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I Verdi continuano la lotta per l'Acqua Pubblica. PDF Stampa E-mail

La marcia verde per l'acqua PDF Stampa E-mail
Martedì 07 Dicembre 2010 20:38
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"Il 4 dicembre i Verdi sono scesi in piazza, con movimenti, associazioni e comitati per difendere il diritto all’acqua pubblica e alla gestione equa e solidale dei beni comuni.

“In Italia si assiste alla sistematica spoliazione delle risorse di tutti, l’acqua, il suolo, il verde pubblico per utilizzarle con fini privatistici e speculativi, con la complicità del Governo e, purtroppo, molto spesso degli enti locali. Questa manifestazione per l’acqua pubblica, contro il Decreto Ronchi segna la ripresa di un cammino iniziato con la raccolte delle firme per il referendum che è stata un successo straordinario, con un milione e 400mila firmatari”.

Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “In un momento di forte instabilità politica, nella quale sono altre le esigenze da affrontare per il bene del Paese, in primis una crisi economica che non lascia tregua a settori sempre più ampi della popolazione, una disoccupazione che, specialmente nelle fasce giovanili si fa sempre più dilagante e preoccupante, penso sia un dovere morale delle istituzioni e della classe politica, fermare subito il progetto di privatizzazione dell’acqua e posticipare le normative del ‘Decreto Ronchi” all’esito del referendum’.

”Noi Verdi – conclude Bonelli – abbiano scritto al Governo e ai presidenti di Camera e Senato per chiedere l’immediata sospensione del decreto Ronchi, delle scadenze imposte dall’art. 23 bis della Legge n. 133/2008 e successive modificazioni, (31 dicembre 2010 e 31 dicembre 2011), di quelle previste dalla Legge n. 42/2010 sulla soppressione delle ATO e l’accelerazione del processo referendario”.

 

 

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Tasse Locali stangata nel 2011. Grazie B....ni PDF Stampa E-mail
 

Tasse locali: la stangata del 2011

pubblicata da BERLUSCONI chi è? il giorno giovedì 16 dicembre 2010 alle ore 15.17
 

http://www.laveracronaca.com/index.php?option=com_content&view=article&id=785%3Atasse-locali-la-stangata-del-2011&catid=1%3Aultime&Itemid=29%EF%BB%BF

 

Giovedì 16 Dicembre 2010

 

 

Nel 2011 aumenteranno le tasse, soprattutto quelle locali; un’ impennata verso l’alto per quest’ultime del 7,2%, mentre quelle statali saliranno del 3,6%. Il dato emerge da uno studio condotto da Krls Network of Business Ethics per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani e certifica come le tasse locali passeranno da 111,8 a 119,9 miliardi mentre quelle statali subiranno anche esse un incremento seppur minore. Nello studio effettuato, la Krls Network of Business Ethics ha analizzato la somma delle imposte versate dai contribuenti ai Comuni, Provincie e Regioni, imposte che ogni singolo ente locale applic ai propri residenti intesi sia come persone fisiche che giuridiche.

 

 

Per quanto riguarda i Comuni sono state esaminate le principali fonte di gettito come Ici, Irpef, Cosap e tariffa rifiuti urbani. Per la Provincia, invece, l'imposta sulla Rc auto, l'addizionale sulla bolletta dell'Enel, la quota parte della Tarsu e l'imposta di trascrizione. Per la Regione, infine, l'Irap, la compartecipazione all'Iva, all’addizionale regionale sull'Irpef e la compartecipazione sulle accise della benzina. Sempre nello studio di Contribuenti.it viene anche chiarito come avviene la ripartizione delle imposte tra gli enti locali: il 54,3% va alle Regioni, il 40,1% dei Comuni ed il rimanente 5,6% alle Province.

 

Interessante notare anche la differenza che questi aumenti avranno tra città e città; in testa alla classifica degli aumenti delle tasse locali (triste primato) troviamo Napoli; il capoluogo campano sarà il comune nel quale la pressione tributaria locale crescerà di più nel 2011. Ogni singolo abitante del comune partenopeo, infatti, verserà nel prossimo anno ai propri enti locali, imposte, tasse, tributi e addizionali varie per 2.612,20 euro contro una media nazionale di 1.790,30 euro; tuttavia, si legge nel rapporto, è importante sottolineare come tra le entrate tributarie comunali del capoluogo partenopea vi sia la tassa rifiuti, che contribuisce chiaramente a falsare la classifica incidendo da sola per ben 569,20 euro contro la media nazionale di 264,50 euro.

 

Al secondo posto delle città che saranno più vessate dalle tasse locali troviamo Milano con un totale di  2505,00 euro; terza posizione per Aosta (2426,20 euro) seguita da Bologna (2470,10 euro) e da Roma (2469,80 euro) che si piazza al quinto posto. Ultimo posto a livello nazionale per un’altra città campana, Campobasso, che con “soli” 890,40 euro pro capite si piazza in fondo alla classifica in una posizione ben più invidiabile dei corregionali di Napoli.

 

“Le ragioni di questa crescita – secondo il presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, - sono da ricercarsi principalmente nella assenza di un Garante per la sorveglianza dei tributi. Bisogna istituire al livello regionale presso Lo Sportello del Contribuente la figura di ‘Mister Fisco’. La Sua attività dovrà essere indirizzata verso tre filoni principali d’azione: la sorveglianza della tassazione degli enti locali; il coordinamento e ed il confronto con le altre istituzioni locali e nazionali nel contrasto all’evasione fiscale; il monitoraggio della tax compliance favorendo il dialogo tra le associazioni dei contribuenti, le amministrazioni finanziarie e gli agenti delle riscossione.”


 
 
Pressione fiscale 43,5% Italia terza nel Mondo. OCSE. PDF Stampa E-mail

Penultima invece per il lavoro giovanile

Pressione fiscale, Italia terza al mondo

Nel 2009 con il fisco al 43,5% del Pil superato anche il Belgio. Ora davanti ci sono solo Svezia e Danimarca

Penultima invece per il lavoro giovanile

Pressione fiscale, Italia terza al mondo

Nel 2009 con il fisco al 43,5% del Pil superato anche il Belgio. Ora davanti ci sono solo Svezia e Danimarca

 
MILANO - Una medaglia di bronzo che tutti gli italiani avrebbero preferito non avere. È quella della pressione fiscale più alta al mondo, che nella classifica dei Paesi più tartassati vede l'Italia nel 2009 raggiungere il terzo posto scavalcando il Belgio che ci precedeva e ora vede le prime due posizioni, occupate però saldamente da Danimarca e Svezia. Lo riferisce l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nelle stime preliminari relative all'anno scorso contenute in Revenue Statistics.

PRESSIONE - In Italia la pressione fiscale è cresciuta dal 43,3% del prodotto interno lordo del 2008 al 43,5% del 2009. Il Bel Paese supera così il Belgio, che nel 2009 ha visto il peso del fisco diminuire di un punto percentuale netto: dal 44,2% del 2008 al 43,2%. Prima dell'Italia nel 2009 si collocano quindi solo la Danimarca (48,2%) e la Svezia (46,4%).

LAVORO GIOVANILE - Situzione diamentralmente opposta per quanto riguarda il lavoro giovanile. Secondo i dati Ocse, l'Italia è al penultimo posto tra i 33 Paesi membri per quanto riguarda il tasso dell'occupazione giovanile. In Italia solo il 21,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è occupato, contro una media Ocse del 40,2%. Dietro l'Italia c'è solo l'Ungheria con il 18,1%. L'Italia ha anche il minor tasso di occupati tra i giovani laureati e la maggior percentuale di giovani «falsi autonomi»: infatti nel 2008 circa il 10% dei giovani occupati italiani risultava autonomo ma senza dipendenti, contro una media del 3% nell'Ue. Tra gli occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora part time. Per quanto riguarda i disoccupati, oltre il 40% sono senza lavoro da lungo tempo, e il 15,9% non studiano né lavorano: tra questi ultimi 6,7 milioni sono in cerca di un impiego mentre altri 10 milioni hanno smesso di cercare.

Redazione online
15 dicembre 2010

 
540.000 posti in meno di lavoro, Parole di Confindustria. PDF Stampa E-mail

IL CENTRO STUDI DEGLI INDUSTRIALI: male anche nel 2011

Confindustria taglia le stime sul Pil:
«Italia delude, malattia è bassa crescita»
 

«Con la Germania confronto impietoso. Dall'inizio della recessione persi 540 mila posti di lavoro»

IL CENTRO STUDI DEGLI INDUSTRIALI: male anche nel 2011

Confindustria taglia le stime sul Pil:
«Italia delude, malattia è bassa crescita»
 

«Con la Germania confronto impietoso. Dall'inizio della recessione persi 540 mila posti di lavoro»

 
ROMA - L'Italia rimane indietro e «delude» sul fronte della ripresa: pesano le mancate riforme e non si tornerà ai valori precedenti alla recessione prima del 2015. È il giudizio espresso dal Centro studi Confindustria nel rapporto «Scenari economici», nel quale si limano al ribasso le stime del Pil, prevedendo che la crescita si fermerà al +1% nel 2010 (rivisto dal +1,2%) e al +1,1% nel 2011 (dal +1,3%). Per gli economisti dell'associazione degli industriali in Italia «la malattia della lenta crescita non è mai stata vinta», «il confronto con la Germania è impietoso».

 

MALATTIA BASSA CRESCITA - Il nostro Paese, spiega il Csc, «replica la cattiva performance che ha manifestato dal 1997 in avanti. Aumenta il conto delle riforme mancate o incomplete o inadeguate rispetto a quanto realizzato dai partner-concorrenti». Insomma, «l'Italia delude. La frenata estiva e autunnale - si legge nel rapporto - è stata decisamente più netta dell'atteso e il 2010 si chiude con produzione industriale e Pil quasi stagnanti. La malattia della lenta crescita non è mai stata vinta, come la migliorata dinamica della produttività nel 2006 e nel 2007 aveva lasciato sperare». Il comportamento durante la crisi ha dissipato ogni dubbio al riguardo: la contrazione economica è stata violenta, -6,8% il Pil da massimo a minimo, 35 trimestri perduti. Il recupero si dimostra indeciso e lentissimo: +1,5% finora. Così, prosegue il Csc, «non si ritornerà sui valori prerecessivi che nella primavera del 2015». «Per riagguantare entro la fine del 2020 il livello del trend, per altro modesto, registrato tra 2000 e 2007, - avverte il Csc - l'Italia dovrebbe procedere d'ora in poi ad almeno il 2% annuo. Un obiettivo raggiungibile in un arco di tempo ragionevole, come insegna la lezione tedesca, entro il 2012 secondo gli stessi documenti governativi. Ma per coglierlo gli strumenti messi in campo appaiono insufficienti».

PERSI 540 MILA POSTI - Con la crisi, dal primo trimestre 2008 al terzo trimestre 2010, il numero di occupati in Italia è diminuito di 540mila, senza contare le ore di Cig che hanno un impatto pari a 480mila unità di lavoro. Il centro studi di Confindustria stima che «il numero delle persone occupate continuerà a diminuire nel 2011», con un calo atteso dello 0,4%. Il tasso di disoccupazione toccherà il 9% nel quarto trimestre 2011, e «inizierà a scendere molto gradualmente nel corso del 2012». Il numero dei disoccupati è ad ottobre 2010 (2,167 milioni) «più del doppio rispetto ad aprile 2007.

Redazione online
16 dicembre 2010

Poca tecnologia, bassa competitività
di Federico Fubini
 
Sentenza TAR da ragione ai Verdi Lazio No inceneritore, Si Differenziata. PDF Stampa E-mail

 

Importante decisione del TAR del Lazio.
Vi invito a leggere il Comunicato Stampa e vi allego il testo della sentenza.
Nando Bonessio Presidente Verdi Lazio per la Costituente Ecologista.
 
Ufficio Stampa Verdi Lazio
Comunicato stampa
Roma 16 dicembre 2010
 
Rifiuti
Verdi: «Da Tar Lazio risultato che da ragione ai comitati. Bocciata la scelta dell’incenerimento. Subito risorse per sviluppo differenziata»
 
«La bocciatura dell’iter per l’inceneritore di Albano arrivata dal Tar Lazio è una grande notizia, che dimostra la validità delle motivazioni non ideologiche rappresentate da mesi dai comitati locali che si battono per la difesa del territorio e della salute”. Lo dichiara Ferdinando Bonessio, presidente dei Verdi Lazio.
 
 
 «Siamo di fronte alla migliore risposta che potesse esserci a quanti marcano con facilità come ‘ambientalismo del no’ le proteste di chi vuole semplicemente vedersi riconosciuti i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, e dalla Comunità Europea, come il diritto alla salute e alla qualità della vita. La bocciatura del Tar in questo senso dimostra – prosegue Bonessio – che è il metodo ad essere sbagliato. Bisogna investire e puntare sui principi già sanciti dall’Europa in tema di gestione dei rifiuti, ovvero su differenziata, riuso, ed anche prevenzione, una parola che non si sente usare spesso nel nostro paese e nella nostra regione».
 
«Ci batteremo contro l’imposizione dall’alto di impianti obsoleti che non rappresentano la risoluzione del problema rifiuti anche per gli evidenti lunghi tempi di realizzazione. Nonostante le dichiarazioni di Polverini e Alemanno – conclude il presidente dei Verdi Bonessio - che hanno già annunciato che ricorreranno al Consiglio di Stato, saremo al fianco dei comitati di Albano ai quali si deve questa grande vittoria, con la presentazione di nostri emendamenti affinché sin da questo Bilancio regionale, siano inserite norme che favoriscano la filiera dei rifiuti anziché l’incenerimento, così vedremo se la Polverini ha capito la lezione».

Ufficio stampa
Verdi Lazio
Giulio Finotti 3402734910
Sergio Ferraris 3473803887
 
 
Gruppo VERDI Regione Lazio per la Costituente Ecologista
via della Pisana, 1301 - 00163 Roma - tel 0667107008 - fax 0665937089
 
 
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