CHE VITA! BOZZA DI UN LIBRO SULLA MIA RICCA VIA! Stampa
Scritto da Santoni Maurizio   
Venerdì 18 Gennaio 2019 07:57

20190109 09103520190109 09105420190109 091143CHE VITA !

Dalla visita guidata della Garbatella, avvenuta domenica ? con uno Storico che descriveva la vita che hanno vissuto negli Alberghi della Garbatella che aveva instituito il Fascismo , dove vivevano intere famiglie evacuate dalle case dei Fori Imperiali e non solo; in camere con locali di Water e lavandini comuni nei corridoi, mangiavano insieme nelle mense gratuitamente, per fare la doccia dovevano andare ai Bagni Pubblici, come il sottoscritto che non avendo acqua calda in casa, andava tutte le domeniche mattina ai Bagni pubblici a fare la doccia in Via Ruggero di Lauria al costo di 50 lire.

Innanzitutto, voglio descrivere la vita come si svolgeva nella mia famiglia: la casa era di proprietà dei miei, era composta di 2 camere un localino per la cucina che da un vago flash di memoria si usava il carbone per i fuochi, in mutatura, poi successivamente arrivava la macchina a gas; il locale water con lavandino si trovava adiacente all’ingresso di casa nel sottoscala, ma si doveva uscire  coperto per accedere al cosiddetto bagno.

La descrizione non è completa, se non diciamo che in queste 2 camerette, mangiavano, dormivano dalle 7 alle 8 persone; quando c’era Nonna Marianna da Noi; avevamo un giardino esterno privato di circa 20 metri, dove nella stagione buona si stava bene, avevamo anche una bella fontana con 2 vasche per lavare e sciacquare in 4 famiglie; nella stagione estiva si faceva un bagno divertente e si rinfrescava il cocomero, il frigorifero arrivo tardi, come la televisione acquistata a rete, prima si andava dalla carbonara oppure Fabrizio aveva un televisore attivo per 1 ora 100 lire.

Voi penserete che abitavamo in borgata, periferia? Neanche per sogno, eravamo a pochi metri dai Musei Vaticani e Radio Vaticana la sentivamo dappertutto: nel telefono, nelle casse amplificazione;  il riscaldamento  della casa avveniva con un bagna piede di latta grande, dove veniva accesa la legna fregata al cantiere, da parte di tutti anche di mia Nonna, da piccoli il suddetto serviva a fare il bagnetto, ho un brutto ricordo per dormire io con mio fratello Fernando, piu grande di me che mi metteva i piedi in bocca, una bella notizia, c’è stata quando Emilio, fratello piu’ grande va a fare il militare, ci allarghiamo.

Come era composta la mia famiglia?:

Mio padre Ernesto fornaciaro, lavorava in fornace a fare i mattoni, attaccava alle 3 di notte, faceva pranzo alle 9 circa e alle 12 staccava; un pensierino su mio padre, grande lavoratore, aveva un vizietto beveva il vino, ma non era cattivo, parlava quando era brillo; la mia mamma gli dava ciavattate in faccia che non sentiva; forse è sopravvissuto fino a 69 anni investito da un auto in Via Cipro, mentre i suoi colleghi, erano deceduti di una malattia professionale: enfisema polmonare per lo scorie di mattoni che avevano nei polmoni.

Mia madre Assuntina, era una donna umile, ma di una tempra eccezionale, non solo gestiva una famiglia numerosa, ma lavorava come collaboratrice domestica, in almeno 2 case; io avevo una idea distorta di Lei, la reputavo erroneamente, come una persona semplice che non si prendeva cura della sua persona, ma aveva gestito la Famiglia, Egregiamente, le persone che sono venute al suo funerale, dove lavorava mi dicevano con mio stupore, che era una grande persona, e gli avevano insegnato molto.

I fratelli eravamo Emilio piu’ grande, Fernando secondo, Carlo Terzo, Io quarto maschio Kg 4,8, eppoi è nata la Principessa Franca kg 5,3, tanto desiderata da mio padre; dopo 4 maschi, quando sono nato io, vabbè; quando è venuta Franca un mese di baldoria, forse questo ha generato in me, una certa invidia, rabbia, gelosia, verso di Lei.

Vorrei proseguire in ordine cronologico, pertanto, la data piu’ significativa è il 1956 che non solo perchè ci fu la grande nevicata a Roma; mio fratella Nando mi accompagna a scuola con bici, brutta idea, sui marciapiedi ghiacciati scivoliamo e facciamo un bella caduta.

Ma soprattutto, perché è iniziata la mia attività lavorativa: prima di entrare a scuola a piazzale degli Eroi, c’era un chiosco di un fioraio davanti all’ospedale Oftalmico, che usava mettere i fiori in barattoli di latta, dei pomodori  Arlecchino; ogni giorno cambiavamo l’acqua, raccogliendola dalla Fontana della piazza, io guadagnavo 70 lire la settimana e mio fratello Carlo, che era il capo 100 lire. Voi direte cosa rappresentavano? Considerate che l’ingresso al Cinema della parrocchia costava 25 lire, io avevo 7 anni e Carlo 11.

Un’altra data significativa 1958, quando avevo 9 anni, ricevevo da mio fratello Emilio, alla Befana una Bicicletta 24 nuova Cromata, fantastica, che lucidavo con la Solex prodotto dalla ditta dove lavorava ; una mattina uscivo presto da casa, con entusiasmo senza fare colazione, da solo in Bici, cadevo svenuto in Via di Valle Aurelia, una volta chiamata la Valle dell’Inferno. Prima di prendere la salitella che immetteva su Via Baldo degli Ubaldi, che all’epoca era una strada piena di buche prive di costruzioni; ( non erano ancora iniziati i lavori per le Olimpiadi di Roma); ma la mia prima battuta di testa , mi trovavo a casa, senza rendermene conto, essendo svenuto per mancanza di energie.

Quest’anno mi operavo alle tonsille e adenoidi, cambiavo la mia struttura fisica, perché fino ad allora ero cicciottello, le cosce si strusciavano, so doveva mettere una fodera di raso per evitare consumo rapido dei tessuti; diventavo snello e contemporaneamente cambiava il tono delle voce, più greve, più da grande.

Un anno molto importante, soprattutto per il mio primo Amore, avevo 9 anni, ero innamorato perdutamente, quando la incrociavo Silvia, non riuscivo a tirare fuori un fiato; ero negato ad imparare le poesie a memoria, ma “A Silvia” la recitavo, il maestro visto il miracolo me la faceva recitare in classe. A scuola facevo a botte con i compagni,  ero geloso quando si mettevano a guardargli le cosce mette saliva le scale; in chiesa c’era la divisione dei maschi da una parte e delle femmine dall’altra, io gridavo il Tadoriam per fare girare Lei, tutta la chiesa si girava verso di me, tranne Lei. Facevo le serenate sotto casa sua in Via della Meloria 7, io cantavo ed un mio amico faceva la musica con il fischio alla pecorara; sua madre si affacciava, ma non capiva cosa succedeva, Lei, Mai.

Io facevo il militare come autista, nell’aeronautica, una volta passando su Via Marcantonio Bragadin, la vedo che entra in un portone, blocco l’auto in seconda fila, con il motore acceso; entro nel portone, vedo l’ascensore, le porte, i rumori sulle scale, niente volatizzata (ero convinto che fosse Lei, erano oltre 10 anni che non la vedevo, ma non avevo dubbi, che fosse Lei).

In questi giorni, ho contattato la redazione di “C’E’ Posta Per TE”, descrivendo la storia, se Valutavano che fossero interessati a rintracciarla, per comunicargli che volevo sapere: ”Se si era accorta del mio Amore?”; la mia è solo curiosità, essendo felicemente sposato, per la seconda volta con Morena.

Mi chiedevano alcune foto mie e se riuscivo ad avere il cognome della bambina. Ho provato con il Parroco della parrocchia che mi rispondeva che serviva la data di nascita; io non avendo mai parlato con Lei, non lo sapevo; sono stato in Via della Meloria 7, parlato con una ex insegnante alla scuola elementare G.B. Vico, sarebbe andata a scuola per indagare, per aiutarmi, molto piacevolmente colpita da questa storia, io sono andato anche alla scuola, dove il custode, mi diceva di tornare lunedì pomeriggio, probabilmente, commossi dalla storia, mi avrebbero aiutato, purtroppo, sia le 2 donne Burocrate dell’Amministrazione, mi informavano che la privacy, impediva questa ricerca. Che sarebbe stata semplice, visto che all’epoca le classi erano per genere: maschili e femminili, pertanto poteva fare la 3° o la 4° o la 5°, mi dicevano che l’ex maestra era venuta e non aveva trovato nulla. Ora o queste trasmissioni hanno canali come la polizia che possono, trovare persone all’anagrafe, per rintracciare persone con alcuni elementi, oppure mi devo mettere l’animo in pace, mantenendo il ricordo della Bambina Silvia, con gli occhi a mandorla.

Ora vorrei raccontare, sia la bellissima strada Olimpica (ancora Chiusa al traffico), liscia come un biliardo, con la mia bici, andavo al Foro Italico, a raccogliere i pinoli, per fare un dolce con lo zucchero, su un piano di marmo, si facevano i croccanti, eccezionali; vorrei descrivere anche la varie attività che facevamo, sia con armi e giochi autodidatti: mazzafionde, archi con le frecce, per caccia alle lucertole, dopo la caccia avveniva un rito: venivano messe vive in un barattolo e messo sul fuoco, dove fuoriusciva un fumo verde, mentre noi danzavamo con riti indiani.

Si cacciavano anche le vipere, i serpenti che poi mostravamo alle signorine, per spaventarle; mettevamo anche le lucertole vive in bocca, per colpirle; mettevamo palloncini, pieni di acqua, sugli alberi dei marciapiedi, e da distanza venivano colpiti con le cerbottane, attrezzate, con cartoccetti con gli spilli sulle punte, per annaffiare le ragazze.

Si facevano carretti con i cuscinetti a sfera, con sterzo, monopattini con tavole e seggiolini per i piccoli; archibugi con elastici, biliardi con legno manici di scope con inchiodati sopra i giocatori; le porte e grandi sfide, frequentavamo: la parrocchia, la bisca, anche se eravamo piccoli, ma avevamo i soldi, perché il sottoscritto dal 1960, in estate, lavorava, e portava i soldi a casa, prima consegnavo Vini e olii, poi ceste di pane e alimentari, una nota importante: “ la pizza napoletana alla Lanterna, pizzeria adiacente a Via della Meloria 7 , costava 90 lire ed 1 bicchiere di spuma 15 lire, pertanto, con 105 lire si prendeva 1 pizza e 1 bicchiere di spuma”.

 

CHE VITA !

 

Dalla visita guidata della Garbatella, avvenuta domenica ? con uno Storico che descriveva la vita che hanno vissuto negli Alberghi della Garbatella che aveva instituito il Fascismo , dove vivevano intere famiglie evacuate dalle case dei Fori Imperiali e non solo; in camere con locali di Water e lavandini comuni nei corridoi, mangiavano insieme nelle mense gratuitamente, per fare la doccia dovevano andare ai Bagni Pubblici, come il sottoscritto che non avendo acqua calda in casa, andava tutte le domeniche mattina ai Bagni pubblici a fare la doccia in Via Ruggero di Lauria al costo di 50 lire.

 

Innanzitutto, voglio descrivere la vita come si svolgeva nella mia famiglia: la casa era di proprietà dei miei, era composta di 2 camere un localino per la cucina che da un vago flash di memoria si usava il carbone per i fuochi, in mutatura, poi successivamente arrivava la macchina a gas; il locale water con lavandino si trovava adiacente all’ingresso di casa nel sottoscala, ma si doveva uscire  coperto per accedere al cosiddetto bagno.

 

La descrizione non è completa, se non diciamo che in queste 2 camerette, mangiavano, dormivano dalle 7 alle 8 persone; quando c’era Nonna Marianna da Noi; avevamo un giardino esterno privato di circa 20 metri, dove nella stagione buona si stava bene, avevamo anche una bella fontana con 2 vasche per lavare e sciacquare in 4 famiglie; nella stagione estiva si faceva un bagno divertente e si rinfrescava il cocomero, il frigorifero arrivo tardi, come la televisione acquistata a rete, prima si andava dalla carbonara oppure Fabrizio aveva un televisore attivo per 1 ora 100 lire.

 

Voi penserete che abitavamo in borgata, periferia? Neanche per sogno, eravamo a pochi metri dai Musei Vaticani e Radio Vaticana la sentivamo dappertutto: nel telefono, nelle casse amplificazione;  il riscaldamento  della casa avveniva con un bagna piede di latta grande, dove veniva accesa la legna fregata al cantiere, da parte di tutti anche di mia Nonna, da piccoli il suddetto serviva a fare il bagnetto, ho un brutto ricordo per dormire io con mio fratello Fernando, piu grande di me che mi metteva i piedi in bocca, una bella notizia, c’è stata quando Emilio, fratello piu’ grande va a fare il militare, ci allarghiamo.

 

Come era composta la mia famiglia?:

 

Mio padre Ernesto fornaciaio, lavorava in fornace a fare i mattoni, attaccava alle 3 di notte, faceva pranzo alle 9 circa e alle 12 staccava; un pensierino su mio padre, grande lavoratore, aveva un vizietto beveva il vino, ma non era cattivo, parlava quando era brillo; la mia mamma gli dava ciavattate in faccia che non sentiva; forse è sopravvissuto fino a 69 anni investito da un auto in Via Cipro, mentre i suoi colleghi, erano deceduti di una malattia professionale: enfisema polmonare per lo scorie di mattoni che avevano nei polmoni.

 

Mia madre Assuntina, era una donna umile, ma di una tempra eccezionale, non solo gestiva una famiglia numerosa, ma lavorava come collaboratrice domestica, in almeno 2 case; io avevo una idea distorta di Lei, la reputavo erroneamente, come una persona semplice che non si prendeva cura della sua persona, ma aveva gestito la Famiglia, Egregiamente, le persone che sono venute al suo funerale, dove lavorava mi dicevano con mio stupore, che era una grande persona, e gli avevano insegnato molto.

 

I fratelli eravamo Emilio piu’ grande, Fernando secondo, Carlo Terzo, Io quarto maschio Kg 4,8, eppoi è nata la Principessa Franca kg 5,3, tanto desiderata da mio padre; dopo 4 maschi, quando sono nato io, vabbè; quando è venuta Franca un mese di baldoria, forse questo ha generato in me, una certa invidia, rabbia, gelosia, verso di Lei.

 

Vorrei proseguire in ordine cronologico, pertanto, la data piu’ significativa è il 1956 che non solo perchè ci fu la grande nevicata a Roma; mio fratella Nando mi accompagna a scuola con bici, brutta idea, sui marciapiedi ghiacciati scivoliamo e facciamo un bella caduta.

 

Ma soprattutto, perché è iniziata la mia attività lavorativa: prima di entrare a scuola a piazzale degli Eroi, c’era un chiosco di un fioraio davanti all’ospedale Oftalmico, che usava mettere i fiori in barattoli di latta, dei pomodori  Arlecchino; ogni giorno cambiavamo l’acqua, raccogliendola dalla Fontana della piazza, io guadagnavo 70 lire la settimana e mio fratello Carlo, che era il capo 100 lire. Voi direte cosa rappresentavano? Considerate che l’ingresso al Cinema della parrocchia costava 25 lire, io avevo 7 anni e Carlo 11.

 

Un’altra data significativa 1958, quando avevo 9 anni, ricevevo da mio fratello Emilio, alla Befana una Bicicletta 24 nuova Cromata, fantastica, che lucidavo con la Solex prodotto dalla ditta dove lavorava ; una mattina uscivo presto da casa, con entusiasmo senza fare colazione, da solo in Bici, cadevo svenuto in Via di Valle Aurelia, una volta chiamata la Valle dell’Inferno. Prima di prendere la salitella che immetteva su Via Baldo degli Ubaldi, che all’epoca era una strada piena di buche prive di costruzioni; ( non erano ancora iniziati i lavori per le Olimpiadi di Roma); ma la mia prima battuta di testa , mi trovavo a casa, senza rendermene conto, essendo svenuto per mancanza di energie.

 

Quest’anno mi operavo alle tonsille e adenoidi, cambiavo la mia struttura fisica, perché fino ad allora ero cicciottello, le cosce si strusciavano, so doveva mettere una fodera di raso per evitare consumo rapido dei tessuti; diventavo snello e contemporaneamente cambiava il tono delle voce, più greve, più da grande.

 

Un anno molto importante, soprattutto per il mio primo Amore, avevo 9 anni, ero innamorato perdutamente, quando la incrociavo Silvia, non riuscivo a tirare fuori un fiato; ero negato ad imparare le poesie a memoria, ma “A Silvia” la recitavo, il maestro visto il miracolo me la faceva recitare in classe. A scuola facevo a botte con i compagni,  ero geloso quando si mettevano a guardargli le cosce mette saliva le scale; in chiesa c’era la divisione dei maschi da una parte e delle femmine dall’altra, io gridavo il Tadoriam per fare girare Lei, tutta la chiesa si girava verso di me, tranne Lei. Facevo le serenate sotto casa sua in Via della Meloria 7, io cantavo ed un mio amico faceva la musica con il fischio alla pecorara; sua madre si affacciava, ma non capiva cosa succedeva, Lei, Mai.

 

Io facevo il militare come autista, nell’aeronautica, una volta passando su Via Marcantonio Bragadin, la vedo che entra in un portone, blocco l’auto in seconda fila, con il motore acceso; entro nel portone, vedo l’ascensore, le porte, i rumori sulle scale, niente volatizzata (ero convinto che fosse Lei, erano oltre 10 anni che non la vedevo, ma non avevo dubbi, che fosse Lei).

 

In questi giorni, ho contattato la redazione di “C’E’ Posta Per TE”, descrivendo la storia, se Valutavano che fossero interessati a rintracciarla, per comunicargli che volevo sapere: ”Se si era accorta del mio Amore?”; la mia è solo curiosità, essendo felicemente sposato, per la seconda volta con Morena.

 

Mi chiedevano alcune foto mie e se riuscivo ad avere il cognome della bambina. Ho provato con il Parroco della parrocchia che mi rispondeva che serviva la data di nascita; io non avendo mai parlato con Lei, non lo sapevo; sono stato in Via della Meloria 7, parlato con una ex insegnante alla scuola elementare G.B. Vico, sarebbe andata a scuola per indagare, per aiutarmi, molto piacevolmente colpita da questa storia, io sono andato anche alla scuola, dove il custode, mi diceva di tornare lunedì pomeriggio, probabilmente, commossi dalla storia, mi avrebbero aiutato, purtroppo, sia le 2 donne Burocrate dell’Amministrazione, mi informavano che la privacy, impediva questa ricerca. Che sarebbe stata semplice, visto che all’epoca le classi erano per genere: maschili e femminili, pertanto poteva fare la 3° o la 4° o la 5°, mi dicevano che l’ex maestra era venuta e non aveva trovato nulla. Ora o queste trasmissioni hanno canali come la polizia che possono, trovare persone all’anagrafe, per rintracciare persone con alcuni elementi, oppure mi devo mettere l’animo in pace, mantenendo il ricordo della Bambina Silvia, con gli occhi a mandorla.

 

Ora vorrei raccontare, sia la bellissima strada Olimpica (ancora Chiusa al traffico), liscia come un biliardo, con la mia bici, andavo al Foro Italico, a raccogliere i pinoli, per fare un dolce con lo zucchero, su un piano di marmo, si facevano i croccanti, eccezionali; vorrei descrivere anche la varie attività che facevamo, sia con armi e giochi autodidatti: mazzafionde, archi con le frecce, per caccia alle lucertole, dopo la caccia avveniva un rito: venivano messe vive in un barattolo e messo sul fuoco, dove fuoriusciva un fumo verde, mentre noi danzavamo con riti indiani.

 

Si cacciavano anche le vipere, i serpenti che poi mostravamo alle signorine, per spaventarle; mettevamo anche le lucertole vive in bocca, per colpirle; mettevamo palloncini, pieni di acqua, sugli alberi dei marciapiedi, e da distanza venivano colpiti con le cerbottane, attrezzate, con cartoccetti con gli spilli sulle punte, per annaffiare le ragazze.

 

Si facevano carretti con i cuscinetti a sfera, con sterzo, monopattini con tavole e seggiolini per i piccoli; archibugi con elastici, biliardi con legno manici di scope con inchiodati sopra i giocatori; le porte e grandi sfide, frequentavamo: la parrocchia, la bisca, anche se eravamo piccoli, ma avevamo i soldi, perché il sottoscritto dal 1960, in estate, lavorava, e portava i soldi a casa, prima consegnavo Vini e olii, poi ceste di pane e alimentari, una nota importante: “ la pizza napoletana alla Lanterna, pizzeria adiacente a Via della Meloria 7 , costava 90 lire ed 1 bicchiere di spuma 15 lire, pertanto, con 105 lire si prendeva 1 pizza e 1 bicchiere di spuma”.

 

Ci sono alcune cose che ritengo importanti: ero un bambino molto prudente, per evitare cadute, facevo il giro interno ad un sassi; venivo preso in giro in famiglia, per questo motivo; avevo sempre camicie e  pantaloncini su misura, perché a detta di mia madre ero nato con la camicia, eppoi  costava meno avevo vicini di casa a prezzi modici mi facevano camice e pantaloncini. Avevamo continui litigi con Zia Nunziata la moglie di zio Aldo, al piano superiore, dal balconcino, puliva, versando la terra sui panni puliti stesi, nel nostro giardino; una volta arrabbiato ( era una donnona, fisicamente), l’affronto con un manico di scopa e la minaccio di prenderla a bastonate, con sorpresa di tutti, si spaventa di questo essere piccolino.

 

Un altro episodio impostante, una volata mia madre molto arrabbiata, perche’ rientravo tardi la sera; noi andavamo a letto molto presto, dato che mio padre iniziava a lavorare alle 3 di mattina; di consegnenza, la cena si faceva molto presto, soprattutto in bella stagione, si giocava con gli amici sul prato, in pieno giorno, io dovevo rientrare, quando gli amici continuavano i giochi, qualche volta superavo l’orario previsto, una volta, mia madre mi mette al muro e mi da un sacco di botte (aveva perso la pazienza), e avendo gli occhi gonfi e pesti, non sono andato a scuola, per un paio di giorni.

 

Nelle estati durante la scuola media, andavo a lavorare, prima il cascherino in vino e olii, consegnavo con la bici a casa anche fino alla Pineta Sacchetti, con la bici Bianchi con i freni a bacchetta e canna femminile; facevo in recupero crediti, dicendo il datore di lavoro dice :”quando paghi?”; avevo imparato a trillare il mandolino, avevo uno stipendio settimanale, 2.500 lire che portavo a mia madre che mi lasciava 500 lire, avevo le mance, pertanto, per la mia età potevo considerarmi ricco, andavo in pizzeria, al cinema, in gita,etc. solo quando passavano gli amici m’invitavano ad andare con loro a giocare a pallone e non solo.

 

Un lavoretto precedente, durato neanche una settimana, dal” Re della Pizza”, sotto casa mia, il titolare mi istruiva, come cameriere, di servire il vino, sempre sotto il livello della misura richiesta; obbedivo ciecamente, ma un cliente pignolo, mi riprendeva, piu’ di una volta che mancava del vino, io rigido agli ordini impartiti, dopo tre volte di rimbocco. Mi scocciavo, versando il contenuto del vino sul cliente, scappando di corsa sul vialetto buoi di casa mia, quella era la mia fine di cameriere.

 

Ai 12 e 13 anni facevo consegna di pane con cesta e bici, ai Verzaroli (Voi direte, che sono?), i negozi alimentari che non hanno il forno del pane; una volta mi ricordo su Via Angelo Emo, mi cade la cesta piena di pagnottelle, che faccio? Le recupero e le consegno, come se nulla fudesse.

 

Finite le medie, faccio il gioielliere in Via san Marcello adiacente a piazza Santi Apostoli, nella gioielleria Galli, della Marchesa, una pazza! Che tutti i giorni andava a messa, dal parrucchiere, avevo il marito che era un maestro Fiorentino di Gioielli; dopo una settimana, avevo imparato a raccogliere l’oro in polvere, fonderlo con la fiamma a fare un anellino, peccato che la Marchesa, era una pazza, ogni tanto si perdeva una pietra preziosa, rubini, smeraldi, zaffiri, del valore di milioni di lire (siamo a settembre 1963). Mi accusava di esserne il responsabile( poi lo ritrovava sempre), era una bicocca, mi diceva che andavo all’inferno, perché gli raccontavo un sacco di storie inventate: facevo orge con bambine, cose assurde che Lei abboccava; mi portava al mercato di Fontana di Trevi, dove mi chiedeva:” vuoi un po’ di uva?”, gli dicevo Si e mi dava un chicco, non un grappolo, un chicco, allora ho preso la decisione, mi licenzio, senza preavviso.

 

In quei giorni, assistevo a scontri fra Polizia e manifestanti operai, dove si asportavano sampietrini, per lanciarli sulla polizia; lotte molto dure con lacrimogeni; quelle furono le sole lotte alle quali avevo assistito.

 

in quanto dall’ottobre 63 al settembre 74, andavo a lavorare come commesso, in un negozio di confezione per uomini e ragazzi, in Via Candia, angolo Via Tolemaide (negozio all’angolo si paga l’affitto da se), presso “La Confezione”; iniziando come apprendista e formazione, fatta con impegno, si studiava inglese, tecnica della vendita, etc. era un grande e antico negozio, con 7/8 dipendenti, 3 piani, all’epoca esistevano pochi negozi a Roma, venivano il lunedì mattina addirittura da fuori Roma.

 

. In quei giorni ho avuto come collega Amedeo Minghi, oggi cantautore famoso, all’epoca un pazzo che scriveva da per tutto ”Nembamed”; Nembo Kid molto in voga, aveva un filo di voce, noi lo prendevamo in giro, con noi avevamo una collega con una voce di tenore del coro di Prima Porta, Anna, molto brava, non aveva Amedeo una famiglia di musicisti, abitava in via Francesco Caracciolo, alle case popolari, per me è stato un esempio di vita: “ Se nella Vita, sai quello che Vuoi e dedichi Tutta l’Anima, ce la fai”.

 

Questa esperienza lavorativa, è stata molto importante, nella mia vita dai 14 ai 25 anni; avevo acquisito una professionalità che mi consentiva di percepire, il gusto che aveva quel cliente che entrava, da come era vestito, si muoveva, immaginavo piace la giacca Principe di Galles colorata, oppure Blazer, etc. si mercanteggiava sul prezzo, cosa odiosa al sottoscritto che applicava alla clientela conosciuta, subito lo sconta massimo.

 

Avevamo la fortuna e l’obbligo di indossare la giacca la camicia e la cravatta, magari quando si ordinava per l’anno successivo da campionario; avevamo uno sconto al 50% dei capi personali e in certi casi anche gratis, ero talmente esperto da segnare con il gesso o le spille le modifiche da apportare al capo venduto, al capponaio ( sarti che riparava un capo confezionato).

 

Era un negozio veramente antico, avevamo vestiti di grande confezioni: Facis, San Remo, Abital, Lebole,etc.; ed anche abiti con tessuti di Prato (lane rigenerate), a prezzi economici, ricordo il prezzo dell’epoca 27.900 lire da scontare, le prime vendite non dovevano andare male, portavano sfiga, allora, si doveva prendere subito la scopa e scopargli dietro la jella.

 

Eravamo un bel gruppo di dipendenti, molto legati fra Noi, persone in gamba, responsabili, Solidali, i rapporti umani erano al meglio; il titolare era Ebreo, di cognome Tedeschi, si usava Giudaico/Romanesco, per non farsi comprendere dalla clientela.

 

Io ho avuto molti fatti importanti della mia vita: sui 16 anni venivo contattato da Terroristi, che mi dicevano sei contento? Vuoi cambiare le cose? Sei disposto a sparare? Io rispondevo Si! Però, volevo sapere chi comandava? Allora, mi hanno mollato!

 

Poi fatto il militare, grazie ad una Collega che parlava con un Cliente Colonnello dell ‘Aeronautica, questo ragazzo è troppo elegante, per andare nell’Esercito; deve andare in Aeronautica, eppoi ha la patente può fare autista, per mangiare e dormire a casa, con il pernotto.

 

Il mio servizio militare è stato molto Bello, parto con 3 giorni ritardo per il C.A.R. a Siena, arrivo alla stazione dove ci aspettavano, noi (sul treno avevamo fatto amicizia, un gruppetto di ritardatari) veniamo chiamati militari! Noi siamo civili! Vi stiamo aspettando da 3 giorni; venite sul Camion! Il mio servizio militare sarà prolungato di 3 giorni, per questo motivo.

 

Il periodo a Siena è stato molto bello, ero pieno di soldi, lavoravo, mi ero portato 75.000 lire, più di uno stipendio mensile dell’epoca; offrivo la cena a Muscolo, un piccoletto napoletano, del Quartiere Sanità scannato, piccolo delinquente, litigioso, litigava con tutti, per fortuna, con noi c’era Ernesto mi pare di Valentano, pugile, io mangiavo dall’antipasto al dolce.

 

La prima uscita è avvenuta dopo 12 giorni, di addestramento, Battaglione San Marco, erano i Marines Italiani, tutti uguali di altezza, marciavano, si addrestravano anche di notte; ma io ero aviere, e non facevo quel tipo di addestramento, uniche cose: lanciare bombe SRCM, tutto fumo niente arrosto, cubo, saluto, fissati per la divisa, capelli, avevo regalato 500 lire al barbiere della caserma, avevo una acconciatura fatta con 1 ora di attenzione.

 

Dicevo per uscire la prima volta, ci hanno selezionato: la divisa, la mia era perfetta, io sapevo stirare, il capello perfetto, Il saluto curato nel dettaglio. Carta igienica, pettinino; insomma per farla breve su 3/400 avieri siamo usciti in 4, ero talmente condizionato, che per strada vedo una visiera, saluto! Quello mi fa, che fai? Saluto! Io sono lo spazzino! Ho Ho Ha ha ha. Il quel periodo avvenne una fatto importantissimo Allunaggio, pertanto, il Palio di Siena, ripetuto, per l’occasione, abbiamo potuto goderlo.

 

Vorrei annotarmi alcuni episodi avvenuti nel Car a Siena: un Sergente veneto (un po stronzetto), mi voleva punire per la mia superiorità (So De Roma), come? Il cubo del letto, ovvero si dovevano pregare il telo, lenzuola, coperte in una forma detta cubo; non era perfetto (secondo Lui), allora punito;” non uscita e lavaggio delle pentole, e del locale Cucina.

 

Mi sono molto arrabbiato, e alla prima occasione, dove montavo di guardia la notte, mi vendicavo: mettevo il dentifricio sia nelle scarpe che intorno alla testa sul cuscino, mentre dormiva.

 

Parlando, di cucina, non posso omettere un  fatto avvenuto di notte tutto il Reggimento, aveva avuto problemi intestinali: si facevano i bisogni, dappertutto: sui water, troppo pieni, sui lavandini, sulle finestre, dappertutto; per questo motivo, il mattino, non abbiamo fatto l’alza bandiera (cosa gravissima, sotto il militare), della questione sono stati coinvolti il Ministero dell’Aeronautica che ha mandato Ispettori Che hanno visitato il magazzino alimentare, trovando polli e uova del 1940, insomma, i famosi Marescialli Responsabili, avevano venduto i prodotti buoni e a Noi davano la schifezza.

 

Avevamo fra di Noi un aviere del nord che quando beveva, si mangiava bicchieri e piatti; chiaramente sanguinava, ma noi lo facevamo bere, per assistere a questo spettacolo indecente.

 

Dopo 37 giorni, vengo convocato per comunicarmi che sarei stato trasferito a Roma; allora, sfottevo Tutti, anche chi era caporale maggiore; che gli mancavano 4 mesi di naja: dicevo “ per Me è finita, vado a Roma a casa, per Voi c’è una vita”, allora mi dicevano:” Romano stai bagnato”, nel frattempo, era venuto uno che era stato ricoverato all’ospedale di Firenze, che avevo conosciuto prima, non sapeva dove alloggiare, gli dico: ”mettiti al posto mio, tanto io stanotte , non dormo, domani mattina parto presto per Roma”.

 

Io mi ero messo in un altra branda, in piena notte, verso le 24 questo poveraccio, viene allagato; poi vengono a controllare, e dicono:” dove sta il Romano? Il Poveraccio non aveva capito che era per me”; verso le 3 di notte, sembrava di essere in un lago, per fortuna, era in Agosto, faceva caldo, ma la mia vendetta, non ha atteso molto, mi sono fornito di una enorme busta di plastica, sono andato nella stanza dove alloggiavano i caporali, bagnavo Tutti, dicendo :”Roma Ve Saluta”, e partivo per Roma.

 

A Roma ho avuto alcune esperienze interessanti, dormivo e mangiavo a casa, la mattina alle 6 un Capitano dell’Esercito, mi diceva: ”Aviere! La bustina? (era il mio berretto, infilato sulle spalline), non si saluta? Io di co Buongiorno, Lui intendeva militare! (c’era una rivalità fra Esercito e Aereonautica: Canti Goliardici:” Senti che puzza per questa via, forse è passata la Fanteria), insomma, nonostante il mio sonno, gli dico:” ci rivedremo dopo il militare!”.

 

Mi dava una proposta di punizione:” 15 giorni di CPM, Carcere con dormita sula tavolaccio, scortato senza lacci, scarpe, cinture, consegnate; detenuto che provavo un certo orgoglio di essere scortato da 2 VAM  ( vigilanza Aeronautica Militare)alla mensa, avevo 20 anni.

 

Essendo il sottoscritto autista, elementi rari nel 1969, servivano per portare i Generali al Ministero e non solo; la punizione veniva eliminata, una bellissima esperienza, avvenne, quando ero di servizio in autoreparto, mi diedero da condurre una ambulanza, per portare un aviere all’ospedale militare del Celio, assistere ad uno spettacolo miracoloso:” il traffico, si apriva, al nostro passaggio, esperienza divertente” solo che una volta arrivato al Celio, non sapevo come si spegneva la sirena, venivano tutti ad aiutarmi.

 

Un altro fatto interessante, è avvenuto il 31 dicembre 1969, andavo di corsa per raggiungere gli amici al bar Vanni, per fare colazione, ero in ritardo, mi trovavo su Via di Valle Giulia a Villa Borghese; un via in discesa con una curva, che date le condizioni del tempo: “ pioveva, c’erano foglie sul ciglio della strada”, venivo giù a circa 90 km orari, la macchina Fiat 1100 R che non tiene bene la strada, comincia a sbandare, vedo un enorme Albero, venirmi incontro, istintivamente, anziché frenare, accelero.

 

L’auto sbanda, andando a sbattere sul lampione del 1700 , di ferro con sopra grandi cristalli spessi;  il lampione si piega, i vetri si rompono, la mia auto dopo aver fatto diversi giri su se stessa, con il sedile accanto alla guida, addosso, l’auto, era diventata una banana, ma il motore era acceso, mi usciva il sangue dalla testa ( era la seconda volta, che  la battevo).

 

Si ferma un signore, che mi dice: “ Sei Vivo? Io a parte il sangue, avevo accostato la macchina ai margini della strada; Rispondo SI! Allora mi dice:” Io vado a fare la denuncia ai Carabinieri, dichiarando che andavi a circa 40/45 Km orari, un GT Verde, Ti ha tagliato la strada e Tu sei andato a sbattere sul lampione”.

 

Lui mi diceva, che altrimenti, io sarei andato al Carcere Militare di Gaeta, per aver distrutto, un mezzo Militare, di confermare la sua denuncia, al mio comandante; che vedendo il mezzo, asseriva:” non è possibile, che andavi a 40/45 Km orari, ma visto il testimone, non poteva punirmi.

 

Sono andato questa volta all’Ospedale Militare del Celio, come paziente, (ho pensato:” con la testa, non ci capiscono niente, mi lamento che mi fa male, così prendo la pensione); però, era il 31  dicembre, avrei passato Capodanno in Ospedale, quando avevo la licenza delle Feste di 5 giorni che iniziava dal 1° Gennaio, ero fidanzato, valutavo la situazione, dicendo al Maresciallo che mi aveva tagliato i capelli, una chirica per medicarmi, che stavo meglio, e volevo andare a casa.

 

Cercavo un lavoro piu’ affidabile, avevo la patente “C” (non “D”, perché avevo distrutto 2 mezzi militari), mi rivolsi, al Generale, dicendo che mi dovevo sposare, la mia ragazza era incinta (non era vero); mi trova un dopo che gli avevo portato un pollastro ruspante, fare l’autista di una azienda che produceva trattori, al nord, dove faceva molto freddo, io pesavo 57 kg, ringraziavo, ma non avevo il fisico per quel lavoro.

 

Un'altra richiesta di lavoro, l’avevo fatta ad un Monsignore che viveva a Trastevere, mio fratello lo aveva conosciuto, io vado a casa sua, allora mi accarezzava in modo strano; poi viene un ragazzo che Lui baciava, capivo l’andazzo e dicevo che avevo la mia ragazza che mi aspettava sotto casa e me ne andavo.

 

Voglio inserire alcune cose importanti: mio fratello Fernando Emigrante in Germania; ordina un Pollo al supermercato, gli danno un detersivo, per il suo perfetto tedesco; torna dopo una avventura negativa.

 

Mio fratella Carlo emigra in Australia per fare idraulico, arriva dopo una crociera di 1 mese; il lavoro con viene confermato, sopravvive a fare lo scaricatore di porto; ma dopo una sosta di poco tempo, ed un prestito alla società, torna con un’altra crociera di 1 mese, con Festa dell’Equatore, molto piacevole con souvenir Boomerang,  canguri di pezza, etc. nel frattempo, tengo in caldo le sue amiche, dove leggo i recapiti telefonici, pe evitare dispersioni in altre famiglie.

 

Conosco Giuliana ad una festa di Carnevale, del 18 febbraio alla Pisana, dopo gli dico di togliersi la maschera; era Lei ( scherzo), m’innamoro, ci fidanziamo, abbiamo diverse esperienze amatoriali:

 

alla mole Adriana (Castel S. Angelo), mentre pomiciavamo, vedo una testa che si affaccia dietro una collina (era un guardone?), dico a Lei, faccio il giro largo per prenderlo alle spalle; arrivato dietro mi accorgo che era uno che stava facendo bisogni fecali, nella cunetta che girava interno al Castello, della guardania.

 

Altra situazione ci appartavamo in un viale che conduceva ad una azienda agricola, alla stazione Radio dietro al Pisana, durante, vedo scintille di fuoco, sparate dal contadino su di Noi, vestirci e partire in una frazione di secondo. Un‘altra volta eravamo sulla strada, vedo una visiera (era un poliziotto), mi diceva: “c’è tanto prato”; che replicavo, non sapendo cosa dire: ”stiamo festeggiando la maturità”.

 

In quella zona ci si appartava, perché era isolata, l’ultima volta prima del matrimonio, marzo 1971 , si stava sulla neve con il sole, nudi il freddo non si percepiva; avvenuto nell’aprile del 1971, io non avevo compiuto 22 anni; Lei era minorenne 19 anni, la maturità 21 anni, ci siamo sposati per 2 motivi: io volevo avere una mia vita indipendente, Lei aveva la madre che se rientrava dopo le 19,30 di sera, la menava, in mia presenza, pertanto, dicevo o la lascio o la porto via, la seconda è stata la scelta.

 

Gli stipendi che mi ricordo erano di 75.000 lire mensili ciascuno, l’affitto era di 38.000 mensili, ma almeno una volta a settimana, si usciva a mangiare fuori; nel 1971 dopo un viaggio di nozze avventuroso,economico con Abarth 1000 che ci portava in Sabina a Poggio S. Lorenzo, casa di proprietà della suocera, la macchina visti i 500 metri di altitudine e i 56 km di Salaria, non si voleva piu’  spostare, allora una cugina ci prestava la vespa 150, per spostarci al vari laghi : Turano, Salto, Castello Rocca Sinibalda, etc. non avevamo esperienza, ad ogni curva, la mia ex Giuliana, pensava bene di bilanciare il peso, al contrario della curva, pertanto, ad ogni curva si sbandava. Poi, non so per quale miracolo, l’Abarth 1000 spunta da una miriade di bambini, voleva tornare a casa; perciò, ci condusse sotto casa a Roma e volle essere condotta alla Casa di Riposo (sfascio).

 

Acquistammo la 500 Fiat nuova rate, al prezzo di 500.000 lire, arrivammo all’anno 1974, dove nacque una Figlia Meravigliosa nel febbraio “Vanessa”; portò fortuna, nel medesimo anno entrai in Banca a lavorare come Uomo di fatica; grazie all’aiuto di Mariella, una Persona  Dolcissima, che mi fece la domanda, mi segnalò, come persona affidabile alla Banca Nazionale del Lavoro, dove teneva la contabilità dei Direttori, come collaboratrice del Capo del personale Avvocato Ninni.

 

Mia madre aveva lavorato da giovane, presso la sua famiglia, come collaboratrice domestica, mi avevano visto nascere sia a me che a tutta la Famiglia; avevo ricevuto il mio primo libro in regalo:” La Freccia Nera”; avevo fatto l’esame scritto ed orale in banca, nella domanda di storia: “ chi era il Maresciallo vincitore della Prima Guerra Mondiale”, mi aiutavano, forse perché era morto mio Nonno Paterno , il nome è di origine straniera, si chiamava? Io si chiamava? Armando! Armando? Io finalmente rispondo Diaz! Bravo!

 

Ma se dietro non avevo Mariella (non sarei stato Bravo), ma, sapendo quanto ero orgoglioso, Mariella, mi diceva che era piaciuto, tantissimo, il tema.” Immagina di essere un Regista! Gira un Film sulla Tua Città, riprendendo i luoghi, i Personaggi,  piu’ caratteristici”.

 

Svolgimento sintetico: “Innanzitutto, giro con un elicottero, riprendendo Colosseo, Fori Imperiali, Piazza Navona, Pantheon, Fontana di Trevi; per proseguire nella Corona Verde delle Ville: Borghese, Pamphili, Torlonia; fino a raggiungere Trastevere, il Quartiere piu caratteristico, dove sopravvivevano, persone e usi tipici Romani, per concludere il Film: Nella Fantastica Cappella Sistina”.

 

L’anno 1974 è stato un anno Importantissimo: è nata Vanessa il 25 febbraio, dopo tante minacce, finalmente arriviamo alla clinica Regina Elena in Viale Angelico (dove sono nato io); era di sera, avevo tanti pensieri , nell’attesa pregavo che non avvenisse niente, ma se doveva succedere il peggio, volevo che si salvasse Mia Figlia, appena nata era piena di liquidi, bozzi, deformata nella testa:” Dicevo non la voglio, rimandatela indietro”, poi dopo pochi minuti, era Bellissima, sentivo sollevarmi da Terra, Volavo, Sognavo.

 

Mi ha portato Fortuna, in quell’anno sono entrato in Banca a lavorare, una Benedizione che mi ha cambiato la Vita; ero un Padre di 25 anni, Strafelice, potevo godere Finalmente con una Gioia indescrivibile; ero andato a lavorare il 16 settembre con un completo di gambardine di Corneliani, cravatta di seta, insomma ero vestito inadatto al lavoro che dovevo svolgere: ”Uomo di Fatica della Direzione Generale”.

 

Mi invitano a cambiarmi, indossando una tuta bleu. Legata con lo spago alla cintura, perché ero magrissimo 57 kg, il primo compito da assolvere, scaricare un camion di rotoli di carta igienica; eravamo un gruppo di ragazzi giovanissimi, tutti dai 25 ai 30 anni, il primo consiglio che mi aveva dato il Direttore dell’Ufficio Controllo era: vai a scuola serale, prendi il diploma per passare di categoria, come previsto da Contratto di Lavoro, io mi sono impegnato, dopo 3 anni riuscivo a Diplomarmi un Ragioneria, nonostante c’era stato un conflitto fra la scuola Kennedy e la Commissione, hanno bocciato il 55 % dei candidati con un voto 42 il quarto.

 

E’ stato sicuramente, il periodo piu’ divertente, trascorso in Banca, eravamo circa 30 ragazzi, dive si faceva tutto per divertirci: tutti i giorni si andava a Villa Borghese dalle 13 alle 14 a giocare a pallone; con la sfida ai colleghi dell’Ufficio Spedizione, tutti piu grandi, ma fra Noi c’erano ragazzi entrati in Banca, perché erano bravi al Calcio, assunti per rappresentare la Banca nei Tornei Interbancari.

 

Si giocava a tennis con uno spago legato fra 2 alberi, legati fazzolettini di carta che servivano da rete; in estate, ci facevano gavettoni di acqua, in modo che la sera alle 17, eravamo zuppi, ma faceva caldo, eravamo giovani, si facevano tornei di ping pong, con i posacenere. Ogni momento era valido per giocare, facevamo la guerra con i rotoli di carta igienica, il pomeriggio si facevano scherzi per sfottere qualcuno, c’erano personaggi strambi assai.

 

Abbiamo formato una squadra di calcio, per il torneo interno, con una formazione iniziale, di centravanti che finivano a fare i portieri, portieri divenivano centravanti; eravamo molto legati fra Noi, si era formata una comitiva che si frequentava, fuori dal lavoro, anche nei week end, sedute spiritiche, tornei di tennis, vacanze, insomma ci si divertiva ed eravamo un bel gruppo di Amici.

 

Interessante erano le attività lavorative: uomo di fatica, prevedeva che per spostare un tavolo, 4 persone, 1 armadio 6 persone, per mettere i tappeti sotto le scrivanie dei Direttori, impegnati quasi tutti; ci spassavamo, facendo questi lavori, sembravamo architetti, ingegneri,etc.

 

Poi avevamo incarichi speciali: io dovevo consegnare i regali del Capo del Personale con la sua macchina e autista a Natale, alle persone importanti,mi diceva: ” Tu sei di Banca, non devi accettare mance”; io non le accettavo se erano basse, ma se erano alte, allora: ”Auguri di Buone Feste” con un sorriso smagliante.

 

Un altro incarico speciale, era cambiare gli asciugamani al Presidente (che aveva un accappatoio giallo), il Direttore Generale aveva asciugami di lino ricamati anche al bidè, i Direttori Centrali: asciugami di cotone; un volta sono stato cazziato dal Capo avvocato Ninni; perché secondo Lui, non gli avevo cambiato l’asciugamano, ma il mio errore, era stato di averlo piegato in 4 anzichè in 6, gli impiegati avevano asciugamani di carta o rotoli di stoffa.

 

Una scenetta molto interessante, era vedere il Direttore Generale Ferrari, alto 2 metri circa, che usciva dall’ascensore (personale), 4 commessi lo spogliavano: 2 toglievano il cappotto (sembrava il mantello del Re), 1 toglieva ombrello e borsa (scettro), il 4 il cappello (Corona); io lo salutavo: Buongiorno! Lui non si degnava, aveva pure un lampadario di diversi milioni di lire con cristalli di Burano nel bagno, poi dimissionario, perché era iscritto alla P2.

 

Un altro Direttore famoso al Servizio Estero, che mi diceva: Lei si fa crescere la barba, per avere una mancetta dal Nonno, quando la toglie, io non sapevo che rispondere; una volta fece un cazziatone ad un Funzionario, che si era permesso di prendere il Suo ascensore (Direttore); lo stesso erano venuti i Carabinieri al arrestarlo, perché aveva aiutato , suo Figlio ad evadere dal Carcere ( era uno delle Violenze del Circeo Guido), il commesso, non faceva passare i Carabinieri, perché non erano autorizzati dal Direttore , un ultima memoria era persona squallida che toccava il sedere alla Segretaria.

 

Voglio descrivere un fatto molto interessante, ero andato a lamentarmi, dal Direttore Megagalattico, perché a mio modo di vedere ero stato scavalcato, nell’avanzamento di grado; mi siedo sulla poltrona, e mi sento Fantozzi, non arrivavo mai a sedere, Mi Dominava! Io Ero Piccolo! Lui era Gigante! Era molto alto, ma non si giustificava il livello differente altezza mia, con la Sua, prima di uscire, do una occhiata alla poltrona, dove sedevo io, erano state tagliate le gambe, bassissime, proprio per provocare Effetto Fantozzi.

 

Fantozzi, non si era inventato niente, avevamo tanti passaggi sotterranei, che collegavano i vari Palazzi:

 

Balestra, Beta, Pericoli, Storici di qua e anche di la di Via Veneto; se i primi giorni di portavano in quei sotterranei e Ti lasciavano all’improvviso; sicuramente, perdevi la cognizione di dove ti trovavi e rischiavi di essere murato vivo, come il Povero Fantozzi,  in un bagno, sperduto, in quel caos.

 

Un altro fatto realmente vissuto dal sottoscritto, era quando il Vice-Direttore Laratta, fa gli Auguri di Buon Natale, alla struttura distaccata di Largo San Bernardo, dove c’erano alcune Sezioni Speciali: Cinema, Teatro, Mediocredito, Coopercredito; io ero commesso al V° piano della Sezione Coopercredito, il Vice-Direttore mi passa davanti e mi dice:” ma Lei non si alza, quando passa il Direttore!” Io replico:” vede Signor Direttore come è organizzata questa Banca? Nessuno, Me l’ha mai Detto!”.

 

Poi mi vede che sono con i Jeans, me fa: “perché non indossa la divisa (Bleu Doppiopetto)”, Io replico

 

”Sto in attesa da oltre 1 mese che me la consegnino, se intervenisse Lei , forse , ci riesco!”; Il mio Direttore Borsese, mi consegna il cappotto del Vice- Direttore, dopo che stava cadendo in Terra, se Lui non lo prendeva al volo; io lo metto nel bagno, dove c’era un appendiabiti; dopo aver salutato Tutti e 5 i Piani. Direttori, Funzionari, impiegati, alla ricerca del cappotto, del Vice_Direttore, per una buona mezz’ora, alla fine vengono a chiedermi, se avevo il cappotto del Vice-Direttore, dissi che era nel bagno, finalmente, il Povero Direttore poteva affrontare, la strada per tornare selle Sede in Via Veneto.

 

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 28 Gennaio 2019 16:35