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Martedì 02 Agosto 2016 09:58
 
 
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Perché gli hotel italiani dovrebbero puntare sul cicloturismo

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biciclette cicloturismo

Quante volte lo abbiamo sentito dire? L’Italia è il paese più bello del mondo. L’Italia è il paese con il più alto numero di beni UNESCO. L’Italia non ha bisogno di giacimenti petroliferi perché se sfruttato opportunamente, il turismo potrebbe garantire da vivere a una grande fetta della popolazione.

Sono frasi ricorrenti, soprattutto sentite per bocca dei politici che negli anni hanno amministrato il nostro paese e che, purtroppo, in molti casi hanno fatto poco o nulla per favorirne lo sviluppo.

Nel corso degli ultimi anni qualcosa ha iniziato a muoversi e la politica sta iniziando a dimostrare interesse nei confronti del crescente fenomeno del cicloturismo perché rappresenta una grande opportunità per il nostro paese e 130.000 strutture ricettive del bel paese.

Ecco perché le strutture ricettive italiane dovrebbero puntare sul cicloturismo per aumentare il proprio fatturato:

1. Il cicloturismo è una macchina da soldi

Il Danubio è il fiume che attraversa molte delle capitali europee e che, nel corso del tempo ha garantito floridità economica a tutte le località che vi si affacciavano. Poi, con la motorizzazione di massa, il bel Danubio blu è diventato un fiume marrone che ha perso la propria funzione di movimentazione merci e le piccole città lungo il fiume sono cadute in miseria. Oggi la ciclovia del Danubio genera ogni anno 71,8 milioni di euro di indotto per il turismo solamente per la parte austriaca. Ma la ciclovia del Danubio è solamente un esempio tra tanti: l’Isola di Mallorca ogni anno guadagna oltre 150 milioni di euro dal cicloturismo e il nostro Trentino ha generato nel solo 2009 oltre 100 milioni di euro di introiti.

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2. Il cicloturismo consente di destagionalizzare l’offerta

Da dove vengono questi soldi? Presto detto: provengono dalla destagionalizzazione della domanda e dell’offerta turistica. Chiunque abbia messo il proprio sedere sul sellino di una bicicletta sa bene che il periodo migliore per pedalare è quando non fa né troppo freddo, né troppo caldo che, nel caso della regione del Danubio significa durante l’estate, in Trentino dalla primavera all’autunno e a Mallorca dall’autunno alla primavera, ovvero proprio quando il mondo del turismo balneare è completamente fermo.
Nella nostra penisola (soprattutto al sud e nelle isole) non è raro trovare giornate in pieno inverno in cui la temperatura massima raggiunge e supera i 25°, ovvero la temperatura ideale per pedalare. Esiste una buona ragione per non invitare chi ama pedalare a visitare questi luoghi durante la bassa stagione?

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3. I cicloturisti spendono di più dei normali turisti

Come se non bastasse, i turisti spendono più della media dei normali turisti. A dirlo è uno studio condotto nel 2014 dall’Università del Montana e il motivo non è un mistero: chi si muove in bicicletta non deve pagare per benzina, bollo, assicurazione e altre spese. In contrasto ha un maggiore fabbisogno di calorie per far girare i pedali e più denari a disposizione per farsi coccolare durante la notte dopo una giornata intera passata a faticare.

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4. Il cicloturismo valorizza le località minori

Come accade durante ogni ponte o periodo di ferie, le autostrade di tutta Italia si riempiono di turisti pronti a recarsi nelle località di villeggiatura. Il tragitto va da casa fino al luogo di destinazione, con qualche breve pausa in autogrill per riempire il serbatoio della macchina, bere un caffè e svuotare la vescica. Tutto quello che sta tra il punto di partenza e il punto di arrivo è una terra sconosciuta che viene bellamente ignorata. Chi si muove in bicicletta, invece, ha necessità di fermarsi ogni 20-30 km per mangiare un boccone, fare due foto o riposarsi un po’. Insomma, per chi svolge un’attività legata al turismo è molto più facile convincere un cicloturista a fermarsi per la notte che non una persona che si sposta in macchina.

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5. Il cicloturismo consente guadagni extra

Per ovvi motivi, i cicloturisti hanno un raggio d’azione ridotto rispetto a chi si muove in automobile e, soprattutto, preferiscono evitare di muoversi dopo il calare del sole. Questo significa che, se il ristorante più vicino è a “soli” 5 km di distanza, questi probabilmente preferiranno cenare in albergo, così come saranno disposti ad accettare i servizi extra offerti dall’hotel in cui pernottano. Basti pensare al servizio di lavanderia dell’hotel: chi viaggia in bicicletta porta con sé un numero limitato di capi di abbigliamento che hanno bisogno di essere lavati con una certa frequenza.
Non solo, ma chi viaggia in bicicletta in molti casi potrà aver bisogno di una guida per esplorare il territorio o di camere d’aria, barrette energetiche e altri prodotti e servizi di varia natura. Questi servizi significano soldi per chi li offre.

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6. Coi cicloturisti si guadagna di più.

Avete presente i grandi tour operator che riempiono gli hotel di turisti con formule all inclusive a prezzi ridicoli e che finiscono per strozzare gli albergatori? Scordateveli! I cicloturisti viaggiano generalmente in piccoli gruppi e, se non si organizzano individualmente, tendono ad appoggiarsi a piccoli tour operator che sicuramente non hanno un poter contrattuale sufficiente per imporre prezzi da strozzino.

7. Il cicloturismo preserva il territorio

Poche storie, i turisti cercano la bellezza e rifuggono le cementificazioni selvagge. Se chi si muove in automobile ha bisogno di strade ben asfaltate, cavalcavia e infrastrutture pesanti che impattano gravemente sul territorio, chi si muove in bicicletta preferisce muoversi in luoghi incontaminati e infrastrutture a basso impatto. Favorire il cicloturismo significa stimolare una domanda di turismo che, invece di distruggere il territorio, lo valorizza e ne chiede la preservazione. Tra i due quali scegliete?

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Al momento ci sono diverse strutture che hanno capito l’antifona e spingono forte per presidiare il tema prima che sia troppo tardi. Solamente sul nostro portale ci sono oltre 125 hotel che hanno deciso di entrare nel Club dei Bikehotel di Bikeitalia.it

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Una risposta a Perché gli hotel italiani dovrebbero puntare sul cicloturismo

  1. […] Sette punti per il cicloturismo e il turismo “bici più treno” con i suoi vantaggi econ…: “1. Il cicloturismo è una macchina da soldi Il Danubio è il fiume che attraversa molte delle capitali europee e che, nel corso del tempo ha garantito floridità economica a tutte le località che vi si affacciavano. […] Oggi la ciclovia del Danubio genera ogni anno 71,8 milioni di euro di indotto per il turismo solamente per la parte austriaca. Ma la ciclovia del Danubio è solamente un esempio tra tanti: l’Isola di Mallorca ogni anno guadagna oltre 150 milioni di euro dal cicloturismo e il nostro Trentino ha generato nel solo 2009 oltre 100 milioni di euro di introiti.” 2. Il cicloturismo consente di destagionalizzare l’offerta 3. I cicloturisti spendono di più dei normali turisti 4. Il cicloturismo valorizza le località minori 5. Il cicloturismo consente guadagni extra 6. Coi cicloturisti si guadagna di più. 7. Il cicloturismo preserva il territorio […]

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