INFORTUNIO IN ITINERE, UNA PROPOSTA DI LEGGE PER CHI SI SPOSTA IN BICICLETTA. Stampa

Infortunio in itinere, una proposta di legge per chi si sposta in bicicletta

 

Infortunio in itinere, una proposta di legge per chi si sposta in bicicletta

Roma, 15 gen. - (Adnkronos) - Una proposta di legge per sostenere l'uso della bicicletta per andare al lavoro con l'eliminazione delle condizioni che complicano il riconoscimento dell'indennizzo per infortunio in itinere. Riprendendo le richieste della Fiab avanzate con la campagna "In itinere", la proposta sarà al centro dell'incontro di domani presso la Camera dei Deputati a cui prenderanno parte Diego Zardini, parlamentare del Pd e primo firmatario della proposta, Paolo Gandolfi (Pd), Serena Pellegrino (Sel) e il presidente nazionale Fiab Giulietta Pagliaccio.

La giurisprudenza italiana prevede una tutela assicurativa per chi subisce un infortunio sul posto di lavoro e un'ulteriore copertura nel tragitto casa-lavoro (il cosiddetto 'infortunio in itinere'), anche nel caso di utilizzo di un mezzo di trasporto privato, a condizione che sia "necessitato l'uso". Insomma, chi subisce un infortunio nel tragitto, per essere risarcito dall'Inail, deve dimostrare che l'utilizzo della bici era effettivamente ''necessario'' (assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto o non percorribilità a piedi del tragitto). In questo, la bicicletta è equiparata all'automobile; così, a molti lavoratori ciclisti, è stato negato il riconoscimento dell'infortunio dall'Inail poichè avrebbero potuto usare il mezzo pubblico.

La proposta di legge chiede quindi l'equiparazione della bicicletta al trasporto pubblico."Se si vuole promuovere l'uso della bicicletta, in particolare quello quotidiano, si deve rendere il suo utilizzo il più semplice possibile e tra le misure che servono a semplificare la ciclabilità c'è anche la copertura assicurativa per il lavoratore che utilizza la bicicletta per andare ogni giorno al lavoro, scelta che ha un impatto positivo sulla collettività e, quindi, una valenza sociale", spiega all'Adnkronos il presidente nazionale della Fiab, Giulietta Pagliaccio.

Il problema, sottolinea la Fiab, non è l'Inail ma l'attuale normativa ed è quindi il legislatore che dovrebbe modificarla, equiparando l'uso della bicicletta a quello del mezzo pubblico o all'andare a piedi. Per questo la Fiab chiede che il Parlamento italiano approvi la proposta di legge per la quale sono state raccolte 12 mila firme. In particolare, all'articolo 12 (infortunio in itinere) del decreto legislativo n.38 del 23 febbraio 2000, si chiede di aggiungere, dopo la frase ''L'assicurazione opera anche nel caso di utilizzo del mezzo di trasporto privato, purché necessitato'' che ''L'uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico.''

"La campagna 'In itinere', partita un anno e mezzo fa - aggiunge Pagliaccio - ha chiesto sostegno alle amministrazioni pubbliche. Oltre 100 quelle che hanno già aderito sostenendola attraverso delibere di giunta o consigliari che sostengono la necessità di proseguire con la modifica di legge. Regioni importanti e trasversali, dalla Lombardia all'Emilia Romagna, dal Piemonte al Veneto e la Puglia, hanno deliberato a sostegno della proposta".

Oltre a far bene all'ambiente e a diminuire il traffico, l'uso della bicicletta - sottolinea la Fiab - può essere "necessitato" da motivi personali ed economici importanti: il lavoratore risparmia l'abbonamento al mezzo pubblico e in molti tragitti è più veloce del mezzo pubblico. In generale, poi, la Fiab ritiene che, nell'ambito delle politiche a sostegno della mobilità sostenibile debba rientrare a pieno titolo l'incentivazione della bicicletta e che, pertanto, sia necessario attivare, in ogni possibile ambito legislativo ed amministrativo, provvedimenti che ne favoriscano e ne tutelino l'uso.