RIFLESSIONI IN MERITO AL GRANDE CICLISMO SU STRADA Stampa

RIFLESSIONI IN MERITO AL GRANDE CICLISMO SU STRADA

  1. ORGANIZZATORI 

p.c  UCI e  F.C.I                                                                                       

                                                                                     

                                                                                             LETTERA   APERTA

La stagione 2021 del Grande Ciclismo stradale si è appena conclusa e come mi succede dal 1984 invio alcune riflessioni  agli Organizzatori,registi e produttori delle gare su strada.

Carissimi dirigenti di ASO(Amaury Sport Organisation),Unipublic ,RCS ed Altri

Visto il riscontro “silenzioso” dei lavori precedenti,mi limito soltanto a sottilineare le pietre miliari indicative nella strada del  rinnovamento.

PREMESSA

-L’Audience televisivo non rispecchia il giusto merito che va’ al ciclismo perche’ i momenti attrattivi sono rari e per giunta prevedibili.E’ necessario rimuovere il tatticismo esasperato,un farmaco saporifero che annoia il telespettatore.

LE PROPOSTE

1 Basta con cosi’ tanti km nelle classiche.Servono solo ad annoiare il telespettatore che invece vuole una corsa frizzante sin dalla partenza.E’ vero che la corsa la fanno i corridori ma,quasi sempre,quattro ore di gara sono piu’ piacevoli di sei.

2 Gli strappi (talvolta piu’ interessanti delle salite lunghe),le discese ed i traguardi volanti hanno la funzione stimolante nella corsa.In particolare,i traguardi volanti,insieme ai Gpm,dovrebbero aumentare di numero con premi piu’ significativi.Piu’ soldi nelle gare in linea ed abbuoni”suonanti” in quelle a tappe.In questo modo anche i campioni saranno costretti ad uscire allo scoperto.

3 La peculiarita’ dei Circuiti.Piu’ pubblico,piu’ cura sul fronte della sicurezza,meno costi organizzativi,piu’ visibilita’ per gli sponsor.In particolare si dovrebbero fare piu’ circuiti cittadini.L’esperienza della 102 Coppa Bernocchi  che si concludeva nel circuito di 6 km ed in cui Remco Evenepoel ha mandato fuori tempo massimo il gruppo,deve far riflettere”trattasi di una gara ed il gruppo non deve sonnecchiare troppo”.Lo stesso discorso vale per gli organizzatori della prova mondiale in cui si propongono circuiti di 15-20 km con il pubblico che preverisce dormire o andare al ristorante.In tanti mondiali seguiti non ho mai visto un corridore staccato di 5 minuti continuare la gara oltre i box.

3 Il successo di un evento non si puo’ limitare alla sua storia,ci vogliono anche nuove idee!Mi è piaciuto molto il rinnovamento della Parigi-Tours,una gara che con i suoi 1267 mt. di dislivello è stata sempre riservata alle ruote veloci.Invece,inserendo 9 brevi settori di sterrato(Chemin de vigne) e 7 strappetti negli ultimi 40 chilometri,ha costretto anche i velocisti ad avventurarsi nelle fughe.

Personalmente,modificherei il percorso della Milano-Sanremo.Sposterei la partenza a Voghera o Pavia(La Parigi-Roubaix parte da Compiegne distante 88 km dalla Capitale ,la Parigi –Tours parte da Chartres ben 91 km) cosi da permettere agli organizzatori di farla concludere con tre giri di un circuito comprendente il Poggio prima di arrivare a via Roma.Inoltre,collocherei almeno 5 traguardi volanti a punteggio con la classifica finale ben pagata.

4 Sarebbe opportuno,infine, che ogni anno l’UCI,la FCI di cui,se pur marginalmente, faccio parte,organizzassero  un convegno con il titolo”Le nuove frontiere del ciclismo agonistico su strada” in cui tutte le componenti si confrontassero per il  rinnovamento di questo straordinario sport che è il ciclismo.Naturalmente mi prenoto sin d’ora.

  1. Di Pretoro