citta’ come l’Aurelia,la Cristoforo Colombo,l’Appia Nuova,la Tiberina e la Tiburtina.

CIRCUITO

Con il circuito si raggiungono vari obiettivi:meno problemi di viabilita’ e costi organizzativi,piu’ visibilita’ per il pubblico,gli sponsor e la citta’ ospitante.Un solo vincolo:la lunghezza del circuito non deve superare i 5 km.Con una buona coorografia sara’ uno spettacolo ciclistico a cielo aperto.Mi viene in mente la trasformazione del Trofeo Matteotti in Criterium notturno sul lungomare con tanto di musica ed altre attrattive.

Signori organizzatori di corse cosi dette minori,in particolare quelli in difficolta’ economiche,convincetevi al circuito.Il circuito va’ bene anche quando è inserito nelle corse a tappe, sia ripetendo la stessa salita o girando piu’ volte nel centro storico.In quest’ultimo caso si neutralizzera’ il tempo di passaggio per non dare problemi agli uomini di classifica nelle concitate fasi degli ultimi chilometri.

Oggi vanno agli organizzatori dei grandi eventi ciclistici.

In futuro,una parte,sotto forma di contributi,dovranno andare anche alle squadre ed al Montepremio per gli atleti.

DOPING

Anche se il doping anticipera’ sempre i controlli bisognera’ perseguire chi ne fara’ uso.Il risultato delle analisi dovra’  essere tempestivo ed effettuato solo in occasione della gara.L’accertamento positivo dopo mesi ed anni discreditera’ il corridore ed il movimento tutto.Ho presentato un’esposto al CONI contro la legge sulla reperibilita’ 24 h su 24 dell’atleta(Whereabouts) perche’ mina profondamente la liberta’,la privacy del cittadino atleta e non.Il CONI,non ha risposto!

Associazione dei corridori cosa stai facendo in tal senso?

Ritengo che l’atleta,il medico,l’allenatore incappati nel problema doping siano comunque macchiati nel loro lavoro per sempre e pertanto, sono per la radiazione a vita .

GIOCO LEGATO  ALLE  CORSE

Tutte le componenti del ciclismo si lamentano sempre per la scarsita’ di soldi.Eppure,il ciclismo agonistico,è seguito da numerosi appassionati.Il gioco potrebbe calamitare l’attenzione ancora di piu’.

Consiglierei all’Organizzatore,all’U.C.I. un gioco legato al piazzamento in  gara di vari corridori iscritti presi a caso.I Premi,a causa delle limitazioni governative,potrebbero consistere in oggetti o buoni acquisto offerti dagli sponsor legati all’evento.

 

 

GIOVANI

Uno sport è in crescita solo se interessa i giovani.Il ciclismo su strada piace agli ultra quarantenni.Per fortuna stanno crescendo i ciclisti dei nuovi continenti e nazioni.Noi europei dobbiamo insistere con la cultura della bici nelle scuole,la sicurezza sulle strade,i ciclodromi in citta’.I giovani sono abituati ai giochi di squadra,la cui durata massima è di circa 2 ore.Non possono capire gli sforzi impossibili dei ciclisti.Per non parlare dei pericoli negli allenamenti in mezzo alle auto e gli stipendi da fame della gran parte dei corridori.

E’ importante sostenere le societa’ sportive che tesserano Esordienti,Allievi e Juniores(eta’ dai 14 ai 17 anni)attraverso un Fondo di solidarieta’ gestito dai comitati regionali FCI.Sara’ sufficiente prelevare 1-2 Euro dalle iscrizioni alle gare professionistiche, amatoriali,turistiche e di fondo per trovare i soldi da consegnare a fine anno alle societa’ sopradette sulla base del numero di atleti partecipanti alle varie gare e dei km percorsi.Tutte le associazioni che svilupperanno l’attivita’ per i giovanissimi potranno chiedere un rimborso spese alle famiglie per la loro scuola di ciclismo come avviene nel calcio,nell’atletica ecc.Non meno importante,inoltre, sara’ presentare ai giovani un ciclismo piu’ accattivante,moderno,rispolverato dell’immagine fatta solo di fatica con meno ore di corsa e premi piu’ consistenti.

Nel 2017,numerosi ciclisti professionisti sono senza contratto.Taluni,bravi ed onesti,meriterebbero ancora di correre senza lo sforzo di portare soldi e sponsor a qualche squadra poco professionale.

E’ giunto il momento di ripristinare la categoria degli individuali autorizzati a partecipare almeno alle gare nazionali.

LIMITARE I KM DI GARA ANNUALI PER I PROFESSIONISTI

Tutto ruota intorno all’umanizzazione del ciclista professionista.Gare meno lunghe ma soprattutto complessivamente meno km di gara .L’associazione dei corridori non sa’ che tanti loro assistiti  fanno uso di sostanze malefiche anche per recuperare,per dormire?Roba da pazzi!

L’UCI dovrebbe stabilire i chilometri annuali complessivi che il ciclista professionista potra’ percorrere in gara .Oltre,tale numero,lo fermera’ per tre mesi.Lo stesso dicasi alle squadre:bisognera’ rispettare il patrimonio umano evitando trasferimenti e corse esageratamente ravvicinate.

ORGANIZZATORI

Mi rivolgo a tutti gli organizzatori ma in particolare alla ASO(Amaury Sport Organisation),alla RCS Sport ed all’Unipublic perche’ il futuro è in mano loro,alle capacita’ di rinnovare continuamente gli eventi a cui fanno capo.La tentazione di svincolarsi dall’U.C.I. è notevole ma,come successo al pugilato, porterebbe nel movimento una confusione distruttiva.Sono certo che solo il dialogo aperto delle varie componenti produrra’ quel rinnovamento complessivo da tutti atteso.La societa’ cambia e di conseguenza l’offerta ciclistica dovra’ assecondare tale mutamento senza dimenticare l’esperienza passata.L’esempio del Giro dell’Emilia mi sembra calzante.Ora si conclude in circuito,in salita e piace!Forse,una quarantina di chilometri in meno nella lunghezza del percorso in linea lo renderebbe piu’ frizzante.

Tanto per essere chiaro proporro’ all’amico Mauro Vegni(RCS) di riportare il grande ciclismo a Roma con una gara moderna ovvero 100 km in linea e 60 in circuito comprensivo di uno strappo duro come il muro di Via De Amicis al Foro Italico.Agli organizzatori di Giro,Tour e Vuelta continuero’ a ripetere:meno km,meno trasferimenti,piu’ traguardi volanti(una sola classifica ben pagata)ovvero piu’ spettacolo,piu’ soldi.   

PREMI

Credo che il ciclismo sia lo sport che offra il miglior ritorno pubblicitario al minor costo.Anche se il pubblico durante la gara non paghera’,la loro presenza c’è!Mi chiedo,allora, perche’ i premi  sono cosi’ miseri rispetto ad altri sport meno frequentati ed impegnativi?Paragoniamo il Grande Tennis con i piu’ importanti eventi ciclistici nel 2015.

Montepremio : US Open di Tennis  38,5 milioni di Euro-Tour de France 2,35 milioni di Euro-Giro d’Italia 1,4 Milioni di Euro.Per inciso, agli Internazionali d’Italia di Tennis il montepremio è stato di 3.830.295!Il Montepremio del Trofeo Matteotti è stato di 14.477 Euro.

Al Vincitore:US Open di Tennis femminile 2,64 Milioni di Euro, tutto per lei.Tour de France 450.000 Euro (da dividere con la squadra),Giro d’Italia compresi i premi speciali 205.668 Euro(da dividere con i componenti della squadra).Meglio non parlare delle classifiche ciclistiche(20.000 Euro al primo naturalmente da dividere).Per inciso,solo 22 corridori professionisti su 878 hanno superato nel 2015 l’ingaggio di 1.000.000 di Euro.Nel 2015 il Tennista Djokovic (1°) ha guadagnato 14.269.462 Dollari mentre Gosoeda(100°) 131.346 dollari.Chiedete a Nibali o Sagan quanto hanno guadagnato nel 2015.

Lo Sforzo fisico:Il tennista per arrivare in finale deve vincere 3-5 incontri.Ciascuno ha una durata media di 2h45-3 h ma gioca veramente per 26 minuti e 29 secondi(incontro Leonardo Mayer contro Andy Murray).Rischia fisicamente solo qualche strappo!Il ciclista,quando la corsa è breve sta’ in sella 4 ore,nel Giro o Tour de France sta’ in bici per 21 giorni,fa’ la pipi’ senza fermarsi,è in balia del clima,delle cadute,dei trasferimenti.Dopo quanto esposto si deduce che il ciclista è un giramondo appassionato animato d’avventura,del quale,pero’, non bisogna approfittarsene.

Signori Organizzatori,trovate pure altre fonti di entrate(gioco legato alla gara,spettacolo a pagamento nella zona arrivo,tanti  traguardi volanti  con una sola classifica ecc.) ma i premi per questi ragazzi straordinari dovranno aumentare sensibilmente.

 

 

 

Si dice sempre che la corsa la fanno i corridori poi alcuni pseudo santoni precisano che il campione lo si vede dopo i 200 km.Poi arrivano tanti in volata dopo 700 km(Milano-Roma del 1979) ed uno alla volta in tappe del Giro di 130 .Al pubblico televisivo non piacciono proprio le gare scontate di questi ultimi tempi.La tappa corta è piu’ frizzante,meno controllata.Meno chilometri piu’ traguardi volanti producono uno spettacolo eccezionale anche se il percorso sara’ in pianura.Gli Organizzatori  di tutte le gare ciclistiche del mondo,comprese talune inserite nell’ UCI World Tour, potranno ridurre il chilometraggio a 160 km.La Milano-Sanremo,la Gand-Wevelgen,la Parigi-Roubaix,la Liegi-Bastogne-Liegi,la Parigi-Tours e la Milano Torino diverranno gare “fuori categoria”,un po’ come avviene con la Parigi-Brest-Parigi tra gli amatori.

Coraggio,il ciclismo ha ampi margini di miglioramento.Basta inserire idee nuove con persone coraggiose e lungimiranti.

SEMPLIFICARE

Per un breve tempo sono stato giudice di gara(ma anche Direttore Sportivo III° Livello,Direttore di Corsa,Organizzatore di eventi,Componente della commissione cicloamatori Lazio,corridore su strada ed in pista)e mi sono impazzito con il regolamento composto da tante norme spesso contradditorie,superate!

L’U.C.I. e la FCI dovranno mettersi a lavorare per snellire la normativa che condiziona la modernizzazione delle biciclette, delle gare su strada ed in pista.

SICUREZZA

Da decenni m’interesso per conto della FCI LAZIO di piste ciclabili e viabilita’.La sicurezza di chi pedala è sempre stata al centro dei miei lavori.Sulle strade aperte al traffico il ciclista agonista aggiunge pericolo a pericolo per esercizi di velocita’ impossibili da omettere.Certamente,cerchera’ le strade meno trafficate ma il pericolo è sempre in agguato dietro ogni curva o incrocio.Ma in gara non si possono trovare giustificazioni!La sicurezza del corridore dev’essere al 100%.Troppe auto e moto che sfiorano gli atleti a destra e sinistra,curve pericolose senza balle o reti,tifosi cretini che schiaffeggiano i corridori,attraversamento di paesi senza transenne e via dicendo.La deficienza organizzativa va’ punita!

La figura di “ispettore di percorso”dovrebbe rappresentare i corridori e non l’UCI/FCI  o gli organizzatori.Quanto meno affiancarli.Questo,due giorni prima della gara, si fara’ il percorso e stilera’ il suo rapporto con le eventuali richieste per migliorare la sicurezza dei concorrenti.Lo stesso Ispettore dovra’ intervenire in caso di problemi climatici,freddo,pioggia o caldo che sia.

 

 

 

 

La corsa ciclistica dev’essere meno scontata e piu’ mossa da scatti e salite.Purtroppo,quest’ultime non sono sempre presenti ed allora bisognera’ inserire tanti traguardi volanti per un’unica classifica.

Diminuendo i chilometri di corsa,la gara dovrebbe essere gia’ di per se piu’ spumeggiante.Per essere certi della sua spettacolarita’ bisognera’ inserire almeno 5 Traguardi Volanti  a punteggio per un’unica classifica al termine della corsa/tappa.Il montepremio”Traguardi Volanti”sara’ appena al disotto di quello del vincitore della gara e piazzati.Nelle corse a tappe non metterei gli abbuoni nei traguardi volanti per non far controllare la corsa dalle squadre che puntano alla classifica generale.

Dal 2016, la classifica di rendimento dei ciclisti partecipanti alle gare World Tour,Professional e Continental(in futuro si chiamera’Challenge Tour)sara’ aggiornata settimanalmente.Lo stesso avverra’ per le 18 squadre World Tour.Siamo sulla buona strada,quella della meritocrazia.

In futuro,dai numeri della meritocrazia dovra’ scaturire il principio della rotazione per tutto il movimento ciclistico.Ogni anno,corridori e squadre(ma perche’ no, anche le varie gare) dovranno fare i conti con avanzamenti e retrocessioni.Tutto sara’ regolamentato da  parametri  di giudizio accettati dalle varie componenti del ciclismo professionistico.

 

                                                                                                 Gianfranco  Di Pretoro

Ordine dei giornalisti Lazio n.070936

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Roma,9 11 2017