Molto rumore per TIBERIS ...... un diverso roseo futuro per il TEVERE Stampa
Scritto da Santoni Maurizio   
Sabato 06 Ottobre 2018 07:43

Nostro malgrado oggi agli onori della cronaca, non pensavamo che il comunicato del 12 settembre scorso (qui ritrasmesso con i suoi allegati) determinasse tante reazioni fino all’apertura di un’inchiesta contabile della Corte dei Conti per possibile danno erariale:

http://romacapitale.telpress.it/news/2018/10/04/2018100402183001836.PDF

http://romacapitale.telpress.it/news/2018/10/04/2018100403122007102.PDF

e vari link reperibili da Google.

Non ci spetta fare valutazioni contabili: abbiamo riportato dati fornitici da Roma Capitale ed effettuato stime (prudenziali) di costi che non ci sono stati indicati forse anche per mancanza di un sistema capitolino di “controllo di gestione”. Dette stime sono state riportate dai media in maniera varia (<<240.000 euro compresi costi interni>>, <<240.000 euro esclusi costi interni>>, ……). Il balletto delle cifre è in corso: 135.000 euro (come riportato dalla stampa) in Commissione di Controllo, Garanzia e Trasparenza dell’Assemblea Capitolina, 144.000 dichiarati in diretta a “Buongiorno Regione” di RAI TG Lazio il 3 ottobre dal Presidente della Commissione Ambiente, ……. Qualcuno ci ha scritto che nei rendiconti mancherebbero interventi almeno del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione (a fianco di quelli indicati negli allegati da Direzione Generale e Dipartimento Tutela Ambientale), che rispetto alla nostra richiesta sono assenti nelle risposte molte voci di costo “esterne” (oltre a quelle interne), che probabilmente è stata utilizzata una parte di prestazioni previste da accordo-quadro generale (non riferito a Tiberis) fra Roma Capitale e l’ente strumentale Zètema, che mancano i costi di smontaggio e deposito, i costi per utenze e AMA ante-durante-post, ed altro. Chi dovrà verificare verificherà.

Quello che ribadiamo o chiediamo è:

-         una gestione con dipendenti comunali a mo’ di “colonia ex-URSS” non si confà alla realtà del Tevere a Roma,

-         nel contempo, stante la frequentazione della spiaggia non rilevata con metodi oggettivi da Roma Capitale, i vari articoli letti “pro” e “contro”, l’assenza di segnalate situazioni del genere “solo posti in piedi” rispetto a 20 ombrelloni e 40 lettini posizionati, il periodo di apertura, filmati, foto e quant’altro, di certo il costo sostenuto avrebbe consentito di portare quotidianamente i non-bagnanti (non potendo fare il bagno) a fare i bagnanti anche in qualche spiaggia radical-chic, magari in elicottero,

-         non si è veramente capito quasi nulla sulla “questione piscine” (se gonfiabili, perché non installarle? se in cemento o muratura, come custodirle senza rischi durante l’anno e come conciliarle – sembrando inconciliabile – con la dichiarata intenzione di realizzare un parco d’affaccio? allora quale sarebbe stato il “fattore impedimento” determinato dalla Regione Lazio, così come dichiarato dai responsabili di Roma Capitale?),

-         da nessuna parte si è ascoltato o letto un plauso dai punti di vista architettonico, paesaggistico, urbanistico,

-         da nessuna parte si è ascoltato o letto (ad opinione dei “favorevoli”, anche nelle interviste on-line) un valore aggiunto per la presenza del Tevere (mentre doveva trattarsi di un modello innovativo di uso delle sponde, da affiancare a quanto già fatto da decenni o anche più di un secolo dai numerosi Concessionari, permanenti o stagionali, a Roma),

-         la politica capitolina su questo fazzoletto di terra è di farne un luogo antropizzato o a valenza naturalistica?

-         per far prendere il sole (pur con la lodevole intenzione di fornire un servizio a quanti in città d’estate) o far portare i cani ad evacuare in futuro (utilizzo di cui pure si è sentito parlare), non sarebbe stato equivalente un qualunque altro luogo da recuperare? (il circondario ne è pieno)

-         sono state intraprese azioni civili e penali verso chi, probabilmente identificato, aveva degradato questa sponda? (a questi costi, per recuperare il Tevere a Roma, occorrerebbero vari DEF e Leggi di Bilancio nazionali ……)

 

Che il panorama sia quello di un brutto bar, con ombrelloni simili a quelli forniti dai produttori di gelati, è indubbio. Tant’è che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, avendo ricevuto il nostro comunicato del 12 settembre, ha voluto inviarci la precisazione pure allegata (file <<MIBAC - …...pdf>>).

 

Non si tratta di sterile polemica. Molto semplicemente – nel confronto delle idee – Tiberis non corrisponde a ciò che ai più sembra ragionevole per il Tevere a Roma. In effetti forse è una “cosa” sul Tevere, realizzabile in qualunque altro luogo, “cosa” che di Tevere non ha nulla, né di “tradizione fiumarola” né di innovazione. Pensiamo invece (anche attraverso l’attivato utile strumento del “Contratto di Fiume”) a un’azione sinergica fra il settore pubblico e i privati, che metta questi nelle condizioni di fornire servizi per tutti, nel rispetto della legalità, contemperando i valori che caratterizzano il fiume (storia, natura, culture, turismo, viver sano, ……), aprendo spazi anche ad utilizzo gratuito, in sicurezza e decoro, come peraltro avviene nelle manifestazioni estive, lì dove, al di là dei gusti di ognuno, di certo centinaia di migliaia di persone hanno visto da vicino il Tevere e percorso banchine pulite, illuminate e sorvegliate.

 

E’ sicuramente il momento di un’ulteriore sforzo di ideazione, senza quel provincialismo che a volte porta ad attendere “deus ex machina” provenienti da chissà dove, ma raccogliendo le migliori competenze ed esperienze, su tutti i fronti (artistici, ricreativi, sportivi, etc), anche con lo scopo di curare la “salute” del fiume tutto l’anno.

 

Associazione Amici del Tevere e Consorzio Tiberina