Pressione fiscale 43,5% Italia terza nel Mondo. OCSE. Stampa
Scritto da Santoni Maurizio   
Giovedì 16 Dicembre 2010 16:27

Penultima invece per il lavoro giovanile

Pressione fiscale, Italia terza al mondo

Nel 2009 con il fisco al 43,5% del Pil superato anche il Belgio. Ora davanti ci sono solo Svezia e Danimarca

Penultima invece per il lavoro giovanile

Pressione fiscale, Italia terza al mondo

Nel 2009 con il fisco al 43,5% del Pil superato anche il Belgio. Ora davanti ci sono solo Svezia e Danimarca

 
MILANO - Una medaglia di bronzo che tutti gli italiani avrebbero preferito non avere. È quella della pressione fiscale più alta al mondo, che nella classifica dei Paesi più tartassati vede l'Italia nel 2009 raggiungere il terzo posto scavalcando il Belgio che ci precedeva e ora vede le prime due posizioni, occupate però saldamente da Danimarca e Svezia. Lo riferisce l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nelle stime preliminari relative all'anno scorso contenute in Revenue Statistics.

PRESSIONE - In Italia la pressione fiscale è cresciuta dal 43,3% del prodotto interno lordo del 2008 al 43,5% del 2009. Il Bel Paese supera così il Belgio, che nel 2009 ha visto il peso del fisco diminuire di un punto percentuale netto: dal 44,2% del 2008 al 43,2%. Prima dell'Italia nel 2009 si collocano quindi solo la Danimarca (48,2%) e la Svezia (46,4%).

LAVORO GIOVANILE - Situzione diamentralmente opposta per quanto riguarda il lavoro giovanile. Secondo i dati Ocse, l'Italia è al penultimo posto tra i 33 Paesi membri per quanto riguarda il tasso dell'occupazione giovanile. In Italia solo il 21,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è occupato, contro una media Ocse del 40,2%. Dietro l'Italia c'è solo l'Ungheria con il 18,1%. L'Italia ha anche il minor tasso di occupati tra i giovani laureati e la maggior percentuale di giovani «falsi autonomi»: infatti nel 2008 circa il 10% dei giovani occupati italiani risultava autonomo ma senza dipendenti, contro una media del 3% nell'Ue. Tra gli occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora part time. Per quanto riguarda i disoccupati, oltre il 40% sono senza lavoro da lungo tempo, e il 15,9% non studiano né lavorano: tra questi ultimi 6,7 milioni sono in cerca di un impiego mentre altri 10 milioni hanno smesso di cercare.

Redazione online
15 dicembre 2010